Economia keynesiana: differenze tra le versioni

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Keynes ha spostato l'attenzione dell'economia dalla [[produzione]] di beni alla [[domanda e offerta#Domanda|domanda]], osservando come in talune circostanze la [[domanda aggregata]] è insufficiente a garantire la piena [[occupazione]].
 
Da qui, secondo Keynes, vi sarebbe la necessità di un [[intervento pubblico]] statale a sostegno della domanda, nella consapevolezza che il prezzo da pagare sarebbe un'eccessiva [[disoccupazione]] nei periodi di crisi, poichèin quanto, quando la domanda diminuisce, è assai probabile che le reazioni degli operatori economici al calo della domanda producano le condizioni per ulteriori diminuzioni della [[domanda aggregata]]. Per questo vi sarebbe la necessità di un intervento da parte dello Stato per incrementare la domanda globale anche in condizioni di [[deficit pubblico]] (''deficit spending''), che a sua volta determinerebbe un aumento dei [[consumo|consumi]], degli [[investimento|investimenti]] e dell'[[occupazione]], dunque [[crescita economica]].
 
Questa teoria si oppone alle conclusioni della cosiddetta [[economia neoclassica]], sostenitrice invece della capacità del mercato di riequilibrare domanda e offerta grazie alla [[legge di Say]].