Georg Zoëga: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nacque a Daler, un paesino vicino [[Tønder]], nei pressi della [[costa]] occidentale del nord dello [[Schleswig (regione)|Schleswig]] in [[Danimarca]].
Il padre, la cui famiglia proveniva dal [[Nord Italia]], era Christian Zoega, [[pastore]] [[protestante]] a [[Vilhad]]; sua madre era Henriette Clausen.
Da ragazzo Jörgen fu educato in casa e poi frequentò il ''gymnasium'' ad [[Distretto di Altona|Altona]]. Nel [[1773]] andò all'[[Università di Gottinga]] e poi a [[Lipsia]], a studiare [[filosofia]] ed i classici. Frequenti viaggi in [[Italia]] gli fecero sviluppare un interesse per l'[[archeologia]], che aveva già da giovane. Nel [[1782]], grazie ai buoni uffici del ministro danese [[Ove Høegh-Guldberg]], ricevette una borsa di studio per due anni dallo Stato. Da [[Vienna]], dove studiò sotto il famoso numismatico [[Joseph Eckhel|Eckhel]], Zoega andò a [[Roma]] agli inizi del [[1783]]. Grazie ad alcune presentazioni ricevette un caldo benvenuto da [[Stefano Borgia]], che allora era un prelato ed in seguito divenne [[cardinale]].
Durante il ritorno a casa, Zoega seppe a [[Parigi]] della caduta politica del suo patrono [[Ove Høegh-Guldberg|Guldberg]]. Di conseguenza tornò a Roma e prese residenza permanente nella [[Città Eterna]], che un uomo, come lui disse, non dovrebbe mai vedere oppure mai lasciare.
Già in precedenza aveva catalogato e descritto esaurientemente la notevole collezione numismatica "Borgia"; il card. [[Stefano Borgia]] gli fornì un forte sostegno e [[Pio VI]] gli accordò una [[pensione]] di 400 [[scudo (moneta)|scudi]]. Con l'aiuto di amici influenti Zoega ricevette anche un sussidio permanente dalla [[Danimarca]], e nel [[1790]] fu nominato membro onorario della [[Accademia delle belle arti di Copenaghen]]. Quando il suo patrono, il cardinal Borgia, fu esiliato da Roma nel [[1798]], Zoega, grato per l'ospitalità che il cardinale aveva concesso ai [[
Dal 1798 Zoega fu il console danese a Roma e membro dell'[[Regia accademia danese di scienze e lettere]] di [[Copenaghen]]. I suoi lavori di [[numismatica]] lo portarono a studi di [[egittologia]] e sulla [[Chiesa copta]], che riuscì a condurre con successo. Con le sue capacità di approfondimento e con le sue capacità di giudizio, indicò agli studiosi successivi il cammino da percorrere per l'interpretazione dei [[geroglifico egizio|geroglifici]]. È considerato come un collega di [[Johann Joachim Winckelmann|Winckelmann]] e di [[Ennio Quirino Visconti|Visconti]] nella istituzione di un'archeologia scientifica. I suoi meriti furono riconosciuti anche da altri paesi con la sua elezione nel [[1806]] a membro dell'[[Accademia delle scienze di Berlino]] e dell'[[Accademia austriaca delle scienze]] di [[Vienna]].
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