Angelo Mai: differenze tra le versioni

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Gli studi filologici ed i conseguenti eccezionali ritrovamenti e i recuperi operati prima alla Biblioteca Ambrosiana e in seguito alla Biblioteca Vaticana, non sono da attribuire solo a circostanze fortunate, ma furono il frutto di una ricerca sistematica, di una costante e intelligente inclinazione e applicazione all'indagine. Si occupò molti altri incarichi con svariati argomenti. Apprese che con l'uso di una spugna imbevuta di acido gallico, estratto dalle noci di galla polverizzate e inumidite, si poteva rendere visibile l'inchiostro sbiadito del testo abraso e riportare alla luce antiche e preziose testimonianze.
 
Rinvenne l'epistolario dello scrittore latino [[Marco Cornelio Frontone]], opera indispensabile per conoscere meglio la vita imperiale e privata di imperatori quali [[Marco Aurelio]], [[Lucio Vero]] ed [[Antonino Pio]]. Scoprì, nel dicembre del [[1819]], ampi frammenti di una delle più importanti opere politiche di [[Marco Tullio Cicerone]]: il ''[[De re publica]]''. La scoperta avvenne in un manoscritto [[Palinsesto (filologia)|palinsesto]] bobbiese (Vat. Lat. 5757) che riportava il ''Commenti ai Salmi'' di Sant'[[Agostino d'Ippona|Agostino]] (scritto nel VII secolo). Mai si aiutò con reagenti chimici a base di tannini ( ad esempio l'acido gallico) che gli permisero di portare alla luce ampie parti dell'opera ciceroniana (I-V libro).
 
Scoprì la più importante delle orazioni di [[Iseo (oratore)|Iseo]] (Περὶ τοῦ Κλεωνύμου κλήρου, "Per l'eredità di Cleonimo").