Arte all'Aquila: differenze tra le versioni
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Nel [[XIX secolo]] fu realizzato il [[Palazzo del Convitto]] presso l'ex convento francescano coi portici sul [[Corso Vittorio Emanuele (L'Aquila)|Corso Vittorio Emanuele]] e la facciata su Piazza Palazzo, sede della [[Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi]],<ref>{{cita web|url=https://www.fondazionetim.it/progetti/patrimonio-storico-artistico/biblioteca-provinciale-dellaquila#:~:text=La%20Biblioteca%20dell'Aquila%20venne,causa%20dei%20danni%20dal%20sisma.|titolo=Biblioteca provinciale dell'Aquila|accesso=2021-01-06}}</ref> e inoltre fu progettata la facciata della Cattedrale, in [[stile neoclassico]], da [[Giovanni Battista Benedetti (architetto)|Giambattista Benedetti]] (1851).<ref name="Antonini"/> Il progetto tuttavia fu completato negli anni '30 del '900, venendo privato di molti ornamenti del disegno originario, mantenendo comunque i due campanili gemelli, ma non i fregi della facciata e la cupola presso il presbiterio. Al livello di architettura civile, furono poi costituiti ufficialmente i due principali viali cittadini: Corso Vittorio Emanuele e Corso Principe Umberto<ref name="Ciranna"/> con le facciata dei palazzi gentilizi [[Palazzo Cappa Cappelli|Cappa-Cappelli]], [[Palazzo Gatti|Gatti]], [[Palazzo Paone Tatozzi|Paone Tatozzi]], [[Palazzo Lucentini Bonanni|Lucentini-Bonanni]], [[Palazzo Quinzi|Quinzi]] (sede dell'istituto tecnico), [[Palazzo Pica Alfieri|Pica Alfieri]], e fu realizzato il [[Palazzo dell'Emiciclo]] in stile classico nel 1888 da Carlo Waldis,<ref name="Ciranna">Simonetta Ciranna, L’architettura del potere: il rafforzamento del Corso Vittorio Emanuele II e Federico II tra XIX e XX secolo, in Città e Storia, IV, n. 1, Roma, gennaio-giugno 2011, p. 215</ref> sopra l'antico convento dei Cappuccini di San Michele dentro le mura. Quest'ultimo, insieme al [[Palazzo Centi]], rappresenta un vero trionfo dell'arte neoclassica aquilana, e dell'Abruzzo.
In ambito pittorico, tra la seconda metà dell'Ottocento e il primo Novecento, all'Aquila si distinse [[Teofilo Patini]] di [[Castel di Sangro]], che già a Napoli era divenuto famoso per le sue tele di denuncia sociale riguardo
== XX secolo ==
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