8,8 cm FlaK: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Nel corso dei tre mesi che finiscono con l'agosto 1944, il fuoco contraerei tedesco ha provocato non meno del 66% dei 700 bombardieri persi e del 98% dei 13.000 bombardieri danneggiati. Nel 1943, il 33% dei bombardieri persi ed il 66% di quelli danneggiati è stato attribuito alla FlaK|citato da J. Norris. op. cit. pag. 14|During the three months ending August 1944, German AA fire accounted for no less than 66 percent of the 700 bombers lost and 98 percent of the 13,000 bombers damaged. In 1943, 33 percent of the bombers lost and 66 percent of the damaged were attributed to Flak|lingua=en}}
 
DFopoDopo la seconda guerra mondiale, il cannone rimase in servizio in un numero limitato di esemplari in [[Jugoslavia]], anche come cannone navale sulla nave scuola [[Galeb (yacht presidenziale)|Galeb]]. Furono utilizzati anche dall'esercito norvegese i cannoni lasciati dai tedeschi dopo la resa.
 
=== L'impiego nel Regio Esercito ===
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</div>Nel giugno del [[1939]] l'[[Italia]] aveva forti crediti (circa 300 milioni di lire dell'epoca) nei confronti della [[Germania nazista|Germania]] per la cessione di materiali lavorati, quindi il Ministero della Guerra propose che venissero saldati con la cessione di 50 [[Compagnia (unità militare)|batterie]] di ''8,8&nbsp;cm FlaK'' ('''88/55''' nella denominazione italiana), pari a 300 bocche da fuoco e relativo munizionamento. Mentre la proposta fu accettata in linea di massima, le autorità tedesche fecero presente di non avere a disposizione tanti pezzi, quindi saldarono il debito in parte con gli ''8,8&nbsp;cm FlaK'' ed in parte con i ''[[7.5 cm kanon PL Vz. 37|7,5 cm M37(t)]]'' (75/50 nella denominazione italiana).<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 211.</ref> Nella proposta presentata dalle autorità tedesche era prevista anche la fornitura da parte italiana di parti meccaniche per cannoni contraerei e controcarri, quindi la produzione di componenti per artiglierie fu avviata nelle officine [[Ansaldo]] ([[Genova]] e [[Pozzuoli]]) e [[OTO Melara|OTO]].<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 216.</ref> Le batterie erano fornite complete di centrale di tiro Zeiss Mod. 36 e relative apparecchiature ausiliarie.
 
Le batterie cominciarono a giungere in Italia pochi giorni dopo l'ingresso dell'Italia in guerra, ed inizialmente furono assegnataassegnati in parte alla [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|MACA]] per la protezione delle principali città ed in parte inviate in [[Libia]] per la protezione dei porti. Alcuni gruppi furono successivamente assegnati a reparti mobili motocorazzati, ma fu subito evidente che il Regio Esercito non aveva a disposizione un [[Trattore d'artiglieria|trattore]] con caratteristiche adatte al traino del pezzo, dato che il compito era affidato ai [[Lancia 3Ro]], privi di trazione integrale.<ref>F. Cappellano, op. cit., nota 50 a pag 217.</ref> Alla fine del 1940 erano disponibili 44 pezzi e relative centrali di tiro.<ref name = autogenerato1>F. Cappellano, op. cit. pag 217.</ref> A partire dall'ottobre [[1942]] diverse batterie, pur restando tedesche, furono utilizzate da personale italiano per la protezione di infrastrutture militari e centri abitati, pratica ulteriormente intensificata nel 1943, arrivando ad interessare più di 100 batterie.<ref name=autogenerato1 /> Oltre ai cannoni che giungevano per i canali stabiliti nel 1940, nel 1943 furono trasferiti 24 pezzi e relativi trattori [[Sd.Kfz. 7]], destinati all'equipaggiamento della [[1ª Divisione corazzata "M"]]. L'88/55 nel Regio Esercito fu utilizzato nel suo ruolo naturale, cioè come arma contraerei, e l'utilizzo come cannone controcarri fu limitato aill'Africa Settentrionale (Libia e Tunisia) per pochi gruppi autocampali.
 
== I trattori ==