Basilio Leto: differenze tra le versioni
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Fondò il collegio De Fangis, superando l'impostazione del ginnasio-liceo del seminario voluto da Losana, che aveva rivendicato un ruolo attivo della diocesi nell'istruzione nei tempi in cui lo Stato istituiva scuole laiche. Il collegio De Fangis, considerato il terzo seminario, dopo il Seminario maggiore e quello minore per la formazione dei sacerdoti, era destinato agli alunni che non avrebbero potuto frequentare un'università e diventerà noto poi come l'istituto del padre Gurgo, dal nome del direttore, il [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri|filippino]] Agostino Gurgo.<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Giovanni Pietro Losana (1789-1873)'', Biella, 2006, p. 303</ref>
Al Catechismo biellese fece aggiungere tre domande-risposte intorno al dogma dell'[[infallibilità pontificia]] definito nel [[Concilio Vaticano I]]:<blockquote>«''Ed il Papa, quando insegna da sé solo può egli errare?''<br />
▲«Ed il Papa, quando insegna da sé solo può egli errare?<br/> Signor no, il Papa è infallibile quando insegna, definisce e parla come maestro e pastore universale, nelle cose che riguardano la fede e la morale.<br/> Per quale ragione tanto la Chiesa quanto il Papa sono infallibili?<br/> Per la speciale e continua assistenza dello Spirito Santo, che è spirito di verità.<br/> Chi dunque non credesse l'infallibilità sì della Chiesa che del Papa peccherebbe mortalmente?<br/> Signor sì, perché sono verità di fede l'una e l'altra infallibilità; e perché specialmente Gesù Cristo ha voluto dotare il Papa, suo vicario, di quella stessa infallibilità della quale ha dotato la Santa Chiesa.» <ref>''Compendio della Dottrina Cristiana prescritto da monsignor vescovo Basilio Leto per la diocesi di Biella'', Biella, 1878, pp. 126-127 cit. da Angelo Stefano Bessone, ''Giovanni Pietro Losana (1789-1873)'', Biella, 2006, p. 568</ref>
Durante il suo episcopato il [[Santuario d'Oropa]], che per sfuggire agli incameramenti previsti dalle [[Eversione dell'asse ecclesiastico|leggi eversive]] era stato fittiziamente trasformato in ospizio mediante una finzione giuridica, si dotò di uno Statuto organico che ne alterava ulteriormente il suo carattere di chiesa, riducendo a due i canonici nel consiglio di amministrazione, negando la presidenza al vescovo e diminuendo il numero di preti collegiali in servizio a Oropa. Se nel 1868 far passare Oropa come un ospizio aveva salvato il santuario dalla soppressione, nel 1878, facendo leva sulla pretesa natura di ospizio, lo Statuto intendeva trasformare il santuario in ciò che non era, negandone la storia.<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Giovanni Pietro Losana (1789-1873)'', Biella, 2006, pp. 511-516</ref><ref>Mario Trompetto, ''Storia del Santuario d'Oropa'', Biella, Giovannacci, 1983, pp. 386-395</ref>
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