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Lo scrittore Edvard Radzinsky, nel suo libro "[[Stalin]]", attribuisce l'espressione all'artista [[Jurij Pavlovič Annenkov]]. Quest'ultimo riferì di averlo visto in alcune carte lasciate da Lenin quando lavorava nell'istituto che portava il nome del leader sovietico prima di emigrare verso l'Ovest nel 1924. La riproduzione delle memorie di Annenkov fu pubblicata nel 1961.<ref>''Vospominaniya o Lenine, Novyi Zhurnal'' [traslitterazione del termine inglese ''journal'' diario], numero 65, New York, 1961 (in russo). Poi pubblicata in inglese ''The Lufkin News, King Featurers Syndicate, Inc''., 31 luglio 1962, pagina 4, riprodotta infine nel ''Freeman Report'' del 30 settembre 1973, alla pagina 8</ref>
 
Radzinsky credeva che la frase fosse parte del del testamento originale di Lenin, che questi avrebbe deliberatamente nascosto e sostituito con un nuovo testo su richiesta alla nuova Segreteria del Partito Comunista sovietico.
 
{{Quote|I cosiddetti elementi culturali dell'Europa Occidentale e degli USA sono incapaci di comprendere lo stato attuale dei fatti [internazionali] e il reale equilibrio delle forze, perciò devono essere considerati come sordomuti e trattati di conseguenza...}}