Andrea Memmo: differenze tra le versioni

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Negli anni successivi fu impegnato esclusivamente dal di fuori della capitale. Dal [[1775]] al [[1776]] ricoprì la carica di provveditore di [[Padova]]: fu questa l'occasione per mettere in pratica le teorie trasmesse dal Lodoli attraverso la realizzazione di una grandiosa opera pubblica, la risistemazione del [[Prato della Valle]]. Originariamente si trattava di un grande spiazzo sterrato dove trovavano posto fiere e mercati; coadiuvato dall'architetto [[Domenico Cerato]], riuscì a trasformarlo in una piazza monumentale in cui celebrava assieme la tradizione civica e lo sviluppo del commercio. I lavori lo assorbirono per tutta la vita, come dimostrato dalla fitta corrispondenza sull'argomento<ref name=treccani/>.
 
Nel [[1777]] venne nominato [[Bailo (Repubblica di Venezia)|bailo]] a [[Costantinopoli]], carica già ricoperta dall'omonimo zio. Giunto nella città nel [[1778]], non fu impegnato in questioni particolarmente importanti e poté così continuare ad occuparsi di architettura: progettò, rifacendosi alle [[villa veneta|ville]] del [[Andrea Palladio|Palladio]], la ricostruzione dell'ambasciata veneziana nel sobborgo di [[Galata (Istanbul)|Pera]] (oggi distrutta)<ref name=treccani/>.
 
Nel [[1781]] fu scelto come ambasciatore presso la [[Santa Sede]], dove rimase dal [[1783]] al [[1786]]. Anche questo fu un periodo tranquillo in cui poté dedicarsi agli studi, e nel 1786 diede alle stampe proprio a [[Roma]] - ma in forma anonima - gli ''Elementi dell'architettura lodoliana'', prima parte di un'opera che avrebbe dovuto raccogliere in modo sistematico le teorie del Lodoli. La seconda parte fu pubblicata postuma e in due volumi tra il [[1833]] e il [[1834]], a cura della figlia Lucia. A causa delle troppe digressioni e dell'eccessiva erudizione il lavoro non fece grande fortuna, ma venne rivalutato nell'ambito del [[Movimento Moderno]] [[XX secolo|novecentesco]] assieme alla figura del Lodoli, considerato uno degli artefici del [[Funzionalismo (architettura)|funzionalismo]]<ref name=treccani/>.