Gervasio Bitossi: differenze tra le versioni
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|Attività = generale
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, ricordato per il suo
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== Carriera militare ==
Allievo del collegio militare "Nunziatella" di Napoli dal 16 ottobre 1900, entrò nel 1903 come allievo nell'Accademia militare di Modena, da cui uscì nel 1906 (118° su 228 allievi) con il grado di sottotenente
Il 23 settembre 1912 si sposa a Livorno con la signora Clementina Coronedi, dalla quale avrà quattro figli.
Moblitato per la 1^ Guerra Mondiale, il 22 luglio 1915 viene assegnato al 142° Reggimento di Fanteria in qualità di comandante di plotone mitragliatrici, ottiene la Medaglia d'Argento al V. M. (1915) dopo essere stato ferito in combattimento a Castelnuovo del Carso. Il 24 novembre 1915 è promosso Capitano.
Aiutante maggiore nel Reggimento "Lancieri di Montebello" e comandante del 4° squadrone, il 15 novembre 1916 è ammesso al corso pratico di Servizio di Stato Maggiore (che si svolse a Padova).
Svolge funzioni di S.M. presso vari comandi nei gradi di maggiore (1923) e di tenente colonnello (1926).
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Nel 1928-29 è assegnato al Reggimento “''Piemonte Reale” (1°)''. Dopo un incarico come ufficiale di Stato Maggiore, promosso colonnello il 16 agosto 1933, assume a Parma il comando del Reggimento ''Cavalleggeri Guide'' (19°), che manterrà fino al 10 novembre 1935. Fautore antesignano, e purtroppo inascoltato, della meccanizzazione dell’arma di cavalleria, trasforma il reggimento Guide in Scuola Carri veloci che, in tale ruolo, si affianca al Reggimento Carri Armati, unità capostipite dei carristi, già in funzione dal 1923 a Roma e dal 1931 a Bologna. Sotto la sua guida, il Reggimento Guide introduce nei propri organici il carro veloce CV 29, ereditati dal citato Reggimento carri armati e, dopo aver proseguito e concluso le sperimentazioni che porteranno alla creazione delle divisioni Celeri, formerà un certo numero di Gruppi Squadroni carri veloci (assegnati in organico alle tre divisioni celeri) e anche ai reggimenti di cavalleria che tuttavia, già nel 1938 rinunceranno volentieri ad avere in organico un gruppo squadroni meccanizzato.
Durante la guerra d'Etiopia (1935/1936), è al comando del 1º reggimento misto
Fu senz’altro uno dei massimi esperti italiani in fatto di carri armati e guerra motorizzata; fu autore di diversi articoli e studi sui mezzi corazzati e collaborò alla stesura delle prime normative dottrinali d'impiego delle unità carri armati.
Fu nel 1936/1937 comandante della Scuola
Generale di brigata dal 31 luglio 1938, il 4 novembre parte per la Spagna ove il giorno seguente assume, in sostituzione del generale Bergonzoli, in seno al Corpo Truppe Volontarie, il comando della divisone d'assalto ''Littorio'', grande unità cui il suo nome sarà legato per molto tempo.
Il 10 marzo 1939 è promosso generale di divisione per meriti di guerra e rimane ferito una seconda volta il 30 maggio 1939. Rientra in Italia ed a Parma conserva il comando della Littorio che viene trasformata nella terza [[133ª Divisione corazzata "Littorio"|divisione corazzata dell'Esercito]] il 28 ottobre seguente (inquadrando il 33° Reggimento fanteria carristi equipaggiato di carri leggeri L3).
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