Paolo Scheggi: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nasce a [[Settignano]] nel 1940. Deve a suo padre, direttore della Compagnia della Misericordia, l’amorel'amore per i testi sacri e quella visione spirituale che lo accompagnerà in tutta la sua breve e intensa vita di ricerca. Dopo la formazione all'[[Istituto statale d'arte di Firenze]] e all’all'[[Accademia di belle arti di Firenze]], approda a [[Londra]] dove segue un corso di [[Visual design]] <ref name= "P">{{Cita|Carlo Pirovano, 1993|p. 521.}}</ref>. <br />
A [[Firenze]] espone in alcune mostre collettive alla ‘GalleriaGalleria Numero’Numero di [[Fiamma Vigo]] dove, frequentando assiduamente eventi, incontri e dibattiti, entra in contatto con le tendenze artistiche [[Anticonformismo|anticonformiste]] e [[Avanguardia|avanguardiste]] più significative del dopoguerra <ref name="A" >{{cita web|url=http://www.associazionepaoloscheggi.com/mostre_collettive.htm|titolo= Paolo Scheggi - Mostre collettive|=28 marzo 2021}}</ref>. <br />
Nel 1961 alla 'Galleria della Vigna nuova' di Sergio Santi, la sua prima mostra personale: ''Itinerario plastico prestabilito. 18 monotipi dal bianco e dal nero'' <ref name="P" />. <br />
Con un gruppo di amici letterati fonda la rivista d’arted'arte e letteratura ''Il malinteso. Periodico di discussione'', un foglio di cultura e critica artistico-letteraria che ospiterà anche una riflessione di [[Jean-Paul Sartre|Sartre]] <ref>{{cita web|url=https://www.fristitutodarte.com/categoria-prodotto/artisti/scheggi-paolo/|titolo= Paolo Scheggi in FR Istituto d'Arte Contemporanea|=22 marzo 2021}}</ref>. <br />
 
Si trasferisce a [[Milano]], ospite della casa-sartoria di [[Germana Marucelli]], la 'sarta intellettuale' - donna colta e raffinata <ref name="F" >{{cita web|autore= Luca Scarlini|url=https://www.mariolucagiusti.it/rassegna_stampa/1166.pdf|titolo= Nei mondi di Scheggi, il fiorentino che rivoluzionò l'arte|pubblicazione=Ritratto d'autore||data =15 marzo 2018|}}</ref>, creatrice di moda di grande successo, sua conterranea e lontana parente {{#tag:ref|La nonna materna di Paolo Scheggi era cugina di primo grado di Germana Marucelli <ref>{{cita web|autore= Elisabetta Scheggi|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Mio fratello|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pag. 27 |Firenze|data =2007/2008|}}</ref>.|group=N}}, con cui stringerà un solido e proficuo sodalizio <ref>{{cita news|autore= Irene Brin|url=|titolo= La Donna - Frutto|pubblicazione=Corriere d'Informazione |data=21 gennaio 1969}}</ref>. <br />
[[File:Germana Marucelli 1962.jpg|miniatura|left|Paolo Scheggi, Intersuperficie curva in dialogo con un Abito da mare, linea Camicioni, collezione primavera-estate [[1963]] di Germana Marucelli. I motivi a stampa verde e nero su disegno di Paolo Scheggi. Installazione al [[Museo Salvatore Ferragamo|Museo Ferragamo]], Firenze, 2017]]
Attratto da questo mondo, Scheggi dipinge tessuti per alcune collezioni {{#tag:ref|La linea 'Assiria', un completo ribaltamento nella concezione del vestire, viene presentata a [[Palazzo Pitti]] nel gennaio 1962, gli abiti sono dipinti a mano da Scheggi con colori insoliti e brevi pennellate: «I capi nascono neutri e solo una volta visto il modello in movimento sull’indossatricesull'indossatrice è decretato il colore. A volte i motivi, brevi pennellate eseguite a mano da Paolo Scheggi su shantung di seta, ricoprono l’interol'intero abito, altre volte, invece, sottolineano soltanto alcuni dettagli, quasi a voler schematizzare la figura. La direzione del segno costituisce la struttura dell’abitodell'abito e il corpo, passato ora in second’ordinesecond'ordine, svanisce per far emergere la vera essenza dell’esseredell'essere umano: il movimento, in altri termini la vita.» <ref>{{cita news|autore= Silvia Casagrande|url= http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/germana-marucelli/|titolo= Germana Marucelli|pubblicazione=Enciclopedia delle donne|data =28 aprile 2021}}</ref> <ref name="F" /> <ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2015/04/26/bellissima-alta-moda-mostra-roma/bellissima-lalta-moda-italiana-dal-1945-al-1968/|titolo=Archivio Marucelli-Alta moda italiana|=28 marzo 2021}}</ref>.|group=N}} e crea gioielli e accessori coordinati, realizzando un connubio innovativo tra arte e moda <ref>{{cita web|url=https://associazionegermanamarucelli.org/marucelli-scheggi/|titolo= Germana Marucelli e Paolo Scheggi|=28 marzo 2021}}</ref>. <br />
Milano è una città in gran fermento culturale con un sacco di mostre autogestite, espressione dei tanti 'gruppi' che andavano allora nascendo: sono attivi il 'Gruppo Zero' di [[Düsseldorf]] {{#tag:ref|Il 'Gruppo Zero' nasce nel [[1957]] su iniziativa del pittore Heinz Mack e dello scultore [[Otto Piene]], ai quali si affiancherà Günther Uecker <ref>{{cita web|url=http://www.artantide.com/news_Articolo?idArticolo=1351|titolo= Focus sul Gruppo Zero: Realismo+Astrattismo=Zero|=28 marzo 2021}}</ref>.| group=N}} (cui aderisce anche [[Piero Manzoni]] che, con [[Enrico Castellani]] e [[Agostino Bonalumi]], sarà fra i fondatori del 'Gruppo Azimuth'), il [[Gruppo N (artisti)|Gruppo N]] e il [[Gruppo T]]. Tutte esperienze vicine al mondo del design con cui condividono la visione dell’opera d’arte come momento e prodotto finale di un progetto che deve sempre tener in conto anche dell’interazione e della fruizione di chi a quell’opera e a quel progetto si accosta <ref>{{cita web|url=http://www.edueda.net/index.php?title=Gruppo_Zero|titolo= Gruppo Zero|=28 marzo 2021}}</ref>. <br />
 
Milano è una città in gran fermento culturale con un sacco dinumerose mostre autogestite, espressione dei tanti 'gruppi' che andavano allora nascendo: sono attivi il ''Gruppo Zero'' di [[Düsseldorf]] {{#tag:ref|Il 'Gruppo Zero' nasce nel [[1957]] su iniziativa del pittore Heinz Mack e dello scultore [[Otto Piene]], ai quali si affiancheràaffianca Günther Uecker <ref>{{cita web|url=http://www.artantide.com/news_Articolo?idArticolo=1351|titolo= Focus sul Gruppo Zero: Realismo+Astrattismo=Zero|=28 marzo 2021}}</ref>.| group=N}} (cui aderisce anche [[Piero Manzoni]] che, con [[Enrico Castellani]] e [[Agostino Bonalumi]], saràè fra i fondatori del ''Gruppo Azimuth''), il [[Gruppo N (artisti)|Gruppo N]] e il [[Gruppo T]]. Tutte esperienze vicine al mondo del design con cui condividono la visione dell’operadell'opera d’arted'arte come momento e prodotto finale di un progetto che deve sempre tener in conto anche dell’interazionedell'interazione e della fruizione di chi a quell’operaquell'opera e a quel progetto si accosta <ref>{{cita web|url=http://www.edueda.net/index.php?title=Gruppo_Zero|titolo= Gruppo Zero|=28 marzo 2021}}</ref>. <br />
Frequenta i primi esponenti di [[Arte programmata]] e frequenta [[Bruno Munari]] e [[Lucio Fontana]] e, quest’ultimo, gli riconosce il talento in una lettera che verrà pubblicata nel catalogo della seconda mostra personale a [[Bologna]], Galleria 'Il Cancello', tenutasi a fine [[1962|'62]] e intitolata ''Paolo Scheggi Merlini. Per una situazione'', con opere monocrome caratterizzate dalla sovrapposizione di tre tele diversamente forate <ref>{{cita web|url=https://mucciaccia.com/it/paolo-scheggi/|titolo= Biografia di Paolo Scheggi|=28 marzo 2021}}</ref> <ref name= "P">{{Cita|Carlo Pirovano, 1993|p. 521.}}</ref> <ref name= "IL">{{cita news|autore= Ilaria Bignotti|url=https://core.ac.uk/download/pdf/41181647.pdf|titolo= Paolo Scheggi: dall’Intersuperficie all’Intercamera. L’opera oltre la parete, al di là del muro: per vivere uno spazio, per agire il tempo|=28 marzo 2021}}</ref>.
 
Di lui, nel [[1963]], si occupano [[Giulio Carlo Argan]] e, soprattutto, [[Lara Vinca Masini]] che lo presenterà alla collettiva 'Monocroma' indirizzandolo verso una pittura che gli si dimostrerà congeniale <ref name="A" />. Nello stesso anno, due sue opere sono accolte da [[Palma Bucarelli]] nella Collezione della [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria Nazionale d’Arte moderna]] di [[Roma]]. <br />
Frequenta i primi esponenti di [[Arte programmata]] e frequentaconosce [[Bruno Munari]] e [[Lucio Fontana]]; e,quest'ultimo quest’ultimo,riconosce gliin riconosceScheggi il talento in una lettera che verrà pubblicata nel catalogo della seconda mostra personale a [[Bologna]], Galleria 'Il Cancello', tenutasi anel fine [[1962|'62]] e intitolata ''Paolo Scheggi Merlini. Per una situazione'', con opere monocrome caratterizzate dalla sovrapposizione di tre tele diversamente forate <ref>{{cita web|url=https://mucciaccia.com/it/paolo-scheggi/|titolo= Biografia di Paolo Scheggi|=28 marzo 2021}}</ref> <ref name= "P">{{Cita|Carlo Pirovano, 1993|p. 521.}}</ref> <ref name= "IL">{{cita news|autore= Ilaria Bignotti|url=https://core.ac.uk/download/pdf/41181647.pdf|titolo= Paolo Scheggi: dall’Intersuperficie all’Intercamera. L’opera oltre la parete, al di là del muro: per vivere uno spazio, per agire il tempo|=28 marzo 2021}}</ref>.
Nel [[1964]] partecipa alla mostra '44 protagonisti della visualità strutturata' organizzata da [[Carlo Belloli]] per la 'Galleria Lorenzelli' di Milano e stringe rapporti con [[Getulio Alviani]], [[Umbro Apollonio]], [[Germano Celant]] e [[Alessandro Mendini]] <ref name="V">{{cita web|url=https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/artisti/paolo-scheggi/|titolo= Paolo Scheggi in Peggy Guggenheim Collection|=28 marzo 2021|}}</ref>. <br />
Di lui, nel [[1963]], si occupano [[Giulio Carlo Argan]] e, soprattutto, [[Lara Vinca Masini]] che lo presenteràpresenta alla collettiva 'Monocroma' indirizzandolo verso una pittura che gli si dimostrerà congeniale <ref name="A" />. Nello stesso anno, due sue opere sono accolte da [[Palma Bucarelli]] nella Collezione della [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea|Galleria Nazionale d’Arte moderna]] di [[Roma]]. <br />
Sempre nel [[1964|'64]], alla 'Galleria del Deposito' di [[Genova]], viene allestita la sua terza personale: ''Sette Intersuperfici curve bianche + un Intersuperfice curva dal rosso + compositori spaziali'', con testo critico dello stesso Belloli <ref name="CN" />. Nel contesto di quella mostra, che sembra sottolineare una ricerca volta all’integrazione fra arte e architettura, nasce il ''Compositore cromo-spaziale'', realizzato per la Sala Sperimentale di Bruno Munari e [[Marcello Piccardo]] ed esposto alla [[XIII Triennale di Milano]] dedicata al tema del Tempo Libero. La stessa mostra sarà ospitata, alla fine del '64, dalla 'Galleria Smith' a [[Bruxelles]]: prima esposizione di Paolo Scheggi all’estero
 
Nel [[1964]] partecipa alla mostra ''44 protagonisti della visualità strutturata'' organizzata da [[Carlo Belloli]] per la 'Galleria Lorenzelli' di Milano e stringe rapporti con [[Getulio Alviani]], [[Umbro Apollonio]], [[Germano Celant]] e [[Alessandro Mendini]] <ref name="V">{{cita web|url=https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/artisti/paolo-scheggi/|titolo= Paolo Scheggi in Peggy Guggenheim Collection|=28 marzo 2021|}}</ref>. <br />
Sempre nel [[1964|'64]], alla 'Galleria del Deposito' di [[Genova]], viene allestita la sua terza personale: ''Sette Intersuperfici curve bianche + un Intersuperfice curva dal rosso + compositori spaziali'', con testo critico dello stesso Belloli <ref name="CN" />. Nel contesto di quella mostra, che sembra sottolineare una ricerca volta all’integrazione fra arte e architettura, nasce il ''Compositore cromo-spaziale'', realizzato per la Sala Sperimentale di Bruno Munari e [[Marcello Piccardo]] ed esposto alla [[XIII Triennale di Milano]] dedicata al tema del Tempotempo Liberolibero. La stessa mostra saràviene ospitata, alla fine del '641964, dalla 'Galleria Smith' a [[Bruxelles]]: prima esposizione di Paolo Scheggi all’esteroall'estero
<ref name= "P" />.
 
Nello stesso anno conosce e sposa nel mese di ottobre, Franca Dall'Acqua (1941–2020) con la quale avràha l'unica figlia, Cosima, nata nel 1970, un anno prima della sua morte<ref name="R">{{cita news|autore=Matteo Galbiati|url=https://www.espoarte.net/arte/franca-scheggi-dallacqua-concretezza-di-un-sogno-esaudito/|titolo=Intervista a Ilaria Bignotti in Franca Scheggi Dall’Acqua, concretezza di un sogno esaudito|pubblicazione=Espoarte|data=24 marzo 2020|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref>.
In questo periodo inizia anche la progettazione architettonica e ambientale della nuova sede della sartoria Marucelli, con la collaborazione di Getulio Alviani e di Carla Venosta, inaugurata nella primavera del 1965 con la sfilata di abiti [[Optical art|optical]] di cui furono spettatori, fra gli altri, [[Lucio Fontana]] {{#tag:ref|«Scheggi viene spesso visto come un «successore di Fontana, laddove Fontana chiede all’osservatore di guardare al di là della tela, il lavoro di Scheggi, come stratificazione della tela, occupa lo spazio stesso dell’osservatoredell'osservatore, spingendolo a guardare al suo interno» <ref name="G" />.|group=N}} e [[Gillo Dorfles]] e di cui Getulio Alviani fu l’operatorel'operatore plastico {{#tag:ref|Scheggi, progetta il nuovo atelier della sartoria Marucelli, un ambiente innovativo considerato dalla critica d’arted'arte Lara Vinca Masini: «uno dei suoi primi elementi vivibili di integrazione plastica all’architetturaall'architettura». Pareti bianche, e moquette grigia, mobili neri laccati e lampade in alluminio (di Alviani/Scheggi). A contrasto le opere di Scheggi: il ''Compositore spaziale'' rosso vermiglio collocato all'ingresso e l’''Intersuperficie curva'' blu cobalto incassata nella parete. Energia di colori e di luci generate da lampade poste a terra <ref>{{cita web|url=https://associazionegermanamarucelli.org/le-sfilate-in-atelier/|titolo= Inaugurazione del nuovo atelier Marucelli progettato da Scheggi nel 1965|=28 marzo 2021|}}</ref>.|group=N}}. <br />
 
Lavora in qualità di “operatore plastico” per lo studio Nizzoli Associati {{#tag:ref|Lo studio Nizzoli associati nasce per volontà di alcuni storici collaboratori del designer Marcello Nizzoli che nel 1965 lascia l'attività; lo spirito e la visione lungimirante del loro maestro li porta a varcare i limiti tra le discipline, nella grafica, nel design, nell'architettura <ref>{{cita web|url=https://www.csacparma.it/fondo-nizzoli-associati-1965-1991/|titolo= Fondo archivistico Nizzoli Associati (1965-1991)|=28 marzo 2021|}}</ref>, e ad avvalersi di Scheggi come operatore plastico partecipando alla creazione progettuale di "Unità di abitazione C.E.C.A." e l’"ampliamento urbanistico di [[Bratislava]]" che lo porterà alla concezione di un "Intercamera plastica" (1967), sviluppo naturale del contenitore spaziale rosso realizzato per la sartoria Marucelli nel 1964 <ref name="B">{{cita web|autore= Bruno Corà|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Paolo Scheggi: lo spazio davanti al buio|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pp. 11 - 18 |Firenze|data =2007/2008|}}</ref>.|group=N}} e con [[Germano Celant]], [[Alessandro Mendini]], Gian Mario Oliveri, Angelo Fronzoni e [[Giancarlo Sangregorio]] elabora e firma il manifesto ''Ipotesi di lavoro per la progettazione totale'', che delinea una visione dell’arte inserita in contesti sempre più ampi e che viene presentato al 'Collegio regionale lombardo degli Architetti' nel gennaio [[1965]]. <br />
L’adesione di Scheggi al movimento "Nove Tendencjie" assieme agli scambi e alle collaborazioni con altri gruppi internazionali – "Gruppo Zero" e "Gruppo Nul" – lo portano a partecipare nel 1965 alla mostra Nul = Zero, organizzata dalla 'Galerie Orez Den Haag' alla 'Galleria De Bezige Bij' di [[Amsterdam]], e all’esposizione Nova Tendencija 3, tenutasi alla [[Galleria d'arte moderna di Zagabria]], dove stringe importanti contatti con Ivan Picelj e con il mondo culturale [[jugoslavo]] <ref name="A" />.
 
L’adesioneL'adesione di Scheggi al movimento "Nove Tendencjie" assieme agli scambi e alle collaborazioni con altri gruppi internazionali – "Gruppo Zero" e "Gruppo Nul" – lo portano a partecipare nel 1965 alla mostra Nul = Zero, organizzata dalla 'Galerie Orez Den Haag' alla 'Galleria De Bezige Bij' di [[Amsterdam]], e all’esposizioneall'esposizione Nova Tendencija 3, tenutasi alla [[Galleria d'arte moderna di Zagabria]], dove stringe importanti contatti con Ivan Picelj e con il mondo culturale [[jugoslavo]] <ref name="A" />.
 
Sempre nel 1965 è ascritto da Dorfles tra gli esponenti della Pittura Oggetto {{#tag:ref|«La volumetria delle opere di Scheggi fa sua la pionieristica idea di ‘pittura-oggetto’, come teorizzato da Gillo Dorfles nel suo saggio "Pittura-Oggetto" a Milano» <ref name="G">{{cita news|autore=|url=https://artslife.com/2013/11/27/paolo-scheggi-in-mostra-a-londra-dopo-40-anni/|titolo=Paolo Scheggi in mostra a Londra dopo 40 anni|pubblicazione=Artslife|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref>.|group=N}} ed entra nella redazione della sezione di Disegno industriale della rivista [[Marcatré]] {{#tag:ref|Scheggi fa parte della redazione della sezione di Disegno industriale della rivista Marcatrè, diretta da Gillo Dorfles, assieme a [[Filiberto Menna]] e Germano Celant <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Pagine di Design. "Gillo Dorfles e il Marcatrè"|autore = Eugenia Battisti|url=https://www.horti-hesperidum.com/hh/wp-content/uploads/2019/02/08.Battisti-HH-2018-2GilloDorfles.pdf|città = |anno = 2019|cid = capitolo=}}</ref>.|group=N}} <ref>{{cita web|url=http://www.capti.it/index.php?ParamCatID=10&IDFascicolo=395&artgal=38&key=4210&lang=IT|titolo= Marcatrè Contributi di Lara Vinca Masini, Getulio Alviani e Paolo Scheggi, 1965, Annata: III, n. 14-15|data=22 marzo 2021}}</ref>. <br />
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 02.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967-ricostruzione fedele all’orginale 2007, struttura portante di legno e fogli di legno dipinto di giallo curvati e fustellati, 540 x 435 x 320 cm, [[Museo Pecci| Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato]]. Donazione di Franca e Cosima Scheggi]]
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 01.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967-[[Museo Pecci| Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato]]. Donazione di Franca e Cosima Scheggi]]
La sua attività si alterna, quindi, tra le prime ''Pitture-oggetto a elementi modulari'' e le ''Intersuperfici curve o a zone riflesse'', utilizzando per tutta la sua ricerca il [[monocromo]] <ref>{{cita web|url= http://www.colossiarte.it/index.php?option=com_content&view=article&id=575:paolo-scheggi&catid=10:itabiografie |titolo= Paolo Scheggi in Colossi Lab|=28 marzo 2021}}</ref>. <br />
 
A maggio inaugura la sua prima esposizione a [[Venezia]], alla [[Galleria del Cavallino]], che intitola Intersuperfici curve (con introduzione di [[Umbro Apollonio]]), tenendo poi una personale a [[Palermo]] (galleria 'Il Chiodo') e una a [[Trieste]] ('Centro Arte Viva'), dal titolo ''Problemi sul cerchio-10 Intersuperfici curve bianche'' <ref name="O" />. <br />
Nel [[1966]] è l’artista italiano più giovane presente alla [[XXXIII Esposizione internazionale d'arte|XXXIII Biennale di Venezia]] nella sezione “Gruppi di opere: pitture, sculture e grafiche” (a cura di Nello Ponente), dove presenta quattro ''Intersuperfici curve dal bianco, dal giallo, dal rosso e dal blu'' <ref>{{cita web|url=https://iicparigi.esteri.it/iic_parigi/it/istituto/sala-stampa_0/paolo-scheggi-au-dela-de-la-toile.html|titolo= Paolo Scheggi. Au-delà de la toile, exposition|=28 marzo 2021}}</ref>.
 
.<br />
Sempre nell’estate di quell’annoquell'anno, in preparazione di una mostra prevista a Milano a cavallo fra dicembre 1966 e gennaio [[1967|'67]] alla [[Galleria del Naviglio]] di [[Renato Cardazzo]], l’operal'opera presentata alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] sfocia nell’ambientenell'ambiente, concretizzandosi nell’''Intercamera plastica'' (pareti lignee fustellate curvilinee e rettilinee, di colore giallo squillante). La mostra al Naviglio è presentata da Umbro Apollonio. Nell'estate successiva, l’operal'opera verràè tinta di bianco {{#tag:ref|L’''Intercamera plastica'' sarà oggetto di una serie di lezioni intitolate ''Metaprogettualità strutturali'', tenute da [[Dino Formaggio]] nel corso 'Metoldologie della visione' alla [[Politecnico di Milano|Facoltà di Architettura di Milano]] <ref name= "IL" />. Quest'opera diventeràdiventa la base per una 'proposta di cellula abitativa' nella tesi di Carlo Ferrario, Franco Ferrari e Maddalena Montagnani, in cui il modulo compositivo si estendeva dal livello abitativo a quello [[Elemento architettonico|architettonico]] e [[Urbanistica|urbanistico]] <ref name= "IL" />.|group=N}} e proposta a [[Palazzo Trinci]] di [[Foligno]] alla mostra 'Lo spazio dell’immagine' {{#tag:ref|La mostra di Foligno del '671967, (riproposta da [[Italo Tomassoni]] nel [[2009]]/[[2010]]), sarà un importante evento di rottura: per la prima volta, gli artisti presentano opere plastiche in grado di interagire con gli spazi circostanti creando ambienti a volte percorribili nel proprio interno e offrendo ai fruitori punti di vista nuovi e inattesi, come ben spiegato da [[Giuseppe Marchiori (critico)|Giuseppe Marchiori]] nella prefazione del catalogo <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Il dibattito critico sulla scultura contemporanea in Italia (1960 – 2010)|autore = Diego Esposito|città = Salerno|anno = anno accademico 2012/2013|cid = |url= http://elea.unisa.it/bitstream/handle/10556/1869/tesi%20D.%20Esposito.pdf?sequence=1&isAllowed=y|formato = PDF|accesso = 28 aprile 2021|urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto =}}</ref>. La mostra sarà ricordata come «uno degli eventi più importanti degli anni Sessanta forse anche su scala [[Europa|europea]]» <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Lo spazio e l'immagine, arte italiana degli anni sessanta - catalogo della mostra|autore = Italo Tomassoni|città = Foligno, Ginevra, Milano|anno = 2009 - 2010|cid = capitolo=Lo spazio dell'immagine e il suo tempo}}</ref>|group=N}}. <br />
Già dalla fine degli anni [['60]], sue opere sono presenti in molte realtà internazionali <ref name="C">{{Cita|Catalogo Fondazione Biscozzi Rimbaud|p. 205, 206.}}</ref>:
* XXI Salon de Réalités Nouvelles al [[Musée d'art moderne de la Ville de Paris]];