Regalzier: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m +wl |
m piccole correzioni |
||
Riga 3:
== Descrizione ==
La tecnica consisteva nel coprire la cortina muraria con un sottile strato di intonaco a base di calce dipinto di rosso (un pigmento ferroso a base di coccio pesto reso più saturo dall'aggiunta di [[ematite]]) e dipingervi a fresco, con un bianco di calce, il disegno delle fughe, solitamente con i tratti verticali più ampi. Spesso le fughe orizzontali erano marcate dall'incisione con un punteruolo. Talvolta anche l'impasto conteneva o veniva trattato sostanze oleose (le analisi hanno rintracciatp olio di lino) al fine di ottenere una maggiore impermeabilità<ref>{{Cita|Regalzier 2012
Non deve ingannare l'apparente futilità di tale decorazione, si trattava di invece un'intervento necessario per uniformare l'aspetto irregolare delle pareti, Infatti la fabbricazione dei mattoni a quel tempo, per quanto appartenenti alla stessa partita e cioè realizzati con l'argilla proveniente dalla medesima cava e cotti contemporaneamente nello stesso forno, non garantiva una omogeneità sia nel colore (più o meno giallastro o rossastro) sia nella dimensione a causa delle diversità di temperatura raggiunta dal singolo pezzo a seconda della posizione nella catasta. A questo bisogna aggiungere il tradizionale utilizzo di materiali di recupero e i tempi dilatati (determinati da lunghe interruzioni) per giungere alla fine dell'opera: cosa che comportava una forte differenza nelle misure "standard" dei laterizi (nei casi più estremi, come ai [[Basilica dei Frari|Frari]], si poteva andare dalle ''altinelle'', lunghe al massimo 17,5 cm, ai
[[File:Gentile_bellini,_miracolo_della_croce_al_ponte_di_san_lorenzo_02.jpg|miniatura|Gentile Bellini, ''[[Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo|
Questa finitura è di norma associata a fasce complementari di chiusura variamente decorate a fresco. Nelle chiese le fasce lasciano libero lo scorrere del paramento a finto ammattonato limitandosi a contornare arcate e finestre, Invece negli edifici civili spesso il ''regalzier'' rimaneva isolato nei riquadri definiti da fasce di sottogronda o marcapiano e dalle bordure di porte e finestrati. È piuttosto difficile immaginare oggi come poteva apparire un palazzo così ornato. A parte l'episodica rappresentazione di Gentile Bellini nel [[Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo|''Miracolo della Croce a san Lorenzo'']], se ne può avere un'idea osservando la facciata di [[Ca' d'Oro]] dove, grazie alle maggiori disponibilità dei Contarini, col medesimo gusto è stato riprodotto in pietra quello che altrove poteva essere solo dipinto<ref>{{Cita|Piana-Danzi 2002
== Origine ==
L'origine della lavorazione e del suo nome non sono noti. Le ricerche archeologiche hanno tuttavia rinvenuto lacerti di tali finiture risalenti a XII secolo (Venezia, [[Chiesa di San Lorenzo (Venezia)|chiesa di San Lorenzo]])<ref>{{Cita|Piana 2000
La tecnica risulta comunque saltuariamente presente nel resto della penisola e trova qualche precedente nel nord Europa e nei motivi ricorrenti riscontrabilli nel vicino oriente ad esempio nelle costruzioni dei [[Selgiuchidi]]<ref>{{Cita|Velluti 2002
== Note ==
| |||