Andrea Memmo: differenze tra le versioni

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La carriera politica gli creò grossi problemi economici, in quanto imponeva il sostenimento di spese gravose in occasione dell'assunzione di cariche importanti. Nel [[1791]] lo Zaguri scriveva in una lettera: «Il Memmo non ha più barca, è ridotto a miseria». Ulteriore aggravio gli derivò dalla costituzione delle doti per le figlie Lucia e Paolina, andate spose rispettivamente ad [[Alvise Mocenigo (1760-1815)|Alvise Mocenigo]] e a Luigi [[Martinengo (famiglia)|Martinengo dalle Palle]]: per costituire la dote della seconda dovette spogliarsi della sua ultima proprietà, il [[Palazzo Memmo Martinengo Mandelli|palazzo Memmo]] di [[Chiesa di San Marcuola|San Marcuola]].
 
Nel [[1789]], in occasione della morte del [[doge (della Repubblica di Venezia)|doge]] [[Paolo Renier]], alcuni lo indicarono come suo successore, ma la proposta non ebbe seguito a causa delle sue limitate sostanze familiari, nonché per le sue idee riformiste. Nell'agosto [[1790]] concluse il suo mandato di procuratore<ref name=treccani/>.
 
Dopo la morte avvenuta nel [[1793]], in seguito a una lunga e dolorosissima malattia, fu tumulato nella [[chiesa di Santa Maria dei Servi (Venezia)|chiesa di Santa Maria dei Servi]]. Quando, nel [[1815]], essa venne abbattuta, le spoglie furono traslate nella chiesa di San Marcuola attigua al palazzo di famiglia, in una semplice sepoltura a terra con una piccola lapide che reca la laconica scritta ''ANDREÆ MEMO PATR. VEN.''