Admiral Scheer: differenze tra le versioni
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Allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], la ''Scheer'' si trovava in cantiere a [[Kiel]] per estesi lavori di aggiornamento: tra le altre cose, la [[prua]] fu allungata e resa più arcuata, il ponte di comando e l'albero maestro furono ridisegnati, e l'armamento antiaereo potenziato<ref name="Nico Sgarlato 2004">Nico Sgarlato, ''Le navi da battaglia del Terzo Reich'' in ''War Set - Documenti illustrati della storia'' n.4 ottobre - novembre 2004, Delta Editrice, ISSN 1722876X, pag. 6</ref>. La nave, con al comando il capitano [[Theodor Krancke]] lasciò il porto di [[Gotenhafen]] il 29 ottobre 1940 per dirigersi verso l'[[Oceano Atlantico|Atlantico]], con il compito di attaccare il naviglio mercantile diretto in [[Gran Bretagna]].
Superato lo [[stretto di Danimarca]] (non senza difficoltà a causa delle forti [[tempesta|tempeste]]), la ''Scheer'' fece rifornimento da petroliere tedesche e si diresse verso l'Atlantico centrale. La mattina del 5 novembre 1940, l'[[idrovolante]] da ricognizione dell'incrociatore intercettò un grosso convoglio britannico, il convoglio HX84 partito dal porto [[Canada|canadese]] di [[Halifax (Canada)|Halifax]]. La ''Scheer'' si diresse alla massima velocità verso il convoglio, affondando strada facendo il mercantile ''Mopan'', che navigava isolato. Poco prima delle 16:30, la ''Scheer'' intercettò il convoglio britannico, formato da 37 mercantili di diverso tipo scortati dall'[[incrociatore ausiliario]] ''[[HMS Jervis Bay (F40)|HMS Jervis Bay]]''; mentre l'incrociatore si portava a tiro, il piccolo ''Jervis Bay'' iniziò a stendere una cortina fumogena per coprire i mercantili, per poi dirigersi a tutta velocità contro la ''Scheer''. Crivellato di colpi, il ''Jervis Bay'' affondò con la perdita di quasi tutto il suo equipaggio, ma con il suo sacrificio era riuscito a dare un vantaggio di 22 minuti al resto del convoglio. Con il sole che stava calando, la ''Scheer'' si lanciò all'inseguimento del convoglio, e con l'ausilio di riflettori, [[radar]] e razzi illuminati, rintracciò a uno a uno i mercantili. Alle 20:40, quando Krancke sospese l'inseguimento, la ''Scheer'' aveva sparato quasi metà delle munizioni di scorta, affondando cinque navi mercantili (tra cui una [[petroliera]]) e danneggiandone altre tre<ref>AAVV, ''Il Terzo Reich - Guerra sul mare'', Hobby & Work, 1993, ISBN 88-7133-047-1, pag. 72-74</ref>.
Sottraendosi alla caccia di una formazione navale britannica, la ''Scheer'' si diresse verso il sud Atlantico. Il 14 novembre si incontrò con la petroliera ''Nordmark'', che la rifornì di munizioni e combustibile. Il 25 novembre, intercettò e affondò un paio di mercantili britannici al largo delle isole [[Capo Verde]]. Il 18 dicembre catturò intatta la nave frigorifera ''Duquesa'', carica di grossi quantitativi di frutta, verdura, carne congelata e uova; dotata di equipaggio tedesco, la ''Duquesa'' venne trasformata in nave ausiliaria, rifornendo sia la ''Scheer'' che le altre navi corsare tedesche in zona di viveri freschi. La ''Scheer'' adottò una serie di accorgimenti già sperimentati dalle altre navi corsare tedesche: la nave venne dipinta con i colori tipici degli incrociatori britannici, e per rendere più credibilie il camuffamento il cannone centrale di ciascuna torre venne tenuto abbassato (gli incrociatori britannici non avevano torri trinate). Con questi trucchi la ''Scheer'' fu in grado di catturare e affondare due mercantili (il britannico ''Stanpark'' e l'[[Paesi Bassi|olandese]] ''Beneverd'') senza che potessero inviare segnali di aiuto<ref>Dobrillo Dupuis, ''SKL chiama'', Mursia, 2008, ISBN 978-88-425-4146-2, pag. 83</ref>.
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