Granducato di Mosca: differenze tra le versioni
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[[File:Facial Chronicle - b.16, p. 461 - Great standing on the Ugra.jpg|thumb|Lo ''Stojàne na Ugrè'' (Cronaca di Ivan il Terribile)]]
Ivan III si rifiuta sempre di dare battaglia aperta ai [[Tatari]]: ha modo, invece, (unico principe russo a fare questo oltre a [[Dmitrij Donskoj]]) di studiare il modo di combattere dei Tatari, poiché durante il suo regno sono diversi coloro che si convertono e donano i loro territori al gran principe, informando i Russi dei loro usi e costumi. A corte vivono diversi tataro-mongoli, tanto che in questo periodo si assiste anche al fiorire di una cultura propriamente tatara in Moscovia. Questo processo di assimilazione non fu facile: in un'ottica nazionalista russa, i tatari erano guardati con sospetto, essendo tacciati di essere gli oppressori e che sarebbe stata solo questione di tempo prima che i moscoviti avessero potuto riprendere il controllo delle regioni ancora in mano ad essi.<ref>{{en}}Abbott Gleason, ''[https://books.google.it/books?id=JyN0hlKcfTcC&pg=PA75&dq=ivan+iii+study+mongols+in+the+russian+nationalist&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiL9YTNz9_lAhWDzqQKHaHPBaEQ6AEIJzAA#v=onepage&q=ivan%20iii%20study%20mongols%20in%20the%20russian%20nationalist&f=false%7C A Companion to Russian History]'', John Wiley & Sons, 2009, ISBN 978-14-44-30842-6, p. 75.</ref> Come detto, Ivan III intrattiene rapporti stabili soltanto con i Tatari del khanato di Saraj; paga solo per pochi anni il consueto tributo in denaro, non oltre il 1475. Nel marzo 1476 giungono a Mosca una decina di ambasciatori tatari del khanato di Saraj, per chiedere i consueti tributi che dall'anno precedente Ivan non ha pagato: per un anno intero il ''khan'' di Saraj, che conosce la potenza di Ivan III, aveva aspettato a mandare ambasciatori. Ivan li fa uccidere tutti, tranne uno perché entro l'estate possa tornare a riferire al ''khan'' che ormai Ivan si ritiene indipendente e non deve più nulla ai Tatari (nonostante i rapporti di alleanza anti-polacca).<ref>{{en}}Francis Dvornik, ''[https://books.google.it/books?id=LACpYP-g1y8C&pg=PA269&dq=golden+horde+1475+ivan+iii&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwirruPZ0d_lAhWC-6QKHfE7DQMQ6AEIJzAA#v=onepage&q=golden%20horde%201475%20ivan%20iii&f=false%7C The Slavs in European History and Civilization]'', Rutgers University Press, 1962, ISBN 978-08-13-50799-6, p. 269.</ref> Si giunge così allo scontro tra Ivan III e il [[Akhmat Khan|''khan'' Achmat]]: questi, dopo aver aspettato ancora un paio di anni, anche per rivalità interne, dichiara formalmente guerra a Ivan per ribadire il proprio potere.<ref name="mirza">{{en}}Rocky M. Mirza, ''[https://books.google.it/books?id=AKMADAAAQBAJ&pg=PT157&dq=ivan+iii+khan+akhmat+tatar+yoke&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiSh4Sc09_lAhWI6qQKHfHjCKoQ6AEIPjAD#v=onepage&q=ivan%20iii%20khan%20akhmat%20tatar%20yoke&f=false%7C How the West Was Won and Lost]'', Trafford Publishing, 2016, ISBN 978-14-90-77193-9.</ref> Le forze schierate sono numericamente abbastanza simili, {{senza fonte|circa
I Tatari in fuga si disperdono in molte direzioni, soprattutto in Asia Centrale. Molti di loro, però, cercano e trovano rifugio proprio a Mosca, dove si convertono al cristianesimo. Altri ancora fonderanno un altro khanato, erede dell'Orda d'Oro: il [[khanato di Astrachan']] (poi sottomesso definitivamente dai russi dopo il [[1550]]).<ref>Giuseppe Staffa, ''[https://books.google.it/books?id=_rXKCgAAQBAJ&pg=PT741&dq=khanato+di+astrakhan+orda+d%27oro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiQ5eWB19_lAhUD2qQKHcRZBxoQ6AEILTAB#v=onepage&q=khanato%20di%20astrakhan%20orda%20d'oro&f=false%7C I grandi imperatori]'', Newton Compton Editori, 2015, ISBN 978-88-54-18650-7.</ref> Lungo il confine della Russia, i Tatari di Astrachan' creeranno sempre dei problemi, soprattutto compiendo scorrerie che giungono nelle zone delle attuali [[Rostov sul Don]] e [[Volgograd]].
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