Operazione Blu: differenze tra le versioni
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Stalin considerava, dopo i successi conseguiti nella campagna invernale, indebolito in modo sostanziale l'Esercito tedesco, contava su un netto aumento della produzione bellica negli [[Urali]] e in [[Siberia]] (dopo la riuscita conclusione dei trasferimenti degli impianti industriali dalle aree invase), sull'apporto delle forniture promesse dagli Alleati occidentali e anche sull'auspicata e attesa apertura di un [[Secondo fronte]] in [[Europa occidentale]] per colpire alle spalle la Germania e attirare una parte rilevante dell'esercito tedesco impegnato all'est<ref>A. Werth, ''La Russia in guerra'', pp. 376-384 e 397-400.</ref>.
L'ottimismo della propaganda di Stalin non era tuttavia condiviso dagli alti comandi. Non essendo fattibile una decisiva offensiva generale per liberare i territori occupati già nel 1942, i generali più avveduti (come il [[maresciallo dell'Unione Sovietica|maresciallo]] [[Boris Michajlovič Šapošnikov|Boris Šapošnikov]], capo di stato maggiore generale, e il generale [[Aleksandr Vasilevskij]], sottocapo di stato maggiore) avrebbero invece preferito realisticamente l'organizzazione di un solido schieramento difensivo per logorare preventivamente il nemico tedesco<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', pp. 335-336.</ref>. Altri generali, più audaci, premevano per sferrare alcune offensive localizzate su direttrici importanti per scompaginare i preparativi tedeschi e impedire una loro offensiva estiva. In particolare il generale [[Georgij Konstantinovič Žukov|Georgij Žukov]], comandante del Fronte Occidentale sulla direttrice di Mosca, caldeggiava una ripresa dell'attacco ad ovest della capitale per distruggere il raggruppamento tedesco di [[Ržev]]-[[Vjaz'ma (città)|Vjaz'ma]]; mentre il maresciallo [[Semën Konstjantynovyč Tymošenko|Semën Timošenko]], comandante del Fronte Sud-Ovest, ipotizzava una grande offensiva nel settore meridionale per liberare
Stalin esitò, dubbioso sulle possibilità offensive dell'esercito ma incerto anche sulla capacità dell'Armata Rossa di sostenere con ordine una prolungata battaglia difensiva contro la Wehrmacht<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', p. 338.</ref>. La decisione staliniana finale fu particolarmente infelice: escluse difficili offensive generali ma rifiutò anche il progetto del maresciallo Šapošnikov di difensiva strategica; impose invece una serie di numerosi attacchi limitati di disturbo sia a nord nel settore di [[Leningrado]] sia a sud in direzione di Charkiv
Le conseguenze di questa decisione sarebbero state drammatiche per i sovietici: le varie offensive limitate si conclusero in pesanti sconfitte: a nord la 2ª Armata d'assalto del generale [[Andrej Vlasov]] fu distrutta nella [[battaglia del fiume Volchov]]<ref>J. Erickson, ''The road to Stalingrad'', pp. 352-353.</ref>, mentre a sud le forze del maresciallo Timošenko vennero accerchiate nella [[seconda battaglia di Charkiv]]; la Crimea venne totalmente perduta e la [[Assedio di Sebastopoli (1941-1942)|fortezza di Sebastopoli cadde in mano tedesca]] dopo un lungo e sanguinoso assedio. Queste disfatte logorarono le armate sovietiche ancor prima dell'inizio dell'Operazione Blu, rovesciando a favore dei tedeschi il rapporto di forze complessivo principalmente proprio nel settore meridionale del fronte orientale<ref name="G.Boffa, pp. 86-87">G. Boffa, ''Storia dell'Unione Sovietica'', vol. III, pp. 86-87.</ref>.
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