Svolge funzioni di S.M. presso vari comandi nei gradi di maggiore (1923) e di tenente colonnello (1926).
Nel 1928-29 è assegnato al Reggimento “''Piemonte Reale” (1°)''. Dopo un incarico come ufficiale di Stato Maggiore, promosso colonnello il 16 agosto 1933, assume a Parma il comando del Reggimento ''Cavalleggeri Guide'' (19°), che manterrà fino al 10 novembre 1935. Fautore antesignano, e purtroppo inascoltato, della meccanizzazione dell’arma di cavalleria, trasforma il reggimento Guide in Scuola Carri veloci che, in tale ruolo, si affianca al Reggimento Carri Armati, unità capostipite dei carristi, già in funzione dal 1923 a Roma e dal 1931 a Bologna. Sotto la sua guida, il Reggimento Guide introduce nei propri organici il carro veloce CV 29, ereditati dal citato Reggimento carri armati e, dopo aver proseguito e concluso le sperimentazioni che porteranno alla creazione delle divisioni Celeri, formerà un certo numero di Gruppi Squadroni carri veloci (assegnati in organico alle tre divisioni celeri) e anche ai reggimenti di cavalleria che tuttavia, già nel 1938 rinunceranno volentieri ad avere in organico un gruppo squadroni meccanizzato.
Nel 1928-29 in ''Piemonte Reale''. Promotore della meccanizzazione della cavalleria, trasforma il reggimento in Scuola Carri veloci.
Dopo un servizio come ufficiale di SM, fu promosso colonnello il 16 agosto 1933, assumendo prima il comando del ''Cavalleggeri Guide'' (19°) di Parma, fino al 10 novembre 1935.
Durante la guerra d'Etiopia (1935/1936), è al comando del 1º reggimento Mistomisto Trentomotorizzato “Trento” nel cui seno prosegue con fervore e passione la definizione dei criteri di impiego e addestrativi dei reparti carri dell’esercito italiano contribuendo moltissimo all'affermazione dell'adeguata mentalità carrista nei reparti carri dell'Esercito.
Fu giudicatosenz’altro uno dei massimi esperti italiani deiin fatto di carri armati, e guerra motorizzata; fu autore di diversi articoli sue studi sui mezzi corazzati e collaborò alla stesura delle prime loro normative e tattichedottrinali d'impiego delle unità carri armati.
Fu nel 1936/1937 comandante della Scuola centrale Truppe Celeri, passando poi dal 9 settembre 1937 quale vice comandante della [[2ª Divisione celere "Emanuele Filiberto Testa di Ferro"|2^ divisione celere ''Emanuele Filiberto Testa di Ferro'']], a Ferrara.
DalGenerale di brigata dal 31 luglio 1938, promosso generale di brigata, parte il 4 novembre parte per la Spagna edove assume, perin sostituzione del generale Bergonzoli, in seno al corpoCorpo truppeTruppe volontarieVolontarie, il comando della [[4ª Divisione fanteria "Littorio"|divisone d'assalto ''Littorio'']], un'grande unità checui legheràil suo nome sarà legato per molto tempo al suo nome.
Il 10 marzo 1939 vieneè promosso generale di divisione per meriti di guerra e rimane ferito una seconda volta il 30 maggio 1939. Rientra in Italia ed a Parma conserva il comando della Littorio che viene trasformata nella terza [[133ª Divisione corazzata "Littorio"|divisione corazzata dell'Esercito]] il 28 ottobre seguente (inquadrando il 33° Reggimento fanteria carristi equipaggiato di carri leggeri L3).
Rientra in Italia ed a Parma diviene il comandante della nuova [[133ª Divisione corazzata "Littorio"|133ª divisione corazzata ''Littorio'']] il 28 ottobre seguente.
Bitossi dall'11 aprile 1941, coadiuvato dal vice comandante della divisione Ruggero Cassata, conduce la ''Littorio'' nell'invasione della Jugoslavia occupando fulmineamente Karlovac, Sebenico, Knin, Mostar e Trebinjie. Per questi meriti verrà insignito della croce dell'O. M. I. nel luglio seguente.
Rientrato nella zona di Pordenone qui supervisiona la trasformazione e approntamento della Littorio in Venetodivisione corazzata interamente su carri medi (adatta all'impiego in Africa Settentrionale), sostituendo il 33° reggimento carristi con il 133° su tre battaglioni carri M 13/40. Il 22 gennaio 1942 si trasferirà con la ''Littorio'' in Libia con la quale parteciperà a tutti i cicli operativi per la conquista dell'Egitto (con un'interruzione tra l'8 luglio e il 20 settembre perché destinato alla Delease) sino alla distruzione della sua unità ad El Alamein il 4 novembre 1942. Dopo alcuniaver incarichiricoperto all'incarico di comandante interinale del XX° Corpo ed alla 1ª armata in Tunisia, Bitossi rientra in Italia il 1º marzo 1943.
Nell'aprile seguente scrisseredasse "''Frammenti di una esperienza decennale di guerra motorizzata 1933-1943''" importante relazione indirizzata a Umberto di Savoia, i generali Ambrosio, Roatta, Sartoris, Cadorna e Sorice, sulleper rendicontarli in merito alle reali condizioni deiin mezzicui blindatioperò dala luisua riscontrategrande soprattuttounità nelnella 1942campagna in Africa Settentrionale. Nel suo lungo scritto, Bitossi mette in evidenza con sincerità - pur senza lasciarsi andare a critiche - le scelte che sul campo vanificarono gli sforzi compiuti per l'approntamento e l'equipaggiamento della Littorio prima dell'invio della divisione in zona di guerra.
Dopo una lunga convalescenza per malattia riconosciuta causa di servizio, il 5 settembre assume il comando del II Corpo a Siena, giusto in tempo per l'armistizio. Viene catturato a Vicenza il 19 settembre ed internato dai Tedeschi a Schokken, campo per generali 64/Z sino al 1945.
Il 1º giugno 1946 viene collocato in congedo per età, non accettando la nuova forma di governo italiana.
== Onorificenze ==
* Cavaliere deidell'Ordine SS.Militare Mauriziodi e LazzaroSavoia
*Medaglia d'Argento al Valor Militare
*Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro
* Cavaliere della Corona d'Italia
* Medaglia d'Argento al Valor Militare
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