Emanuele Felice: differenze tra le versioni

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All'inizio, la sua attività di ricerca si è rivolta soprattutto alla ricostruzione storica dei divari regionali in Italia e alla loro interpretazione: in diversi articoli specialistici<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2005|titolo=Il reddito delle regioni italiane nel 1938 e nel 1951. Una stima basata sul costo del lavoro|rivista=Rivista di storia economica|numero=1/2005|accesso=2019-07-02|doi=10.1410/19468|url=https://www.rivisteweb.it/doi/10.1410/19468}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2005|titolo=Il valore aggiunto regionale. Una stima per il 1891 e per il 1911 e alcune elaborazioni di lungo periodo (1891-1971)|rivista=Rivista di storia economica|numero=3/2005|accesso=2019-07-02|doi=10.1410/20935|url=https://www.rivisteweb.it/doi/10.1410/20935}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2010-01-01|titolo=Regional development: reviewing the Italian mosaic|rivista=Journal of Modern Italian Studies|volume=15|numero=1|pp=64–80|accesso=2019-07-02|doi=10.1080/13545710903465556|url=https://doi.org/10.1080/13545710903465556}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|data=2011|titolo=Regional value added in Italy, 1891–2001, and the foundation of a long-term picture1|rivista=The Economic History Review|volume=64|numero=3|pp=929–950|lingua=en|accesso=2019-07-02|doi=10.1111/j.1468-0289.2010.00568.x|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1468-0289.2010.00568.x}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Emanuele|cognome=Felice|titolo=The roots of a dual equilibrium: GDP, productivity, and structural change in the Italian regions in the long run (1871–2011)|rivista=European Review of Economic History|lingua=en|accesso=2019-07-02|doi=10.1093/ereh/hey018|url=https://academic.oup.com/ereh/advance-article/doi/10.1093/ereh/hey018/5073301}}</ref> ha elaborato stime del [[Prodotto interno lordo|PIL]] e della produttività delle regioni italiane, dall'[[Proclamazione del Regno d'Italia|Unità d'Italia]] al secondo dopoguerra, come pure dell'[[Indice di sviluppo umano]] e di altri indicatori sociali (istruzione, speranza di vita)<ref>{{Cita pubblicazione|autore=E. Felice|anno=|titolo=I divari regionali in Italia sulla base degli indicatori sociali (1871-2001)|rivista=Rivista di Politica Economica|volume=97, 2007|numero=3-4|url=http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2007/mar-apr/Eman_felice.pdf|accesso=4 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181103093809/http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2007/mar-apr/Eman_felice.pdf|dataarchivio=3 novembre 2018|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Emanuele Felice|titolo=Regional convergence in Italy (1891-2001): testing human and social capital|rivista=Cliometrica|volume=2012 (6)|numero=n. 3, pp. 267-306|url=https://link.springer.com/article/10.1007/s11698-011-0076-1}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=E. Felice, M. Vasta|titolo=Passive modernization? The new human development index and its components in Italy's regions (1871-2007)|rivista=European Review of Economic History|volume=19 (2015)|numero=n. 1, pp. 44-66.|doi=|url=https://watermark.silverchair.com/heu018.pdf?token=AQECAHi208BE49Ooan9kkhW_Ercy7Dm3ZL_9Cf3qfKAc485ysgAAAjkwggI1BgkqhkiG9w0BBwagggImMIICIgIBADCCAhsGCSqGSIb3DQEHATAeBglghkgBZQMEAS4wEQQMjI7a2aPxSlRxvXGeAgEQgIIB7AAxEiAqn4nsa5S6dMz6TviNgTYgmjKBE4zfPRCeCQlsj_aT51DYrg6ijgw5d_PzH6hxDAz4GO5ik8BaG64Y4uVSADHwxlrYbKANNQKAJEEYAzEXr512Xo6YsrNNlVUWlhDqV4Vflfcx_5cC0LaZXoszKFysoU5cEM6uGLcjKNc7RJQ71zeNrBCKwUI2ChP0diMfV9osO1ECXhSD2V1Zd08c7mA6W6chs1NpzTPD90eU0fkwDGCCmIgFr8l1rKcWdIp1JEBhbKSXiNJIsiynX68eRVYccTjM-qKSOMPnkb7dPTjiCFuuMHMu5b5Lk1yQl3muhwomzO-uA2xBZfimNf7hc4CwtmripFSIowuXcMpqZvCvzrCThiU_VHWCUld9P_ZMRPmlgcRMvTlLi2-aYxfeVeUJACKqx6qKE4v0VSnpdVoaANKlgL9CNy129mPBmMlQErB7OK-X2lRs3PF7n7zJ6fT4iz5mzYHpTJEJLbLVBFPhMuqBHpBjgMPpM_AlaoSHCKVSxcOcHVfMFH6wQi2v18PyXI7GHWDLuLjPSrL2ey3JlTKuWoFQsw8MRwe_0HwSSTl6bTCw2l5z5osM3MSsFv-fCwzKYOyofklBULkIVJLmGUsnKpuMJjQF0y4Ym6KWBCzf8Kosi8PFXg}}</ref>. Felice ha così proposto un quadro interpretativo di lungo periodo per spiegare i diversi andamenti regionali, basato sul ruolo del contesto sociale e delle istituzioni, e delle classi dirigenti che da quel contesto derivano: dove vi sono maggiori disuguaglianze interne e istituzioni estrattive, le classi dirigenti tendono più facilmente a strategie opportunistiche (che si legano anche al clientelismo e all'illegalità), che frenano la crescita, portando a una sorta di "modernizzazione passiva". L'economista e storica dell'economia [[Deirdre McCloskey]] ha definito "splendido" il lavoro di Emanuele Felice sui divari Nord-Sud<ref>{{Cita web|url=https://nephist.wordpress.com/2014/01/20/on-the-many-failures-of-southern-italy-to-catch-up/|titolo=On the many failures of (southern) Italy to catch up|autore=missiaia|sito=The NEP-HIS Blog|data=2014-01-20|lingua=en|accesso=2021-04-06}}</ref>.
 
Con il libro ''Perché il Sud è rimasto indietro'' (2013), Felice ottiene una certa notorietà anche al di fuori dei circoli accademici<ref>{{Cita web|url=http://blog.ilgiornale.it/allegri/2014/02/13/meridionali-di-tutto-il-mondo-unitevi-e-leggete-questo-libro/|titolo=Meridionali di tutto il mondo unitevi (e leggete questo libro) –|sito=blog.ilgiornale.it|accesso=2019-07-02}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.indygesto.com/indybooks/420-perche-il-sud-e-rimasto-indietro-la-risposta-di-emanuele-felice|titolo=Perché il Sud è rimasto indietro? La risposta di Emanuele Felice|sito=Indygesto|accesso=2019-07-02}}</ref>, suscitando un certo dibattito tra i fautori e gli oppositori della sua tesi, su diversi quotidiani<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/politica/2014/5-marzo-2014/editoriale%7Cintellettuali-sudismo-2224166598559.shtml|titolo=Editoriale{{!}}Intellettuali e sudismo|autore=Ernesto Galli Della Loggia|sito=Corriere del Mezzogiorno|data=2014-03-05|accesso=2019-07-02}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/404565/perche-il-sud-e-rimasto-indietro-presentazione-del-libro-di-emanuele-felice-societa|titolo=Perchè il sud è rimasto indietro - Presentazione del libro di Emanuele Felice (Società editrice il Mulino)|autore=Radio Radicale|sito=Radio Radicale|data=2014-02-28|accesso=2019-07-02}}</ref>. Fra gli altri, l'economista [[Michele Salvati]], nel recensire il libro per il [[Corriere della Sera]], l'ha definito "Un lavoro importante (...) molto utile e facilmente leggibile, a tratti appassionante, per chi voglia disporre di una interpretazione documentata dell’origine e della permanenza dello sviluppo dualistico del nostro Paese", ed ha accostato per il valore delle sue ricerche Emanuele Felice allo storico [[Luciano Cafagna]] <ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cultura/14_febbraio_05/se-tutta-l-italia-diventa-mezzogiorno-minaccia-una-deriva-dall-europa-2d523d3c-8e75-11e3-afb4-50ae7364e5b3.shtml|titolo=Se tutta l’Italia diventa Mezzogiorno La minaccia di una deriva dall’Europa|sito=Corriere della Sera|data=2014-02-05|lingua=it|accesso=2021-04-06}}</ref>. [[Antonio Polito]] ha scritto di "una infiammata disputa storiografica che ha accesso il libro di Emanuele Felice (...) Dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno a quelle del Mattino, sostenitori e detrattori delle tesi del giovane storico di origini abruzzesi si stanno affrontando senza esclusione di colpi"<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2014/24-febbraio-2014/editoriale%7C-colpe-sono-anche-nostro-meridione-2224120509029.shtml|titolo=Editoriale{{!}} Le colpe sono anche nel nostro Meridione|sito=Corriere del Mezzogiorno|data=2014-02-24|lingua=it|accesso=2021-04-06}}</ref>. Il futuro ministro per il Mezzogiorno [[Giuseppe Provenzano (1982)|Giuseppe Provenzano]] ha dedicato a ''Perché il Sud è rimasto indietro'' un saggio, pubblicato nel 2014 sulla [[Rivista economica del Mezzogiorno]], in cui scrive fra l'altro:<blockquote>Periodicamente, dopo anni di silenzi e abbandoni, la questione meridionale torna al centro della attenzione pubblica. (...) È stato Emanuele Felice, con un libro che già dal titolo – Perché il Sud è rimasto indietro – tradisce una grande ambizione, anche grazie a una bella scrittura partecipe e comunicativa e a una tesi esplicitamente contrapponibile, a rilanciare – con una vasta eco e con serietà e competenza – la discussione. Che non è rimasta confinata, come quasi sempre accade alle riflessioni – anche interessanti e innovative – sul Mezzogiorno, nelle colonne dei quotidiani regionali o negli spazi ancora più in ombra delle (poche) riviste specialistiche. Ha guadagnato sessioni intere di importanti Riviste, le colonne di quotidiani nazionali attirando l’attenzione di qualche illustre firma. Tutto questo, è bene ricordarlo, intorno ad un lavoro scientifico, per giunta di carattere «storico» (...).
 
È un lavoro che trasuda scienza e passione civile, e questa quasi mai fa velo a quella, che è sviluppata con gli strumenti più avanzati della storia economica nell’ambito di una robusta letteratura internazionale.