Caffè Burello: differenze tra le versioni
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==Storia==
Anche conosciuto come ''"la pantalera"'' (che significa ''tettoia'' in [[dialetto piemontese]]<ref>alcune spiegazioni nell'[[pantalera|articolo sull'omonimo ''giuco'']]</ref>), il locale era posto all'angolo di [[Corso Vittorio Emanuele II (Torino)|Corso Vittorio Emanuele]] e via Urbano Rattazzi. in un edificio risalente al 1861, progettato dall'architetto Blachier.<ref>Vera Comoli Mandracci, 1983, pp. 209-215</ref>
In seguito alla costruzione della vicina [[Stazione di Torino Porta Nuova|stazione ferroviaria di Porta Nuova]], nel [[1861]], divenne uno dei principali luoghi di passaggio e d'incontro per i passeggeri in arrivo o partenza, con particolare riguardo ai commercianti della provincia che giungevano a Torino per l'acquisto di [[carrozza|carrozze]] o per la vendita di [[cavallo|cavalli]]. Durante l'ultimo ventennio del [[XIX secolo]], il Caffè Burello poteva considerarsi una tappa obbligata per i giovani torinesi di buona famiglia, alla ricerca di nuovi cavalli e [[calesse|calessi]] veloci e, negli ultimi anni del secolo, la svolta tecnologica dovuta alla diffusione degli [[automobili]], di gran moda nella vicina [[Francia]], polarizzò l'interesse della clientela.
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