Ján Chryzostom Korec: differenze tra le versioni

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Il 21 gennaio [[1960]] la [[Státní bezpečnost|polizia segreta]] perquisì la sua abitazione. Poco dopo venne licenziato e portato al quartier generale della [[Státní bezpečnost|polizia segreta]], la "Februárka". Più tardi venne arrestato. Nel maggio del [[1960]] fu condannato a dodici anni di carcere per [[Tradimento (reato)|tradimento]] con altri gesuiti. Scontò la pena nelle prigioni di [[Praga]] (Pankrác), [[Ruzyň]], [[Valdice]], [[Leopoldov]] e [[Ilava]]. Anche in cella infatti divenne per molti un punto di riferimento. Proprio per questo venne poi condannato all'isolamento. Una prova che aveva descritto così: "Sicuramente fu la punizione più terribile. Tuttavia la necessità rende l'uomo ingegnoso, cosicché avevo trovato un sistema semplice per vincere l'isolamento: immaginavo di fare gli esercizi spirituali. Mi preparavo un programma spirituale giornaliero ben dettagliato e intenso. Cominciavo al mattino con una buona ora di meditazione, quindi la messa. E dopo cominciava il programma di studio: ripassavo a memoria tesi di teologia e filosofia, discutendo ad alta voce come se mi trovassi all'università, davanti ai professori. E quando mi sentivo stanco, mi distendevo con canti religiosi". In carcere incontrò circa duecento sacerdoti e sei vescovi. Per due anni non riuscì a celebrare la messa, durante l'isolamento sopravvisse grazie a un metodo di preghiera basato sullo stile degli esercizi spirituali.
 
Il 28 febbraio [[1968]], durante il periodo di rinnovamento della [[Primavera di Praga]] avviato da [[Alexander Dubček]], venne liberato e riabilitato. Tornò a [[Bratislava]] dove tornò alla vita pubblica e religiosa cercando di ristabilire i legami rotti. Cercò di andare a [[Pezinok]] per operare come [[direttore spirituale]] nella locale casa della carità, ma le autorità non glielo permisero. Dovette quindi accettare un lavoro in una cooperativa dei disabili. In seguito, lavorò come operaio nei Servizi ricreativi di Bratislava, in particolare nel servizio di giardinaggio e come netturbino. A causa di una [[tubercolosi polmonare]], diagnosticata alla facoltà di medicina, dovette lasciare il lavoro. Il 15 luglio [[1968]] iniziò le cure all'ospedale di [[Podunajské Biskupice]] e nel febbraio [[1969]] negli [[Alti Tatra]]. Mentre era in ospedale, le forze del [[Patto di Varsavia]] entrarono in [[Cecoslovacchia]] e misero fine al processo di rinnovamento. Tuttavia, il 24 giugno [[1969]], il vescovo Korec fu riabilitato dal punto di vista giudiziario. Quando la sua salute migliorò, gli fu permesso di andare a [[Roma]]. Il 9 luglio [[1969]] venevenne ricevuto in udienza privata da [[papa Paolo VI]]. Questo costituì un'esperienza indimenticabile nella sua vita; il papa conferì l'anello episcopale, la [[croce pettorale]], il [[Pastorale (liturgia)|pastorale]] e due [[Mitra (copricapo)|mitre]], che il pontefice aveva usato come arcivescovo di [[Arcidiocesi di Milano|Milano]].
 
Per il suo paese si prospettavano nuovamente dei tempi duri, iniziati con l'occupazione sovietica. La situazione volgeva a suo sfavore in quanto era un vescovo clandestino. Non gli fu permesso di svolgere il suo ministero episcopale e dovette soggiornare all'ospedale pediatrico di [[Bratislava]], gestito dalle Sorelle del Santissimo Salvatore. Era costantemente sotto la vigilanza [[Státní bezpečnost|polizia segreta]]. Il 5 novembre [[1974]] lo Stato non riconobbe l'assistenza spiritualmente alle suore e dovette tornare di nuovo a lavorare alla fabbrica chimica Tatrachema. La sua riabilitazione venne annullata nello stesso anno e dovette quindi scontare gli ultimi quattro anni di pena. Venne liberato per problemi di salute, perse il lavoro che aveva ricoperto prima come spazzino, si iscrisse nelle liste di disoccupazione e ottenne un posto alla Tatrachema come magazziniere. Svolgeva la mansione di scaricatore di barili. Il 1º luglio [[1979]], a causa di gravi problemi di salute, lasciò la fabbrica chimica e trovò lavoro come tecnico addetto agli ascensori. Dal maggio del [[1980]] fu costretto a lavorare nel laboratorio di un falegname e tenuto sotto stretto controllo. Due anni dopo, nel [[1982]], a 58 anni, si ritirò a causa delle sue condizioni di salute.