Guerra d'Italia del 1521-1526: differenze tra le versioni
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Dopo Pavia, il destino del re di Francia, imprigionato nella rocca di Pizzighettone, e della Francia stessa divennero oggetto di furiose manovre diplomatiche: Carlo V, in mancanza di fondi per pagare la guerra, decise di rinunciare al matrimonio con la [[Dinastia Tudor|Casa dei Tudor]] che aveva promesso a Enrico VIII e cercò invece di sposare [[Isabella d'Aviz (1503-1539)|Isabella del Portogallo]], che avrebbe portato con sé una dote più consistente. Il duca di Borbone, nel frattempo, discuteva con Enrico di invadere e partizionare la Francia, e allo stesso tempo incoraggiava d'Avalos a prendere Napoli e a dichiararsi re d'Italia.<ref>{{Cita|Guicciardini|Vol. IV, pp. 275-280, 297-298}}.</ref><ref group=N>D'Avalos, la cui fedeltà alla Spagna compensava la sua ambizione, rifiutò l'offerta e riferì tutto a Carlo V. In {{Cita|Hackett, 1937|pp. 312-315}}.</ref>
Il [[trattato di Roma (1525)]], stipulato il primo aprile tra l'inviato di [[Carlo di Lannoy]] ed il Papa, stabilì un'alleanza tra [[Carlo V d'Asburgo]] e [[Papa Clemente VII]], il quale così facendo abbandonava l'alleanza con [[Francesco I di Francia]]. Fu reso pubblico in Maggio. In base ad esso, [[Milano]] sarebbe rimasta in mano agli [[Sforza]] e la presenza [[Medici|Medicea]] a [[Firenze]] sarebbe stata preservata
[[Francesco Guicciardini]] così descrive il trattato:
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