Emanuele Felice: differenze tra le versioni

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Ho inserito citazioni più dettagliate sulle recensioni ai libri di Emanuele Felice "Perché il Sud è rimasto indietro" e "Ascesa e declino. Storia economica d'Italia", da scritti di Deirdre McCloskey, Antonio Polito, Giuseppe Provenzano, Michele Salvati.
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Nel 2015 e 2016 è stato editorialista per ''[[La Stampa]]'', dal 2017 al 2020 è stato editorialista per [[La Repubblica (quotidiano)|''La Repubblica'']] e ''[[L'Espresso]]'', dal 2020 è editorialista per ''[[Domani (quotidiano)]].''
 
== Opere e pensiero ==
Fra le sue opere più significative, figurano le seguenti (tutte pubblicate da [[Il Mulino]]): ''Perché il Sud è rimasto indietro'' (2013), ''Ascesa e declino. Storia economica d'Italia'' (2015), ''Storia economica della felicità'' (2017) e ''Dubai, l'ultima utopia'' (2020). Il libro ''Il Sud, l'Italia, l'Europa. Diario civile'' (2019), è una raccolta ragionata degli editoriali scritti dal 2014 al 2018 il cui tema centrale è il progressivo declino, in Italia, della democrazia e del rispetto dei diritti umani.
 
Il libro ''Il Sud, l'Italia, l'Europa. Diario civile'' (2019), è una raccolta ragionata degli editoriali scritti dal 2014 al 2018 il cui tema centrale è il progressivo declino, in Italia, della democrazia e del rispetto dei diritti umani.
All'inizio, la sua attività di ricerca si è rivolta soprattutto alla ricostruzione storica dei divari regionali in Italia e alla loro interpretazione: in diversi articoli specialistici<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2005|titolo=Il reddito delle regioni italiane nel 1938 e nel 1951. Una stima basata sul costo del lavoro|rivista=Rivista di storia economica|numero=1/2005|accesso=2019-07-02|doi=10.1410/19468|url=https://www.rivisteweb.it/doi/10.1410/19468}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2005|titolo=Il valore aggiunto regionale. Una stima per il 1891 e per il 1911 e alcune elaborazioni di lungo periodo (1891-1971)|rivista=Rivista di storia economica|numero=3/2005|accesso=2019-07-02|doi=10.1410/20935|url=https://www.rivisteweb.it/doi/10.1410/20935}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2010-01-01|titolo=Regional development: reviewing the Italian mosaic|rivista=Journal of Modern Italian Studies|volume=15|numero=1|pp=64–80|accesso=2019-07-02|doi=10.1080/13545710903465556|url=https://doi.org/10.1080/13545710903465556}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2011|titolo=Regional value added in Italy, 1891–2001, and the foundation of a long-term picture1|rivista=The Economic History Review|volume=64|numero=3|pp=929–950|lingua=en|accesso=2019-07-02|doi=10.1111/j.1468-0289.2010.00568.x|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1468-0289.2010.00568.x}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|titolo=The roots of a dual equilibrium: GDP, productivity, and structural change in the Italian regions in the long run (1871–2011)|rivista=European Review of Economic History|lingua=en|accesso=2019-07-02|doi=10.1093/ereh/hey018|url=https://academic.oup.com/ereh/advance-article/doi/10.1093/ereh/hey018/5073301}}</ref> ha elaborato stime del [[Prodotto interno lordo|PIL]] e della produttività delle regioni italiane, dall'[[Proclamazione del Regno d'Italia|Unità d'Italia]] al secondo dopoguerra, come pure dell'[[Indice di sviluppo umano]] e di altri indicatori sociali<ref>{{Cita pubblicazione|autore=E. Felice|anno=|titolo=I divari regionali in Italia sulla base degli indicatori sociali (1871-2001)|rivista=Rivista di Politica Economica|volume=97, 2007|numero=3-4|url=http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2007/mar-apr/Eman_felice.pdf|accesso=4 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181103093809/http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2007/mar-apr/Eman_felice.pdf|dataarchivio=3 novembre 2018|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Emanuele Felice|titolo=Regional convergence in Italy (1891-2001): testing human and social capital|rivista=Cliometrica|volume=2012 (6)|numero=n. 3, pp. 267-306|url=https://link.springer.com/article/10.1007/s11698-011-0076-1}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=E. Felice, M. Vasta|titolo=Passive modernization? The new human development index and its components in Italy's regions (1871-2007)|rivista=European Review of Economic History|volume=19 (2015)|numero=n. 1, pp. 44-66.|doi=|url=https://watermark.silverchair.com/heu018.pdf?token=AQECAHi208BE49Ooan9kkhW_Ercy7Dm3ZL_9Cf3qfKAc485ysgAAAjkwggI1BgkqhkiG9w0BBwagggImMIICIgIBADCCAhsGCSqGSIb3DQEHATAeBglghkgBZQMEAS4wEQQMjI7a2aPxSlRxvXGeAgEQgIIB7AAxEiAqn4nsa5S6dMz6TviNgTYgmjKBE4zfPRCeCQlsj_aT51DYrg6ijgw5d_PzH6hxDAz4GO5ik8BaG64Y4uVSADHwxlrYbKANNQKAJEEYAzEXr512Xo6YsrNNlVUWlhDqV4Vflfcx_5cC0LaZXoszKFysoU5cEM6uGLcjKNc7RJQ71zeNrBCKwUI2ChP0diMfV9osO1ECXhSD2V1Zd08c7mA6W6chs1NpzTPD90eU0fkwDGCCmIgFr8l1rKcWdIp1JEBhbKSXiNJIsiynX68eRVYccTjM-qKSOMPnkb7dPTjiCFuuMHMu5b5Lk1yQl3muhwomzO-uA2xBZfimNf7hc4CwtmripFSIowuXcMpqZvCvzrCThiU_VHWCUld9P_ZMRPmlgcRMvTlLi2-aYxfeVeUJACKqx6qKE4v0VSnpdVoaANKlgL9CNy129mPBmMlQErB7OK-X2lRs3PF7n7zJ6fT4iz5mzYHpTJEJLbLVBFPhMuqBHpBjgMPpM_AlaoSHCKVSxcOcHVfMFH6wQi2v18PyXI7GHWDLuLjPSrL2ey3JlTKuWoFQsw8MRwe_0HwSSTl6bTCw2l5z5osM3MSsFv-fCwzKYOyofklBULkIVJLmGUsnKpuMJjQF0y4Ym6KWBCzf8Kosi8PFXg}}</ref>; l'autore ha così proposto un quadro interpretativo di lungo periodo per spiegare i diversi andamenti regionali, basato sul ruolo del contesto sociale e delle istituzioni, e delle classi dirigenti che da quel contesto derivano. L'economista e storica dell'economia [[Deirdre McCloskey]] ha definito "splendido" il lavoro di Emanuele Felice sui divari Nord-Sud<ref>{{Cita web|url=https://nephist.wordpress.com/2014/01/20/on-the-many-failures-of-southern-italy-to-catch-up/|titolo=On the many failures of (southern) Italy to catch up|autore=missiaia|sito=The NEP-HIS Blog|data=2014-01-20|lingua=en|accesso=2021-04-06}}</ref>.
 
=== Questione meridionale e disuguaglianze ===
Con il libro ''Perché il Sud è rimasto indietro'' (2013), Felice ottiene una certa notorietà anche al di fuori dei circoli accademici<ref>{{Cita web|url=http://blog.ilgiornale.it/allegri/2014/02/13/meridionali-di-tutto-il-mondo-unitevi-e-leggete-questo-libro/|titolo=Meridionali di tutto il mondo unitevi (e leggete questo libro) –|sito=blog.ilgiornale.it|accesso=2019-07-02}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.indygesto.com/indybooks/420-perche-il-sud-e-rimasto-indietro-la-risposta-di-emanuele-felice|titolo=Perché il Sud è rimasto indietro? La risposta di Emanuele Felice|sito=Indygesto|accesso=2019-07-02}}</ref>, suscitando un certo dibattito tra i fautori e gli oppositori della sua tesi, su diversi quotidiani<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/politica/2014/5-marzo-2014/editoriale%7Cintellettuali-sudismo-2224166598559.shtml|titolo=Editoriale{{!}}Intellettuali e sudismo|autore=Ernesto Galli Della Loggia|sito=Corriere del Mezzogiorno|data=2014-03-05|accesso=2019-07-02}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/404565/perche-il-sud-e-rimasto-indietro-presentazione-del-libro-di-emanuele-felice-societa|titolo=Perchè il sud è rimasto indietro - Presentazione del libro di Emanuele Felice (Società editrice il Mulino)|autore=Radio Radicale|sito=Radio Radicale|data=2014-02-28|accesso=2019-07-02}}</ref>. Fra gli altri, l'economista [[Michele Salvati]], nel recensire il libro per il [[Corriere della Sera]], l'ha definito "Un lavoro importante (...) molto utile e facilmente leggibile, a tratti appassionante, per chi voglia disporre di una interpretazione documentata dell’origine e della permanenza dello sviluppo dualistico del nostro Paese", ed ha accostato per il valore delle sue ricerche Emanuele Felice allo storico [[Luciano Cafagna]] <ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cultura/14_febbraio_05/se-tutta-l-italia-diventa-mezzogiorno-minaccia-una-deriva-dall-europa-2d523d3c-8e75-11e3-afb4-50ae7364e5b3.shtml|titolo=Se tutta l’Italia diventa Mezzogiorno La minaccia di una deriva dall’Europa|sito=Corriere della Sera|data=2014-02-05|lingua=it|accesso=2021-04-06}}</ref>. [[Antonio Polito]] ha scritto di "una infiammata disputa storiografica che ha accesso il libro di Emanuele Felice (...) Dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno a quelle del Mattino, sostenitori e detrattori delle tesi del giovane storico di origini abruzzesi si stanno affrontando senza esclusione di colpi"<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2014/24-febbraio-2014/editoriale%7C-colpe-sono-anche-nostro-meridione-2224120509029.shtml|titolo=Editoriale{{!}} Le colpe sono anche nel nostro Meridione|sito=Corriere del Mezzogiorno|data=2014-02-24|lingua=it|accesso=2021-04-06}}</ref>. Il futuro ministro per il Sud [[Giuseppe Provenzano (1982)]] ha dedicato a Perché il Sud è rimasto indietro un saggio, pubblicato nel 2014 sulla [[Rivista economica del Mezzogiorno]], in cui scrive fra l'altro:<blockquote>Periodicamente, dopo anni di silenzi e abbandoni, la questione meridionale torna al centro della attenzione pubblica. (...) È stato Emanuele Felice, con un libro che già dal titolo – Perché il Sud è rimasto indietro – tradisce una grande ambizione, anche grazie a una bella scrittura partecipe e comunicativa e a una tesi esplicitamente contrapponibile, a rilanciare – con una vasta eco e con serietà e competenza – la discussione. Che non è rimasta confinata, come quasi sempre accade alle riflessioni – anche interessanti e innovative – sul Mezzogiorno, nelle colonne dei quotidiani regionali o negli spazi ancora più in ombra delle (poche) riviste specialistiche. Ha guadagnato sessioni intere di importanti Riviste, le colonne di quotidiani nazionali attirando l’attenzione di qualche illustre firma. Tutto questo, è bene ricordarlo, intorno ad un lavoro scientifico, per giunta di carattere «storico» (...).
All'inizio, la sua attività di ricerca si è rivolta soprattutto alla ricostruzione storica dei divari regionali in Italia e alla loro interpretazione: in diversi articoli specialistici<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2005|titolo=Il reddito delle regioni italiane nel 1938 e nel 1951. Una stima basata sul costo del lavoro|rivista=Rivista di storia economica|numero=1/2005|accesso=2019-07-02|doi=10.1410/19468|url=https://www.rivisteweb.it/doi/10.1410/19468}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2005|titolo=Il valore aggiunto regionale. Una stima per il 1891 e per il 1911 e alcune elaborazioni di lungo periodo (1891-1971)|rivista=Rivista di storia economica|numero=3/2005|accesso=2019-07-02|doi=10.1410/20935|url=https://www.rivisteweb.it/doi/10.1410/20935}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2010-01-01|titolo=Regional development: reviewing the Italian mosaic|rivista=Journal of Modern Italian Studies|volume=15|numero=1|pp=64–80|accesso=2019-07-02|doi=10.1080/13545710903465556|url=https://doi.org/10.1080/13545710903465556}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2011|titolo=Regional value added in Italy, 1891–2001, and the foundation of a long-term picture1|rivista=The Economic History Review|volume=64|numero=3|pp=929–950|lingua=en|accesso=2019-07-02|doi=10.1111/j.1468-0289.2010.00568.x|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1468-0289.2010.00568.x}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|titolo=The roots of a dual equilibrium: GDP, productivity, and structural change in the Italian regions in the long run (1871–2011)|rivista=European Review of Economic History|lingua=en|accesso=2019-07-02|doi=10.1093/ereh/hey018|url=https://academic.oup.com/ereh/advance-article/doi/10.1093/ereh/hey018/5073301}}</ref> ha elaborato stime del [[Prodotto interno lordo|PIL]] e della produttività delle regioni italiane, dall'[[Proclamazione del Regno d'Italia|Unità d'Italia]] al secondo dopoguerra, come pure dell'[[Indice di sviluppo umano]] e di altri indicatori sociali (istruzione, speranza di vita)<ref>{{Cita pubblicazione|autore=E. Felice|anno=|titolo=I divari regionali in Italia sulla base degli indicatori sociali (1871-2001)|rivista=Rivista di Politica Economica|volume=97, 2007|numero=3-4|url=http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2007/mar-apr/Eman_felice.pdf|accesso=4 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181103093809/http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2007/mar-apr/Eman_felice.pdf|dataarchivio=3 novembre 2018|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Emanuele Felice|titolo=Regional convergence in Italy (1891-2001): testing human and social capital|rivista=Cliometrica|volume=2012 (6)|numero=n. 3, pp. 267-306|url=https://link.springer.com/article/10.1007/s11698-011-0076-1}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=E. Felice, M. Vasta|titolo=Passive modernization? The new human development index and its components in Italy's regions (1871-2007)|rivista=European Review of Economic History|volume=19 (2015)|numero=n. 1, pp. 44-66.|doi=|url=https://watermark.silverchair.com/heu018.pdf?token=AQECAHi208BE49Ooan9kkhW_Ercy7Dm3ZL_9Cf3qfKAc485ysgAAAjkwggI1BgkqhkiG9w0BBwagggImMIICIgIBADCCAhsGCSqGSIb3DQEHATAeBglghkgBZQMEAS4wEQQMjI7a2aPxSlRxvXGeAgEQgIIB7AAxEiAqn4nsa5S6dMz6TviNgTYgmjKBE4zfPRCeCQlsj_aT51DYrg6ijgw5d_PzH6hxDAz4GO5ik8BaG64Y4uVSADHwxlrYbKANNQKAJEEYAzEXr512Xo6YsrNNlVUWlhDqV4Vflfcx_5cC0LaZXoszKFysoU5cEM6uGLcjKNc7RJQ71zeNrBCKwUI2ChP0diMfV9osO1ECXhSD2V1Zd08c7mA6W6chs1NpzTPD90eU0fkwDGCCmIgFr8l1rKcWdIp1JEBhbKSXiNJIsiynX68eRVYccTjM-qKSOMPnkb7dPTjiCFuuMHMu5b5Lk1yQl3muhwomzO-uA2xBZfimNf7hc4CwtmripFSIowuXcMpqZvCvzrCThiU_VHWCUld9P_ZMRPmlgcRMvTlLi2-aYxfeVeUJACKqx6qKE4v0VSnpdVoaANKlgL9CNy129mPBmMlQErB7OK-X2lRs3PF7n7zJ6fT4iz5mzYHpTJEJLbLVBFPhMuqBHpBjgMPpM_AlaoSHCKVSxcOcHVfMFH6wQi2v18PyXI7GHWDLuLjPSrL2ey3JlTKuWoFQsw8MRwe_0HwSSTl6bTCw2l5z5osM3MSsFv-fCwzKYOyofklBULkIVJLmGUsnKpuMJjQF0y4Ym6KWBCzf8Kosi8PFXg}}</ref>;. l'autoreFelice ha così proposto un quadro interpretativo di lungo periodo per spiegare i diversi andamenti regionali, basato sul ruolo del contesto sociale e delle istituzioni, e delle classi dirigenti che da quel contesto derivano: dove vi sono maggiori disuguaglianze interne e istituzioni estrattive, le classi dirigenti tendono più facilmente a strategie opportunistiche (che si legano anche al clientelismo e all'illegalità), che frenano la crescita, portando a una sorta di "modernizzazione passiva". L'economista e storica dell'economia [[Deirdre McCloskey]] ha definito "splendido" il lavoro di Emanuele Felice sui divari Nord-Sud<ref>{{Cita web|url=https://nephist.wordpress.com/2014/01/20/on-the-many-failures-of-southern-italy-to-catch-up/|titolo=On the many failures of (southern) Italy to catch up|autore=missiaia|sito=The NEP-HIS Blog|data=2014-01-20|lingua=en|accesso=2021-04-06}}</ref>.
 
Con il libro ''Perché il Sud è rimasto indietro'' (2013), Felice ottiene una certa notorietà anche al di fuori dei circoli accademici<ref>{{Cita web|url=http://blog.ilgiornale.it/allegri/2014/02/13/meridionali-di-tutto-il-mondo-unitevi-e-leggete-questo-libro/|titolo=Meridionali di tutto il mondo unitevi (e leggete questo libro) –|sito=blog.ilgiornale.it|accesso=2019-07-02}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.indygesto.com/indybooks/420-perche-il-sud-e-rimasto-indietro-la-risposta-di-emanuele-felice|titolo=Perché il Sud è rimasto indietro? La risposta di Emanuele Felice|sito=Indygesto|accesso=2019-07-02}}</ref>, suscitando un certo dibattito tra i fautori e gli oppositori della sua tesi, su diversi quotidiani<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/politica/2014/5-marzo-2014/editoriale%7Cintellettuali-sudismo-2224166598559.shtml|titolo=Editoriale{{!}}Intellettuali e sudismo|autore=Ernesto Galli Della Loggia|sito=Corriere del Mezzogiorno|data=2014-03-05|accesso=2019-07-02}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/404565/perche-il-sud-e-rimasto-indietro-presentazione-del-libro-di-emanuele-felice-societa|titolo=Perchè il sud è rimasto indietro - Presentazione del libro di Emanuele Felice (Società editrice il Mulino)|autore=Radio Radicale|sito=Radio Radicale|data=2014-02-28|accesso=2019-07-02}}</ref>. Fra gli altri, l'economista [[Michele Salvati]], nel recensire il libro per il [[Corriere della Sera]], l'ha definito "Un lavoro importante (...) molto utile e facilmente leggibile, a tratti appassionante, per chi voglia disporre di una interpretazione documentata dell’origine e della permanenza dello sviluppo dualistico del nostro Paese", ed ha accostato per il valore delle sue ricerche Emanuele Felice allo storico [[Luciano Cafagna]] <ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cultura/14_febbraio_05/se-tutta-l-italia-diventa-mezzogiorno-minaccia-una-deriva-dall-europa-2d523d3c-8e75-11e3-afb4-50ae7364e5b3.shtml|titolo=Se tutta l’Italia diventa Mezzogiorno La minaccia di una deriva dall’Europa|sito=Corriere della Sera|data=2014-02-05|lingua=it|accesso=2021-04-06}}</ref>. [[Antonio Polito]] ha scritto di "una infiammata disputa storiografica che ha accesso il libro di Emanuele Felice (...) Dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno a quelle del Mattino, sostenitori e detrattori delle tesi del giovane storico di origini abruzzesi si stanno affrontando senza esclusione di colpi"<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2014/24-febbraio-2014/editoriale%7C-colpe-sono-anche-nostro-meridione-2224120509029.shtml|titolo=Editoriale{{!}} Le colpe sono anche nel nostro Meridione|sito=Corriere del Mezzogiorno|data=2014-02-24|lingua=it|accesso=2021-04-06}}</ref>. Il futuro ministro per il SudMezzogiorno [[Giuseppe Provenzano (1982)]] ha dedicato a ''Perché il Sud è rimasto indietro'' un saggio, pubblicato nel 2014 sulla [[Rivista economica del Mezzogiorno]], in cui scrive fra l'altro:<blockquote>Periodicamente, dopo anni di silenzi e abbandoni, la questione meridionale torna al centro della attenzione pubblica. (...) È stato Emanuele Felice, con un libro che già dal titolo – Perché il Sud è rimasto indietro – tradisce una grande ambizione, anche grazie a una bella scrittura partecipe e comunicativa e a una tesi esplicitamente contrapponibile, a rilanciare – con una vasta eco e con serietà e competenza – la discussione. Che non è rimasta confinata, come quasi sempre accade alle riflessioni – anche interessanti e innovative – sul Mezzogiorno, nelle colonne dei quotidiani regionali o negli spazi ancora più in ombra delle (poche) riviste specialistiche. Ha guadagnato sessioni intere di importanti Riviste, le colonne di quotidiani nazionali attirando l’attenzione di qualche illustre firma. Tutto questo, è bene ricordarlo, intorno ad un lavoro scientifico, per giunta di carattere «storico» (...).
 
È un lavoro che trasuda scienza e passione civile, e questa quasi mai fa velo a quella, che è sviluppata con gli strumenti più avanzati della storia economica nell’ambito di una robusta letteratura internazionale.
 
(G. Provenzano, ''Perché il Sud è rimasto indietro? Il ruolo delle politiche. Contributo al dibattito a partire da un saggio di Emanuele Felice'', in "Rivista economica del Mezzogiorno", a. XXVIII, 2014, n. 4, pp. 991 e 993)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Giuseppe|cognome=Provenzano|titolo=Perché il Sud è rimasto indietro? Il ruolo delle politiche. Contributo al dibattito a partire da un saggio di Emanuele Felice|lingua=en|accesso=2021-04-06|url=https://www.academia.edu/14284845/Perch%C3%A9_il_Sud_%C3%A8_rimasto_indietro_Il_ruolo_delle_politiche_Contributo_al_dibattito_a_partire_da_un_saggio_di_Emanuele_Felice}}</ref> </blockquote>

=== Storia economica d'Italia e cause del declino italiano ===
Nel libro successivo, ''Ascesa e declino. Storia economica d'Italia'' (Il Mulino, 2015), e in alcuni articoli specialistici<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2015-02-01|titolo=Italy's Growth and Decline, 1861–2011|rivista=The Journal of Interdisciplinary History|volume=45|numero=4|pp=507–548|accesso=2019-07-02|doi=10.1162/JINH_a_00757|url=https://doi.org/10.1162/JINH_a_00757|nome2=Giovanni|cognome2=Vecchi}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Giovanni|cognome=Vecchi|data=2015/06|titolo=Italy's Modern Economic Growth, 1861–2011|rivista=Enterprise & Society|volume=16|numero=2|pp=225–248|lingua=en|accesso=2019-07-02|doi=10.1017/eso.2014.23|url=https://www.cambridge.org/core/journals/enterprise-and-society/article/italys-modern-economic-growth-18612011/A6F665C86CD05BFA0563DDB67B0AA522|nome2=Emanuele|cognome2=Felice}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2018|titolo=Economia e politica. Un'interpretazione di lungo periodo del declino italiano|rivista=ITALIA CONTEMPORANEA|volume=|numero=|accesso=2019-07-02|doi=10.3280/IC2018-288006|url=http://www.francoangeli.it/Riviste/SchedaRivista.aspx?IDarticolo=63056&amp;lingua=IT}}</ref>, Felice allarga il suo schema interpretativo: come per il Sud, anche per l'Italia sono in sostanza l'assetto socio-istituzionale, e le classi dirigenti che ne derivano, a determinare i successi e i fallimenti, e in particolare a spiegare l'attuale fase di declino economico. Anche questo libro suscita un certo dibattito, sui quotidiani nazionali e anche al di fuori dei circoli accademici<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sabino Cassese|titolo=Tornati all'età del bronzo|rivista=Il Sole-24 ore. Domenicale|volume=2015|numero=|url=https://images.irpa.eu/wp-content/uploads/2019/04/Segnalazioni_Cassese-20.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://sinistrainrete.info/storia/6067-emanuele-felice-ascesa-e-declino-nella-storia-economica-d-italia.html|titolo=Emanuele Felice: Ascesa e declino nella storia economica d'Italia|autore=Emanuele Felice|sito=sinistrainrete.info|lingua=en-gb|accesso=2019-07-02}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/456406/ascesa-o-declino-delleconomia-italiana|titolo=Ascesa o declino dell'economia italiana?|autore=Radio Radicale|sito=Radio Radicale|data=2015-10-21|accesso=2019-07-02}}</ref>. L'economista [[Michele Salvati]], in una lunga recensione per "La Lettura" del [[Corriere della Sera]], ha scritto: <blockquote>Il saggio di Emanuele Felice ''Ascesa e declino'' (il Mulino) è un libro che qualsiasi italiano preoccupato per il destino dell'Italia dovrebbe avere nella sua biblioteca, per quanto piccola. Ed è un libro che chi governa oggi l’Italia dovrebbe studiare a fondo per capire la difficoltà del compito che si è assunto. (...)
 
La democrazia non corse mai rischi seri: ciò che cedette fu la modernizzazione, la capacità d’adeguare l’economia e le istituzioni al passo veloce dell’innovazione e della competizione internazionale.
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È per questo giudizio, accuratamente documentato, che il libro di Felice dovrebbe stare sul comodino di quei politici che sembrano oggi porsi il compito di rimediare ai guasti di un lungo passato, di riavviare l’Italia sulla strada dello sviluppo.
 
(M. Salvati, ''L'Italia si è chiusa, dunque declina'', La Lettura, Corriere della Sera, 31 maggio 2015)<ref>{{Cita web|url=http://lettura.corriere.it/debates/litalia-se-chiusa-dunque-declina/|titolo=Notizie di libri e cultura del Corriere della Sera|sito=lettura.corriere.it|accesso=2021-04-06}}</ref></blockquote>In alcuni saggi successivi, così come in un numero monografico per la rivista "L'Industria" da lui curato insieme a [[Ugo Pagano]]<ref>{{Cita web|url=https://www.rivisteweb.it/issn/0019-7416/issue/7733|titolo=Rivisteweb: Dettagli Rivista|sito=www.rivisteweb.it|lingua=en|accesso=2021-04-10}}</ref>, Felice si concentra in particolare sulle cause del recente declino economico dell'Italia. Secondo Felice già dagli anni Settanta, e poi con ancora meno attenuanti negli anni Ottanta, l’Italia si è avvitata in un percorso di "path dependence" (dipendenza dal sentiero) e ne è rimasta prigioniera: soluzioni di breve periodo, che nell’immediato soddisfavano i principali attori economici e politici, sono state preferite ad altre di maggiore lungimiranza strategica, ma che avrebbero messo in discussione i compromessi e i benefici esistenti. Secondo Felice, l'Italia allora ha scelto una strategia di crescita non adatta agli standard di un paese avanzato: puntare sul debito publico (peraltro in modo clientelare), sulla svalutazione del cambio e sulla rendita; invece che investire sulle condizioni che creano innovazione tecnologica e mobilità sociale. Questa impostazione è poi sostanzialmente rimasta anche negli anni successivi quando, dopo l'entrata nell'euro, si è pensato di poter competere svalutando e precarizzando il lavoro (cioè ancora una volta sui costi), invece che puntando sull'innovazione (cioè sulla qualità). Fra le aree in cui la classe politica non è riuscita o non ha voluto intervenire, e che invece erano fondamentali per la crescita, e dove tuttora l'Italia presenta gravi problemi e anomalie, Felice analizza in particolare la pubblica amministrazione, l'istruzione e la ricerca, le politiche per il Mezzogiorno<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2018|titolo=Economia e politica. Un’interpretazione di lungo periodo del declino italiano|rivista=ITALIA CONTEMPORANEA|lingua=Italian|accesso=2021-04-10|doi=10.3280/IC2018-288006|url=http://www.francoangeli.it/Riviste/SchedaRivista.aspx?IDarticolo=63056&amp;lingua=IT}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|nome2=Alessandro|cognome2=Nuvolari|nome3=Michelangelo|cognome3=Vasta|data=2019|titolo=Alla ricerca delle origini del declino economico italiano|rivista=L'industria|numero=2/2019|accesso=2021-04-10|doi=10.1430/94132|url=https://www.rivisteweb.it/doi/10.1430/94132}}</ref>.
(M. Salvati, ''L'Italia si è chiusa, dunque declina'', La Lettura, Corriere della Sera, 31 maggio 2015)<ref>{{Cita web|url=http://lettura.corriere.it/debates/litalia-se-chiusa-dunque-declina/|titolo=Notizie di libri e cultura del Corriere della Sera|sito=lettura.corriere.it|accesso=2021-04-06}}</ref></blockquote>Con il libro ''Storia economica della felicità'' (2017), Felice propone una lettura di lungo periodo sul rapporto fra [[sviluppo economico]], [[etica]] e [[diritti umani]].<ref>{{Cita web|url=https://www.pandorarivista.it/articoli/storia-economica-della-felicita-di-emanuele-felice/|titolo="Storia economica della felicità" di Emanuele Felice|sito=Pandora Rivista|data=2018-06-11|accesso=2019-07-02}}</ref>
 
=== Analisi del rapporto fra sviluppo economico, etica e democrazia ===
(M. Salvati, ''L'Italia si è chiusa, dunque declina'', La Lettura, Corriere della Sera, 31 maggio 2015)<ref>{{Cita web|url=http://lettura.corriere.it/debates/litalia-se-chiusa-dunque-declina/|titolo=Notizie di libri e cultura del Corriere della Sera|sito=lettura.corriere.it|accesso=2021-04-06}}</ref></blockquote>Con il libro ''Storia economica della felicità'' (2017), Felice propone una lettura di lungo periodo sul rapporto fra [[sviluppo economico]], [[etica]] e [[diritti umani]].<ref>{{Cita web|url=https://www.pandorarivista.it/articoli/storia-economica-della-felicita-di-emanuele-felice/|titolo="Storia economica della felicità" di Emanuele Felice|sito=Pandora Rivista|data=2018-06-11|accesso=2019-07-02}}</ref>.
 
Nel recensirla, [[Sabino Cassese]] ha accostato quest'opera ai lavori di [[Max Weber]], [[Jared Diamond]] e [[Yuval Noah Harari|Yuval Harari]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfoglio.it/parla-cassese/2017/12/12/news/i-politici-e-la-promessa-della-felicita-168408/|titolo=I politici e la promessa della felicità|sito=www.ilfoglio.it|accesso=2019-07-02}}</ref>.
 
Nel 2020 di questo libro viene pubblicata un'edizione in spagnolo, sottotitolata "Una nuova visione della storia del mondo" ([[Editorial Crítica]]); secondo la rivista WMagazin, ''Historia economica de la felicidad'' è uno dei cinque migliori saggi usciti nel 2020.<ref>{{Cita web|url=http://wmagazin.com/relatos/los-20-mejores-libros-del-ano-2020-por-generos-literarios-para-wmagazin/|titolo=Los 20 mejores libros del año 2020, por géneros literarios, para WMagazín – WMagazín|lingua=es-ES|accesso=2020-12-29}}</ref>.
 
Alla fine del 2019 pubblica come editoriale un saggio per la rivista ''[[Il Mulino (rivista)|Il Mulino]]'', scritto con [[Giuseppe Provenzano (1982)|Giuseppe Provenzano]] ([[Ministri per la coesione territoriale della Repubblica Italiana|Ministro per il Sud e la coesione territoriale]] e già responsabile Lavoro del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] nella prima segreteria di [[Nicola Zingaretti]]), dal titolo "Perché la democrazia è in crisi? Socialisti e liberali per i tempi nuovi", in cui si sostiene che le politiche neo-liberali degli ultimi quarant'anni contribuendo ad aumentare le disuguaglianze dentro i paesi avanzati hanno causato l'indebolimento della [[democrazia liberale]] in Occidente, mentre l'ideologia neo-liberale, ponendo in secondo piano i [[diritti umani]] (specialmente sociali), ha rappresentato un tradimento del [[liberalismo]]; al contrario, il [[liberalismo]] può ritrovare linfa in un nuovo incontro con il pensiero socialista, fondato sulla valorizzazione dei diritti dell'uomo allargati, proseguendo il cammino intrapreso nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2019-12-01|titolo=Perché la democrazia è in crisi? Socialisti e liberali per i tempi nuovi|rivista=il Mulino|numero=6/2019|accesso=2020-05-21|doi=10.1402/95606|url=https://www.rivistailmulino.it/journal/article/index/Article/Journal:RWARTICLE:95606/Item/Journal:RWARTICLE:95606|nome2=Giuseppe|cognome2=Provenzano}}</ref>. Il saggio di Felice e Provenzano ha suscitato un ampio dibattito: nei primi mesi del 2020 la rivista "Pandora" ha pubblicato due dozzine di contributi di studiosi e uomini politici che ne discutono le tesi, sotto il titolo "Socialismo e liberalismo. Un dibattito sulla cultura politica".<ref>{{Cita web|url=https://www.pandorarivista.it/articoli/socialismo-liberalismo-provenzano-felice-un-dibattito-sulla-cultura-politica/|titolo=Socialismo e liberalismo. Un dibattito sulla cultura politica|sito=Pandora Rivista|data=2020-03-05|accesso=2020-05-21}}</ref>.
 
Nel marzo del 2020 ha pubblicato sempre con Il Mulino ''Dubai, l'ultima utopia'', un saggio e un reportage molto critico su quella che si definisce la "città più felice del mondo", ma che secondo Felice è invece un mondo distopico: il caso esemplare nel mondo della separazione fra capitalismo e democrazia, che rappresenta in modo paradigmatico le conseguenze (anche sull'ambiente) di un progresso economico sganciato dall'ideale dei diritti dell'uomo.<ref>{{Cita web|url=https://rep.repubblica.it/pwa/rubrica/l-infedele/2020/04/17/news/l_infernale_modello_dubai-254126446/|titolo=Rep|sito=rep.repubblica.it|accesso=2020-05-21}}</ref>.
 
== Attività politica ==
È stato responsabile Economia del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]], dal febbraio 2020 al marzo 2021, con la segreteria di [[Nicola Zingaretti]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2020/02/08/emanuele-felice-responsabile-economico-pd/|titolo=L'economista Emanuele Felice è il nuovo responsabile economico del PD|sito=Il Post|data=2020-02-08|accesso=2020-02-11}}</ref>.
 
Nella sua prima intervista in questo ruolo, rilasciata il 24 febbraio 2020 al quotidiano di cui era editorialista ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', Felice propone un nuovo patto con l'Europa per rilanciare l'economia italiana: più margini sul fronte degli investimenti in infrastrutture, istruzione e ambiente, in cambio delle riforme nella pubblica amministrazione e nel fisco.<ref>{{Cita web|url=https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2020/02/24/news/emanuele_felice_all_italia_serve_un_nuovo_patto_con_l_europa_su_crescita_e_investimenti_-249506821/|titolo=Rep|sito=rep.repubblica.it|accesso=2020-05-21}}</ref> Nella successiva intervista rilasciata il 13 marzo per il settimanale ''Sette'' del ''[[Corriere della Sera]]'', Felice sul piano politico si definisce "socialista, democratico, liberale" e, su quello personale, dichiara di fare parte della comunità [[LGBT]] e [[queer]].<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/sette/politica/20_marzo_13/emanuele-felice-ho-fatto-primo-sciopero-12-anni-f2a40688-62b3-11ea-a693-c7191bf8b498.shtml|titolo=Emanuele Felice: «Ho fatto il primo sciopero a 12 anni»|autore=Vittorio Zincone|sito=Corriere della Sera|data=2020-03-13|accesso=2020-05-21}}</ref>.
 
Da responsabile economico del PD Felice ha focalizzato la sua attenzione sulla [[politica industriale]], sulla coesione Nord-Sud e sui temi dell'[[Unione europea|Unione Europea]] e dell'economia internazionale. Dopo lo scoppio della [[Pandemia di COVID-19 del 2020 in Italia|pandemia di coronavirus]] in Italia e il conseguente inizio di una fase di crisi economica Felice si è dichiarato favorevole all'intervento pubblico per contrastare l'indebolimento dell'apparato produttivo nazionale<ref>[http://osservatorioglobalizzazione.it/interviste/le-sfide-economiche-della-crisi-conversazione-con-emanuele-felice/ ''Le sfide economiche della crisi: conversazione con Emanuele Felice''], Osservatorio Globalizzazione, 10 maggio 2020</ref> e ha lavorato a una riforma fiscale progressiva, sul modello tedesco, per semplificare il sistema e ridurre le imposte sui ceti medio-bassi.<ref>{{Cita web|url=http://www.nonsolofole.it/?p=405264|titolo=Governo: tagliare l'Irpef abolendo gli sconti fiscali. Così Draghi vuol abbassare le tasse {{!}} NONSOLOFOLE|data=2021-02-10|lingua=it-IT|accesso=2021-02-26}}</ref>.
 
A partire da settembre 2020, in diversi editoriali per [[Domani (quotidiano)]], Felice sostiene l'importanza di un Recovery Fund selettivo, che "scontenti qualcuno" per aumentare il potenziale di crescita del paese e con progetti effettivamente aggiuntivi rispetto a quanto programmato dall'amministrazione ordinaria, si esprime contro i bonus a pioggia e per un [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] che ponga al centro le politiche contro le disuguaglianze e a favore dell'ambiente. Sostiene la necessità di una nuova collaborazione fra l'[[Unione europea|Unione Europea]] e gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] di [[Joe Biden|Biden]], per imporre regole alla finanza internazionale e tassare in modo equo le imprese transnazionali, con riforme che a suo giudizio potrebbero salvare la globalizzazione e le società aperte. Si esprime a favore del rafforzamento e della riforma dell'[[Unione europea|Unione Europea,]] con cessione di sovranità da parte dei singoli stati, al fine di rendere strutturali politiche keynesiane comuni. Critica duramente [[Matteo Renzi]] per i suoi legami con il regime saudita e sostiene la necessità di un nuovo incontro fra il pensiero liberale e il pensiero socialista, incentrato sui diritti dell'uomo.<ref>{{Cita web|url=https://www.editorialedomani.it/autore/emanuele-felice-d7d9zivy?page=1|titolo=Articoli e commenti di Emanuele Felice|sito=www.editorialedomani.it|accesso=2021-02-26}}</ref>.
 
== Premi e riconoscimenti ==