Gervasio Bitossi: differenze tra le versioni

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Carriera militare: Umberto II di Savoia ecc.
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Il 10 marzo 1939 è promosso generale di divisione per meriti di guerra e rimane ferito una seconda volta il 30 maggio 1939. Rientra in Italia ed a Parma conserva il comando della Littorio che viene trasformata nella terza [[133ª Divisione corazzata "Littorio"|divisione corazzata dell'Esercito]] il 28 ottobre seguente (inquadrando il 33° Reggimento fanteria carristi equipaggiato di carri leggeri L3).
 
Bitossi dall'11 aprile 1941, coadiuvato dal vice comandante della divisione Ruggero Cassata, conduce la ''Littorio'' nell'[[invasione della Jugoslavia]] occupando fulmineamente Karlovac, Sebenico, Knin, Mostar e Trebinjie. Per questi meriti verrà insignito, dal [[regime fascista]], della croce dell'O. M. I. nel luglio seguente.
 
Rientrato nella zona di Pordenone qui supervisiona la trasformazione e approntamento della Littorio in divisione corazzata interamente su carri medi (adatta all'impiego in Africa Settentrionale), sostituendo il 33° reggimento carristi con il 133° su tre battaglioni carri M 13/40. Il 22 gennaio 1942 si trasferirà con la ''Littorio'' in Libia con la quale parteciperà a tutti i cicli operativi per la conquista dell'Egitto (con un'interruzione tra l'8 luglio e il 20 settembre perché destinato alla Delease) sino alla distruzione della sua unità ad El Alamein il 4 novembre 1942. Dopo aver ricoperto l'incarico di comandante interinale del XX° Corpo ed alla 1ª armata in Tunisia, Bitossi rientra in Italia il 1º marzo 1943.
 
Nell'aprile seguente redasse "''Frammenti di una esperienza decennale di guerra motorizzata 1933-1943''", importante relazione indirizzata a [[Umberto II di Savoia]], i generali Ambrosio, Roatta, Sartoris, Cadorna e Sorice, per rendicontarli in merito alle reali condizioni in cui operò la sua grande unità nella campagna in Africa Settentrionale. Nel suo lungo scritto, Bitossi mette in evidenza con sincerità - pur senza lasciarsi andare a critiche - le scelte che sul campo vanificarono gli sforzi compiuti per l'approntamento e l'equipaggiamento della Littorio prima dell'invio della divisione in zona di guerra.
 
Dopo una lunga convalescenza per malattia riconosciuta causa di servizio, il 5 settembre assume il comando del II Corpo a Siena, giusto in tempo per l'armistizio. Viene catturato a Vicenza il 19 settembre ed internato dai Tedeschi a Schokken, campo per generali 64/Z sino al 1945.