Robert Edward Lee: differenze tra le versioni

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== Gioventù e carriera ==
[[File:Robert E. Lee.jpg|upright|left|thumb|Robert E. Lee giovane ufficiale]]
Robert Edward Lee nacque a [[Stratford Hall Plantation]], nella Contea[[contea di Westmoreland [[(Virginia)]], quarto figlio di un eroe della [[guerra di indipendenza americana]], [[Light Horse Harry Lee|Henry Lee]] ("Lighthorse Harry"), e di Anne Hill Lee (nata Carter) Lee. Suo padre era discendente di una delle [[Lee (famiglia)|famiglie]] storicamente più importanti e influenti della Virginia]]. Entrò nell'[[Accademia Militare degli Stati Uniti]] a [[West Point (New York)|West Point]] nel [[1825]]. Quando nel [[1829]] si diplomò (secondo su quarantasei della sua classe) egli, non solo raggiunse il vertice accademico, ma non dovette neppure registrare nessun punto di demerito a suo carico. Fu assegnato come [[sottotenente]] (''second lieutenant'') al [[Genio militare|Corpo del Genio]].
 
Lee servì per diciassette mesi a [[Fort Pulaski]] ([[Cockspur Island]], [[Georgia (Stati Uniti d'America)|Georgia]]). Nel [[1831]] fu trasferito a [[Fort Monroe]], [[Virginia]], come assistente ingegnere. Mentre era lì di guarnigione, sposò ad [[Arlington House]], residenza dei genitori della moglie, proprio di fronte a [[Washington]], [[Mary Anna Custis Lee|Mary Anna Randolph Custis]] ([[1808]]–[[1873]]), la bis-bisnipote di [[Martha Washington]]. Ebbero sette figli, tre ragazzi e quattro ragazze: [[George Washington Custis Lee|George Washington Custis]], [[William Henry Fitzhugh Lee|William H. Fitzhugh]], Robert Edward, Mary, Annie, Agnes e Mildred.
 
=== Genio militare ===
Lee servì come assistente nell'ufficio dell'ingegnere-capo a Washington dal [[1834]] al [[1837]], ma trascorse l'estate del [[1835]] aiutando a tracciare le linee di confine statale fra [[Ohio]] e [[Michigan]]. Nel 1837 ricevette il primo comando importante. Come tenente (''first lieutenant'') del Genio supervisionò i lavori ingegneristici per il porto di [[Saint Louis|St. Louis]] e per i tratti superiori dei fiumi [[Mississippi (fiume)|Mississippi]] e [[Missouri (fiume)|Missouri]]. I suoi lavori gli fruttarono una promozione a [[capitano]]. Nel [[1841]] fu trasferito a [[Fort Hamilton]], nel [[porto di New York]], dove ricevette l'incarico di costruire fortificazioni.
 
=== Guerra messicana, West Point e Texas ===
[[File:Robert E Lee 1851.jpg|thumb|upright|left|Lee nel 1850]]
 
Lee si distinse nella [[Guerra messicano-statunitense|guerra messicana]] ([[1846]]–[[1848]]). Fu uno degli aiutanti di [[Winfield Scott]] nella marcia da [[Veracruz (città)|Veracruz]] a [[Città del Messico]]. Fu parte attiva in numerose vittorie statunitensi agrazie causa dellealle sue personali ricognizioni in qualità di ufficiale di Stato Maggiore. Identificò le vie d'attacco che i messicani non avevano pensato di presidiare in quanto pensavano che il terreno non consentisse alcun transito.
 
Fu promosso [[maggiore]] dopo la [[battaglia di Cerro Gordo]] nell'aprile [[1847]]. Combatté anche a [[Battaglia di Contreras|Contreras]], a [[Battaglia di Churubusco|Churubusco]] e a [[Battaglia di Chapultepec|Chapultepec]] e fu ferito in quest'ultima occasione. Alla fine della guerra era stato promosso [[tenente colonnello]].
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Quelli non furono anni felici per Lee, dal momento che non amava stare lontano dalla sua famiglia per lunghi periodi di tempo, specialmente perché sua moglie era sempre più malata. Lee tornava a casa per vederla non appena ciò gli fosse possibile.
 
Gli accadde di essere a Washington nel momento dell'incursione nel [[1859]] di [[John Brown (attivista)|John Brown]] contro [[Harper's Ferry]], in Virginia (ora [[Virginia Occidentale]]) e fu inviato sul posto per arrestare Brown e ristabilire l'ordine. Egli assolseAssolse il suo compito con rapidità e poi tornò al suo reggimento in Texas. Allorché il [[Texas]] proclamò la sua secessione dall'[[Unione (guerra di secessione americana)|Unione]] nel [[1861]], Lee fu chiamato a [[Washington]] in attesa di nuovi ordini.
 
=== Lee proprietario di schiavi ===
In quanto membro dell'[[aristocrazia]] della Virginia, Lee visse in stretto contatto con la [[schiavitù]] per tutta la sua vita. Si è saputo con certezza che egli aveva posseduto schiavi solo nel [[1846]], quando fu scoperta la sua manifestazione di volontà registrata nella Contea Rockbridge (Virginia), in cui egli faceva riferimento a una donna schiava di nome Nancy e ai suoi figli, e nella quale Lee provvedeva al loro affrancamento in caso di sua morte<ref name="Parke Wills">{{en}} [http://www.nathanielturner.com/willofgeorgewashingtonparkecustis2.htm ''George Washington Parke Custis' Will''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060221231534/http://nathanielturner.com/willofgeorgewashingtonparkecustis2.htm |data=21 febbraio 2006 }}</ref>.
 
Tuttavia, quando il suocero di Lee, [[George Washington Parke Custis]], morì nell'ottobre del [[1857]], Lee ricevette un considerevole patrimonio per il tramite di sua moglie ed ebbe il temporaneo controllo di una notevole quantità di schiavi (sessantatré63 in tutto, fra uomini, donne e bambini), in quanto esecutore delle volontà di Custis. In ossequio alle disposizioni testamentarie<ref name="Parke Wills" />, gli schiavi furono liberati «secondo le modalità che ai miei esecutori sembreranno più rapide e adeguate», con un massimo di cinque anni dalla data di morte di Custis,; Lee provvide a sistemare la faccenda con i necessari passaggi legali relativi alla [[manomissione]].
 
La volontà di Custis fu omologata legalmente il 7 dicembre [[1857]]. Sebbene Robert Lee Randolph, Right Reverend William Meade e George Washington Peter fossero nominati esecutori con Robert E. Lee, i primi tre mancarono di effettuare i necessari passi legali, lasciando Lee come solo responsabile del patrimonio, con l'esclusivo controllo di tutti i vecchi schiavi di Custis. Malgrado le volontà circa questi schiavi da emancipare dicessero «secondo le modalità che ai miei esecutori sembreranno più rapide e adeguate», Lee si trovò nella necessità di pagare i debiti di suo suocero e di riparare le proprietà che aveva ereditato. Decise così di risparmiare per tutti i cinque anni nei quali ebbe sotto il proprio controllo gli schiavi, impiegandoli nelle piantagioni dei suoi vicini e nella Virginia orientale (dove c'era forte richiesta di lavoro). La decisione provocò insoddisfazione fra gli schiavi, che avevano pensato di diventare uomini liberi subito dopo la morte di Custis.
 
Nel 1859 tre di questi schiavi, Wesley Norris, sua sorella Mary e un loro cugino, fuggirono verso il Nord, ma furono catturati di nuovo a poche miglia dal confine con la [[Pennsylvania]] e obbligati a tornare ad Arlington. Gli autori di due lettere anonime al ''[[New York Tribune]]'', datate 19 giugno<ref>{{en}} [http://fair-use.org/new-york-tribune/1859/06/19/letters/a-citizen Letter from “A Citizen”], ''New York Daily Tribune'', 24 giugno 1859</ref> e 21 giugno [[1859]]<ref>{{en}} [http://fair-use.org/new-york-tribune/1859/06/21/letters/some-facts-that-should-come-to-light "Some Facts that Should Come to Light"] ''New York Daily Tribune'', 21 giugno 1859</ref>, asseriscono di aver sentito dire che Lee avrebbe frustato i Norris; in un'intervista del 1866<ref>{{en}} [http://fair-use.org/wesley-norris/testimony-of-wesley-norris "Testimony of Wesley Norris"], ''National Anti-Slavery Standard'', 14 aprile 1866</ref> stampatapubblicata nel ''[[National Anti-Slavery Standard]]'', Wesley Norris stesso assicurò che Lee li aveva frustati e aveva lacerato le loro schiene sfregandole con acqua salata. Lee inviò i Norris a lavorare per le ferrovie a [[Richmond (Virginia)|Richmond]] (Virginia) e in [[Alabama]]. Wesley Norris recuperò la sua condizione di uomo libero nel gennaio del [[1863]], infiltrandosi attraverso le linee confederate nei pressi di Richmond e indirizzandosi verso il territorio controllato dall'Unione.
 
Lee affrancò gli altri schiavi di Custis al termine del periodo di cinque anni, nell'inverno del [[1862]].