Wanda Wasilewska: differenze tra le versioni

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Dopo lo scoppio della [[Fronte orientale (1941-1945)|guerra sovietico-tedesca]] operò nell'[[Armata Rossa]] come [[corrispondente di guerra]] e divenne [[commissario politico]] con il grado di colonnello dell'Armata. I suoi opuscoli di propaganda furono diffusi in milioni di copie tra i militari dell'Armata Rossa.<ref name="wanda" /> Fu anche implicata nella formazione delle Forze combattenti polacche dell'Unione Sovietica (Divisione Kościuszko) dipendenti da Mosca.
 
Nel 1943 divenne Presidente dell'Unione dei Patrioti Polacchi (ZPP) nell'URSS, che raccoglieva non solo comunisti polacchi, ma anche politici di Centro liberati dai ''lager''gulag [[siberia]]ni, che si erano sottomessi a Stalin. In questa funzione incolpò in vari articoli e letture la [[Wehrmacht]] di aver perpetrato il [[Massacro di Katyn]].<ref>{{pl}} Witold Wasilewski, ''Ludobójstwo. Kłamstwo i walka o prawdę Sprawy Katynia 1940-2014'', Łomianki, 2014, p. 170. </ref> Da [[Radio Mosca]] attaccò anche duramente il [[Governo in esilio della Polonia|governo polacco in esilio]], rimproverandolo, con la richiesta di una Commissione indipendente d'inchiesta sotto l'egida della [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|Croce Rossa]], di fare "diffamazione antisovietica" (''antyradziecka heca'') come propaganda per il regime nazista.<ref>Testo di lettura in: ''Berlingoscy. Żołnierze tragiczne.'' Red. Dominika Czapigo, Warszawa, 2015, p. 32–33.</ref> Quando le autorità sovietiche nel gennaio del 1944 costituirono una propria Commissione d'inchiesta sotto la direzione del professore medico [[Nikolai Nilowitsch Burdenko|Nikolai Burdenko]] nel bosco di [[Katyn']], Wanda Wasilewska fu inizialmente prevista come membro. Ma Stalin in persona ne depennò dalla lista il nome, insieme a quelli di altri polacchi, impartendo istruzioni affinché nessuno straniero fosse inserito nella Commissione Burdenko.<ref>{{pl}} Wojciech Materski, ''Mord Katyński. Siedemdziesiąt lat drogi do prawdy'', Warszawa, 2010, p. 35.</ref>
 
Nel 1944 fu nominata vicepresidente del [[Comitato Polacco di Liberazione Nazionale]], dal quale proveniva il nuovo governo polacco controllato da Mosca. Però non tornò in Polonia. Dopo la guerra rimase in Unione Sovietica, proseguì il suo lavoro di deputato in Mosca e scrisse anche alcuni libri in tema di [[socialismo]]. Ella viveva all'inizio in un complesso edilizio costruito appositamente per l<nowiki>'</nowiki>''élite'' dei funzionari, la [[Casa sul lungofiume]] (Дом на набережной/''Dom na naberežnoj''), quindi in una dacia a forma di villino, sempre a Mosca. Lei aveva accesso ai privilegi dell<nowiki>'</nowiki>''èlite'' del partito e si mostrava spesso in pelliccia. Anche nel suo soggiorno a Kiev viveva in lussuose condizioni. Secondo le testimonianze dei contemporanei, era un'accanita fumatrice e anche alcol-dipendente.<ref name="wanda" />