Paolo Scheggi: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nasce a [[Settignano]] nel 1940. Deve a suo padre, direttore della Compagnia della Misericordia, l'amore per i testi sacri e quella visione spirituale che lo accompagnerà in tutta la sua breve e intensa vita di ricerca. Dopo la formazione all'[[Istituto statale d'arte di Firenze]] e all'[[Accademia di belle arti di Firenze]], approda a [[Londra]] dove segue un corso di [[Visual design]] <ref name= "P">{{Cita|Carlo Pirovano, 1993|p. 521.}}</ref>. <br />
Nel 1961 alla Galleria della Vigna nuova di Sergio Santi, la sua prima mostra personale: ''Itinerario plastico prestabilito. 18 monotipi dal bianco e dal nero'' <ref name="P" />. <br />
Con un gruppo di amici letterati fonda la rivista d'arte e letteratura ''Il malinteso. Periodico di discussione'', un foglio di cultura e critica artistico-letteraria che ospiterà anche una riflessione di [[Jean-Paul Sartre]] <ref>{{cita web|url=https://www.fristitutodarte.com/categoria-prodotto/artisti/scheggi-paolo/|titolo= Paolo Scheggi in FR Istituto d'Arte Contemporanea|=22 marzo 2021}}</ref>.
Si trasferisce a [[Milano]], ospite della casa-sartoria di [[Germana Marucelli]], donna colta e raffinata<ref name="F" >{{cita web|autore= Luca Scarlini|url=https://www.mariolucagiusti.it/rassegna_stampa/1166.pdf|titolo= Nei mondi di Scheggi, il fiorentino che rivoluzionò l'arte|pubblicazione=Ritratto d'autore||data =15 marzo 2018|}}</ref>, creatrice di moda di grande successo, sua conterranea e lontana parente {{#tag:ref|La nonna materna di
[[File:Germana Marucelli 1962.jpg|miniatura|left|Paolo Scheggi,
Attratto da questo mondo, Scheggi dipinge tessuti per alcune collezioni {{#tag:ref|La linea 'Assiria', un completo ribaltamento nella concezione del vestire, viene presentata a [[Palazzo Pitti]] nel gennaio 1962, gli abiti sono dipinti a mano da Scheggi con colori insoliti e brevi pennellate: «I capi nascono neutri e solo una volta visto il modello in movimento sull'indossatrice è decretato il colore. A volte i motivi, brevi pennellate eseguite a mano da Paolo Scheggi su shantung di seta, ricoprono l'intero abito, altre volte, invece, sottolineano soltanto alcuni dettagli, quasi a voler schematizzare la figura. La direzione del segno costituisce la struttura dell'abito e il corpo, passato ora in second'ordine, svanisce per far emergere la vera essenza dell'essere umano: il movimento, in altri termini la vita.» <ref>{{cita news|autore= Silvia Casagrande|url= http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/germana-marucelli/|titolo= Germana Marucelli|pubblicazione=Enciclopedia delle donne|data =28 aprile 2021}}</ref> <ref name="F" /> <ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2015/04/26/bellissima-alta-moda-mostra-roma/bellissima-lalta-moda-italiana-dal-1945-al-1968/|titolo=Archivio Marucelli-Alta moda italiana|=28 marzo 2021}}</ref>.|group=N}} e crea gioielli e accessori coordinati, realizzando un connubio innovativo tra arte e moda <ref>{{cita web|url=https://associazionegermanamarucelli.org/marucelli-scheggi/|titolo= Germana Marucelli e Paolo Scheggi|=28 marzo 2021}}</ref>.
Frequenta i primi esponenti di [[Arte programmata]] e conosce [[Bruno Munari]] e [[Lucio Fontana]]; quest'ultimo riconosce in Scheggi il talento in una lettera che verrà pubblicata nel catalogo della seconda mostra personale a [[Bologna]], Galleria Il Cancello, tenutasi nel 1962 e intitolata ''Paolo Scheggi Merlini. Per una situazione'', con opere monocrome caratterizzate dalla sovrapposizione di tre tele diversamente forate <ref>{{cita web|url=https://mucciaccia.com/it/paolo-scheggi/|titolo= Biografia di Paolo Scheggi|=28 marzo 2021}}</ref> <ref name= "P">{{Cita|Carlo Pirovano, 1993|p. 521.}}</ref> <ref name= "IL">{{cita news|autore= Ilaria Bignotti|url=https://core.ac.uk/download/pdf/41181647.pdf|titolo= Paolo Scheggi: dall’Intersuperficie all’Intercamera. L’opera oltre la parete, al di là del muro: per vivere uno spazio, per agire il tempo|=28 marzo 2021}}</ref>.
Di lui, nel 1963, si occupano [[Giulio Carlo Argan]] e, soprattutto, [[Lara Vinca Masini]] che lo presenta alla collettiva 'Monocroma' indirizzandolo verso una pittura che gli si dimostrerà congeniale <ref name="A" />. <br />Nello stesso anno, due sue opere sono accolte da [[Palma Bucarelli]] nella Collezione della [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]].
Nel 1964 partecipa alla mostra ''44 protagonisti della visualità strutturata'' organizzata da [[Carlo Belloli]] per la Galleria Lorenzelli di Milano e stringe rapporti con [[Getulio Alviani]], [[Umbro Apollonio]], [[Germano Celant]] e [[Alessandro Mendini]] <ref name="V">{{cita web|url=https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/artisti/paolo-scheggi/|titolo= Paolo Scheggi in Peggy Guggenheim Collection|=28 marzo 2021|}}</ref>. <br />
<ref name= "P" />.
Nello stesso anno conosce e sposa nel mese di ottobre, Franca Dall'Acqua (1941–2020)
In questo periodo inizia anche la progettazione architettonica e ambientale della nuova sede della sartoria Marucelli, con la collaborazione di Getulio Alviani e di Carla Venosta, inaugurata nella primavera del 1965 con la sfilata di abiti [[Optical art|optical]] di cui furono spettatori, fra gli altri, [[Lucio Fontana]] {{#tag:ref|«Scheggi viene spesso visto come un «successore di Fontana, laddove Fontana chiede all’osservatore di guardare al di là della tela, il lavoro di Scheggi, come stratificazione della tela, occupa lo spazio stesso dell'osservatore, spingendolo a guardare al suo interno» <ref name="G" />.|group=N}} e [[Gillo Dorfles]] e di cui Getulio Alviani fu l'operatore plastico {{#tag:ref|Scheggi, progetta il nuovo atelier della sartoria Marucelli, un ambiente innovativo considerato dalla critica d'arte Lara Vinca Masini: «uno dei suoi primi elementi vivibili di integrazione plastica all'architettura». Pareti bianche, e moquette grigia, mobili neri laccati e lampade in alluminio (di Alviani/Scheggi). A contrasto le opere di Scheggi: il ''Compositore spaziale'' rosso vermiglio collocato all'ingresso e l’''Intersuperficie curva'' blu cobalto incassata nella parete. Energia di colori e di luci generate da lampade poste a terra <ref>{{cita web|url=https://associazionegermanamarucelli.org/le-sfilate-in-atelier/|titolo= Inaugurazione del nuovo atelier Marucelli progettato da Scheggi nel 1965|=28 marzo 2021|}}</ref>.|group=N}}.▼
Nel gennaio 1965 presenta al 'Collegio regionale lombardo degli Architetti' il manifesto Ipotesi di lavoro per la progettazione totale, elaborato e firmato con [[Germano Celant]], [[Alessandro Mendini]], Gian Mario Oliveri, Angelo Fronzoni e [[Giancarlo Sangregorio]], che delinea una visione dell’arte inserita in contesti sempre più ampi.
Lavora in qualità di “operatore plastico” per lo studio Nizzoli Associati {{#tag:ref|Lo studio Nizzoli associati nasce per volontà di alcuni storici collaboratori del designer Marcello Nizzoli che nel 1965 lascia l'attività; lo spirito e la visione lungimirante del loro maestro li porta a varcare i limiti tra le discipline, nella grafica, nel design, nell'architettura <ref>{{cita web|url=https://www.csacparma.it/fondo-nizzoli-associati-1965-1991/|titolo= Fondo archivistico Nizzoli Associati (1965-1991)|=28 marzo 2021|}}</ref>, e ad avvalersi di Scheggi come operatore plastico partecipando alla creazione progettuale di "Unità di abitazione C.E.C.A." e l’"ampliamento urbanistico di [[Bratislava]]" che lo porterà alla concezione di un "Intercamera plastica" (1967), sviluppo naturale del contenitore spaziale rosso realizzato per la sartoria Marucelli nel 1964 <ref name="B">{{cita web|autore= Bruno Corà|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Paolo Scheggi: lo spazio davanti al buio|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pp. 11 - 18 |Firenze|data =2007/2008|}}</ref>.|group=N}} e con [[Germano Celant]], [[Alessandro Mendini]], Gian Mario Oliveri, Angelo Fronzoni e [[Giancarlo Sangregorio]] elabora e firma il manifesto ''Ipotesi di lavoro per la progettazione totale'', che delinea una visione dell’arte inserita in contesti sempre più ampi e che viene presentato al 'Collegio regionale lombardo degli Architetti' nel gennaio 1965.▼
▲In
L'adesione di Scheggi al movimento "Nove Tendencjie" assieme agli scambi e alle collaborazioni con altri gruppi internazionali – "Gruppo Zero" e "Gruppo Nul" – lo portano a partecipare nel 1965 alla mostra Nul = Zero, organizzata dalla 'Galerie Orez Den Haag' alla 'Galleria De Bezige Bij' di [[Amsterdam]], e all'esposizione Nova Tendencija 3, tenutasi alla [[Galleria d'arte moderna di Zagabria]], dove stringe importanti contatti con Ivan Picelj e con il mondo culturale [[jugoslavo]] <ref name="A" />.
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 02.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967-ricostruzione fedele all’orginale 2007, struttura portante di legno e fogli di legno dipinto di giallo curvati e fustellati, 540 x 435 x 320 cm, [[Museo Pecci| Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato (Italia)|Prato]]. Donazione di Franca e Cosima Scheggi]]
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 01.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967-[[Museo Pecci| Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato (Italia)|Prato]]. Donazione di Franca e Cosima Scheggi]]
La sua attività si alterna, quindi, tra le prime ''Pitture-oggetto a elementi modulari'' e le ''Intersuperfici curve o a zone riflesse'', utilizzando per tutta la sua ricerca il [[monocromo]] <ref>{{cita web|url= http://www.colossiarte.it/index.php?option=com_content&view=article&id=575:paolo-scheggi&catid=10:itabiografie |titolo= Paolo Scheggi in Colossi Lab|=28 marzo 2021}}</ref>. <br />
A maggio inaugura la sua prima esposizione a [[Venezia]], alla [[Galleria del Cavallino]], che intitola ''Intersuperfici curve'' (con introduzione di [[Umbro Apollonio]]), tenendo poi una personale a [[Palermo]] (galleria 'Il Chiodo') e una a [[Trieste]] ('Centro Arte Viva'), dal titolo ''Problemi sul cerchio-10 Intersuperfici curve bianche'' <ref name="O" />. <br />▼
▲Lavora in qualità di “operatore plastico” per lo studio Nizzoli Associati {{#tag:ref|Lo studio Nizzoli,
Nel 1966 è nel comitato di redazione della rivista Nuova Corrente <ref>{{cita web|url=https://www.michelacattai.it/portfolio-item/paolo-scheggi/|titolo= Paolo Scheggi, Artist|=28 marzo 2021|}}</ref>. <br />
Nell’estate di quell'anno, l'opera presentata alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] sfocia nell'ambiente, concretizzandosi nell’''Intercamera plastica'' (pareti lignee fustellate curvilinee e rettilinee, di colore giallo squillante). La mostra al Naviglio è presentata da Umbro Apollonio alla [[Galleria del Naviglio]] di [[Renato Cardazzo]]. <br />
Già
▲A maggio inaugura la sua prima esposizione a [[Venezia]], alla [[Galleria del Cavallino]], che intitola Intersuperfici curve (con introduzione di [[Umbro Apollonio]]), tenendo poi una personale a [[Palermo]] (galleria 'Il Chiodo') e una a [[Trieste]] ('Centro Arte Viva'), dal titolo ''Problemi sul cerchio-10 Intersuperfici curve bianche'' <ref name="O" />. <br />
▲Nel [[1966]] è l’artista italiano più giovane presente alla [[XXXIII Esposizione internazionale d'arte|XXXIII Biennale di Venezia]] nella sezione “Gruppi di opere: pitture, sculture e grafiche” (a cura di Nello Ponente), dove presenta quattro ''Intersuperfici curve dal bianco, dal giallo, dal rosso e dal blu'' <ref>{{cita web|url=https://iicparigi.esteri.it/iic_parigi/it/istituto/sala-stampa_0/paolo-scheggi-au-dela-de-la-toile.html|titolo= Paolo Scheggi. Au-delà de la toile, exposition|=28 marzo 2021}}</ref>.
* Intersurfaces courbes + compositeurs spatiaux + projets d'intégration plastique, Galerie Smith, [[Bruxelles]], 1964;
▲Sempre nell’estate di quell'anno, in preparazione di una mostra prevista a Milano a cavallo fra dicembre 1966 e gennaio 1967 alla [[Galleria del Naviglio]] di [[Renato Cardazzo]], l'opera presentata alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] sfocia nell'ambiente, concretizzandosi nell’''Intercamera plastica'' (pareti lignee fustellate curvilinee e rettilinee, di colore giallo squillante). La mostra al Naviglio è presentata da Umbro Apollonio. Nell'estate successiva, l'opera è tinta di bianco {{#tag:ref|L’''Intercamera plastica'' sarà oggetto di una serie di lezioni intitolate ''Metaprogettualità strutturali'', tenute da [[Dino Formaggio]] nel corso 'Metoldologie della visione' alla [[Politecnico di Milano|Facoltà di Architettura di Milano]] <ref name= "IL" />. Quest'opera diventa la base per una proposta di cellula abitativa nella tesi di Carlo Ferrario, Franco Ferrari e Maddalena Montagnani, in cui il modulo compositivo si estendeva dal livello abitativo a quello [[Elemento architettonico|architettonico]] e [[Urbanistica|urbanistico]] <ref name= "IL" />.|group=N}} e proposta a [[Palazzo Trinci]] di [[Foligno]] alla mostra 'Lo spazio dell’immagine' {{#tag:ref|La mostra di Foligno del 1967, (riproposta da [[Italo Tomassoni]] nel 2009), sarà un importante evento di rottura: per la prima volta, gli artisti presentano opere plastiche in grado di interagire con gli spazi circostanti creando ambienti a volte percorribili nel proprio interno e offrendo ai fruitori punti di vista nuovi e inattesi, come ben spiegato da [[Giuseppe Marchiori (critico)|Giuseppe Marchiori]] nella prefazione del catalogo <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Il dibattito critico sulla scultura contemporanea in Italia (1960 – 2010)|autore = Diego Esposito|città = Salerno|anno = anno accademico 2012/2013|cid = |url= http://elea.unisa.it/bitstream/handle/10556/1869/tesi%20D.%20Esposito.pdf?sequence=1&isAllowed=y|formato = PDF|accesso = 28 aprile 2021|urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto =}}</ref>. La mostra sarà ricordata come «uno degli eventi più importanti degli anni Sessanta forse anche su scala [[Europa|europea]]» <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Lo spazio e l'immagine, arte italiana degli anni sessanta - catalogo della mostra|autore = Italo Tomassoni|città = Foligno, Ginevra, Milano|anno = 2009 - 2010|cid = capitolo=Lo spazio dell'immagine e il suo tempo}}</ref>|group=N}}. <br />
▲Già dalla fine degli anni [['60]], sue opere sono presenti in molte realtà internazionali <ref name="C">{{Cita|Catalogo Fondazione Biscozzi Rimbaud|p. 205, 206.}}</ref>:
* XXI Salon de Réalités Nouvelles al [[Musée d'art moderne de la Ville de Paris]];
* New Tendencies organizzata dalla 'Galleria Bonino' a [[New York]];
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* Nueva Tendencja Italiana, mostra organizzata da Umbro Apollonio al [[Museo d'Arte Moderna di Buenos Aires]], in [[Argentina]].
Nel '66 è nel comitato di redazione della rivista [[Nuova Corrente]] <ref>{{cita web|url=https://www.michelacattai.it/portfolio-item/paolo-scheggi/|titolo= Paolo Scheggi, Artist|=28 marzo 2021|}}</ref>. <br />
▲Tra il 1966 e il [[1967]] la ricerca di Scheggi si afferma anche nei [[Scandinavia|Paesi scandinavi]] con la partecipazione alla First Scandinavian Biennale, tenutasi al [[Palazzo di Charlottenborg]], [[Copenaghen]] con la presentazione di ''Trends confronted – objectual figuration – visual art'' all’[[Istituti italiani di cultura all'estero|Istituto di Cultura]] a [[Stoccolma]] <ref name="A" />. <br />
Tra la fine del 1967 e il febbraio [[1968]], con ''Con temp l’azione'', presentata prima alle gallerie torinesi
La sintesi ormai matura della ricerca di Scheggi si indirizza su due linee indipendenti: da un canto, proseguendo nelle ricerche concettuali verso una maggiore programmaticità dell’opera, Scheggi sviluppa le ricerche sugli ''Inter-ena-cubi'', (formati da moduli di cartone colorato e fustellato e plexiglass o da moduli di metallo smaltati); dall’altro si prepara ad approdare ad altri spazi, performati, pubblici e teatrali <ref name= "IL" /> e ad irrompere nello spazio urbano, superando qualunque ostacolo oggettivo legato alla stessa opera o all’ambiente circostante <ref name="B" />.
▲Tra la fine del 1967 e il febbraio [[1968]], con ''Con temp l’azione'', prima alle gallerie torinesi ('Il Punto', 'Sperone' e 'Stein' {{#tag:ref|Negli anni Sessanta, [[Torino]] diventa punto di riferimento dell'arte internazionale per il mercato italiano. Gian Enzo Sperone, studente in Lettere e aspirante scrittore, giovanissimo, diventa nel 1963 prima direttore della “Galleria il Punto” e, l’anno seguente, inaugura la “Galleria Gian Enzo Sperone”, inserendosi nel mercato estero, proponendo mostre del [[New Dada]] e della [[Pop Art]] americana e stimolando un collezionismo privato più attento e dinamico. Assieme al critico Germano Celant, cura la nascita e l’affermazione a livello internazionale dell’Arte Povera. In seguito, si trasferirà prima a Roma e poi a New York. Sempre a Torino, il 10 novembre 1966 viene fondata da Margherita von Stein (1921–2003) la “Galleria Christian Stein”. In queste tre gallerie, “Gian Enzo Sperone”, “Il Punto” e “Christian Stein”, si inaugura ''Con temp l’azione'', mostra collettiva curata da Daniela Palazzoli, con la partecipazione di Getulio Alviani, [[Giovanni Anselmo]], [[Alighiero Boetti]], [[Luciano Fabro]], [[Mario Merz]], [[Aldo Mondino]], [[Ugo Nespolo]], Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Paolo Scheggi, Gian Enrico Simonetti, Gilberto Zorio <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = «Oltre l’oggetto»: qualche considerazione su Arte Povera e performance|autore = Claudio Zambianchi|città = |anno = |cid = |url= https://www.lettere.uniroma1.it/sites/default/files/694/oltre_l'oggetto.pdf|formato = PDF|accesso = 28 aprile 2021|urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto =}}</ref>.| group=N}}, a cura di [[Daniela Palazzoli]]) e poi a [[Lugano]], all’''Arts International club edizioni Flaviana'', si chiude un cerchio spirituale che approda ad altri spazi, performati, pubblici e teatrali <ref name= "IL" />. <br />
Alla fine ’68, Scheggi incontra [[Giuliano Scabia]] al [[Piccolo Teatro (Milano)|Piccolo Teatro di Milano]] e per lui realizza gli ''Interventi plastico-visuali'' per l’opera teatrale 'Visita alla prova dell’Isola purpurea di [[Michail Afanas'evič Bulgakov|Bulgakov]]+Scabia' <ref name="P" /> <ref name="L">{{Cita|Lara Vinca Masini, Arte Contemporanea: La linea dell'unicità - La linea del Modello}}</ref>. <br /> Partecipa alla mostra 'Public Eye' di [[Amburgo]] e 'Prospect ’68' di [[Düsseldorf]] <ref name="V" />. <br />
All’ambito delle sue ricerche performative, può essere ascritto anche ''Il Cannocchiale ottico percorribile'' {{#tag:ref|Il ''Cannocchiale ottico percorribile'', opera mai realizzata, era stata progettata da Scheggi per la [[XIV Triennale di Milano|Triennale milanese del 1968]] (cui partecipa come operatore visuale anche alla mostra dedicata a [[Marcello Nizzoli|Nizzoli designer]] all’interno di 'Interventi nel paesaggio'), mostra dedicata al tema del [[Mostra del grande numero|Grande Numero]] <ref>{{cita web|url=http://archivio.triennale.org/archivio-fotografico/esposizione/22066-14trn?filter_catphoto=22122&cat=22122&filter_type=image|titolo= 1968. XIV Triennale di Milano Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell'architettura moderna [Il grande numero]|=28 marzo 2021|}}</ref>. L’intento della mostra, era proporre una visione artistica del mondo in scala con lʼambiente fisico circostante e testimonia l’interesse di Scheggi verso il problema espositivo e allestitivo allargando le sue ricerche verso la scenografia e la regia. Del progetto, di cui restano soltanto due fotografie (Archivio Scheggi), fu realizzato solo un modello in acciaio cromato <ref name="CN" />. Il progetto avrebbe dovuto essere realizzato in collaborazione con l’[[Italsider]] e collocato tra la [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore]] e il [[Battistero di San Giovanni (Firenze)|Battistero]], in asse con [[Via dei Calzaiuoli|via de' Calzaiuoli]] e [[via de' Martelli]], a Firenze <ref name="O">{{cita web|url=http://www.moremuseum.org/omeka/items/show/14|titolo= Cannocchiale ottico percorribile, in MoRE MoRE|=28 marzo 2021|}}</ref>. Una sorta di tunnel, di notevoli dimensioni, di forma irregolare e zigzagante, che il visitatore avrebbe dovuto percorrere in tutta la sua lunghezza, spaesato dal tortuoso percorso e da un’illuminazione interna alquanto drammatica.|group=N}}. <br />
Nel 1969 gli viene assegnata la cattedra di [[Psicologia della Gestalt|Psicologia della forma]] all’[[Accademia di belle arti dell'Aquila]]. <br />▼
Il dialogo costante con [[Achille Bonito Oliva]] sfocia nella mostra di inizio [[1969|’69]] alla 'Modern Art Agency' di [[Napoli]] dove Scheggi presenta, nella relativa pubblicazione, l’intero percorso delle sue opere: dalle prime ''Intersuperfici'' alle ''Strutture modulari''. <br />
Utilizza una parete di ''Intercamera'' per realizzare la scenoplastica bianca che serve da fondo per le proiezioni delle immagini e dei video nello spettacolo ''Materiale per sei personaggi'', con la regia di [[Roberto Lerici (editore)|Roberto Lerici]] al Teatro Durini di Milano (marzo del ’69) <ref name="F" />. <br />
Alla [[Galleria del Naviglio]] di Milano mette in scena la [[Performance art|performance]] ''Oplà-stick, passione secondo Paolo Scheggi'' {{#tag:ref|Performance che rievoca nel titolo l’opera ''Hoppla, wir leben!'' di [[Ernst Toller]] <ref> {{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/ernst-toller/|titolo= Toller, Ernst - Treccani|=28 marzo 2021|}}</ref>, amara riflessione sull’utopia politica e sul dramma dell’uomo, omaggio a [[Erwin Piscator]] e al teatro politico dell’avanguardia storica.|group=N}}, un’azione teatrale da lui scritta, diretta e costruita scenograficamente in cui quattro attori, ispirati da una voce fuori campo, compiono movimenti spostando lettere bianche su un cartellone nero che fa da sfondo: una riflessione sul linguaggio politico della rivoluzione, una rilettura del teatro delle avanguardie teatrali del [[Novecento]]. La performance sarà presente il 6 maggio alla 'tendencije 4' di [[Zagabria]] <ref>{{cita web|url=https://www.repository.unipr.it/bitstream/1889/2381/4/6_bignotti-1.pdf|titolo= Typoezija-Typoetry. Dalla pagina poetica allo spazio performativo, tra Italia e Croazia|autore=Ilaria Bignotti| data=28 marzo 2021|}}</ref>. <br />
Ormai l’arte di Scheggi si muove in un ambito teatrale e performativo, dove il superamento dello spazio tradizionale della scena e della galleria lo porta a occupare altre dimensioni ed estendersi nelle città. Ne sono esempio il progetto ''Marcia Funebre'' o ''Geometria per Campo Urbano'' a [[Como]]
<ref name="C" /> e l’azione dal titolo ''OPLÀ'', dove 4 grandi lettere bianche sono portate fuori dallo spazio della galleria alle strade e piazze urbane, a Milano (primavera 1969) e poi a Firenze (novembre 1969) partendo da una sua mostra personale alla 'Galleria Flori' <ref name="L" />. <br />
Mettendo in scena l’''Autospettacolo. Atto unico del Tempo'' a [[Caorle]] (Venezia), Scheggi utilizza microfoni e registratori applicati direttamente sui corpi di amici artisti e critici, oltre che dei cittadini che si prestano a questa operazione, e ne ritrasmette voci e rumori nel Teatro Comunale, con intento "vagamente spionistico" e quindi dissacrante nei confronti del controllo del sistema, in piena linea con le polemiche e le [[Sessantotto|contestazioni del Sessantotto]] {{#tag:ref|Per la performance Autospettacolo, Scheggi si avvale di [[Raffaele Maiello (regista)|Raffaele Maiello]] per la regia, [[Franco Quadri]] per la critica teatrale, Tommaso Trini per la critica artistica e Franca Sacchi per le musiche <ref>{{Cita pubblicazione|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte|data= 2007 - 2008}}</ref>.|group=N}}.<br />
▲Nel 1969 gli viene assegnata la cattedra di [[Psicologia della Gestalt|Psicologia della forma]] all’[[Accademia di belle arti dell'Aquila]]. <br />
Nel 1970 partecipa alla collettiva 'Amore mio', organizzata da Achille Bonito Oliva al [[Montepulciano|Palazzo Ricci a Montepulciano]] e volta a documentare proposizioni di tipo installativo e ambientale <ref>{{cita web|url=http://www.fondazionemenna.it/menna-digit/una-originale-mostra-darte-a-montepulciano-6-8-1970|titolo= Una originale mostra d’arte a Montepulciano 6/8/1970|=28 marzo 2021 in Fondazione Filiberto e Bianca Menna}} </ref>. <br />▼
Nel 1970 nasce Cosima Ondosa Serenissima, unica figlia di Paolo Scheggi e Franca Dall’Acqua. A lei dedica l’ambiente ''Ondosa'' e ''Ondosa nera'' {{#tag:ref|''Ondosa'' e ''Ondosa nera'' sono due nomi che Scheggi dà allo stesso ambiente realmente creato a 'Eurodomus 3' <ref>{{cita web|url=https://hdl.handle.net/1889/1998|titolo=Cannochiale ottico percorribile in Università degli Studi di Parma|=28 marzo 2021|}}</ref>.|group=N}}, opera progettata per la [[XIV Triennale di Milano|XIV Triennale milanese]] del’68 e mai realizzata <ref name= "CN">{{cita web|url=https://www.repository.unipr.it/bitstream/1889/1998/1/scheggi_cannocchiale%20ottico%20percorribile.pdf|titolo= Paolo Scheggi, Cannochiale ottico percorribile|=28 marzo 2021|}}</ref>: progetto di tunnel proposto e realizzato per la mostra 'Eurodomus 3' del 1970 a Milano, ma che andrà distrutto.
Muore a Roma il 26 giugno del 1971 {{#tag:ref|«Poco dopo l’arrivo a Milano un grande cardiologo gli disse che, con un operazione, rischiosa però, avrebbe potuto superare il male che altrimenti lo avrebbe condannato inesorabilmente dopo i trent’anni; rispose di no, che anche una minima percentuale di rischio era troppa.» Giancarlo Calza <ref>{{cita web|autore= Lara Vinca Masini|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Paolo Scheggi|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pp. 19 -22 |Firenze|data =2007/2008|}}</ref>.|group=N}}. <br />▼
▲
Nello stesso anno, a [[Roma]], partecipa a 'Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/1970', curata da Achille Bonito Oliva <ref name="M">{{cita web|url=https://www.palazzoesposizioni.it/pagine/il-palazzo-la-storia-dalle-mostre-degli-anni-settanta-allintervento-di-restauro|titolo= DALLE MOSTRE DEGLI ANNI SETTANTA ALL’INTERVENTO DI RESTAURO|=28 marzo 2021}}</ref>.
Nel 1971 realizza l’opera 6profetiper6geometrie, che conclude la sua ricerca concettuale, ancora oggetto di indagine per la sua complessità.
▲Muore a Roma il 26 giugno del 1971 {{#tag:ref|«Poco dopo l’arrivo a Milano un grande cardiologo gli disse che, con un operazione
È sepolto nel [[cimitero di Settignano]].
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Nel 2013, sotto la supervisione di Franca, si celebrano prima l'omaggio a Paolo Scheggi all'interno di 'Postwar. Protagonisti italiani', a cura di Massimo Barbero (al [[Peggy Guggenheim Collection|Gugghenheim]] di [[Venezia]]) e dopo ''"Paolo Scheggi. Interacamera plastica e altre storie"'', mostra dedicata all’estensione dell’opera nell’ambiente, a cura di Stefano Pezzato (al 'Centro Pecci' di Prato) <ref>{{cita news|autore= Stefania Rinaldi|url=https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2017/04/mostra-collezione-centro-pecci-prato/|titolo= Dalla caverna alla luna. Un viaggio nella collezione del Centro Pecci|pubblicazione=Artribune||data =19 aprile 2017|}}</ref>. <br />
Fra aprile e maggio del [[2014]], la 'Cortesi Gallery' di [[Lugano]] propone, come scelta sperimentale per verificare la persistenza del linguaggio di Scheggi tra gli artisti delle nuove generazioni (Lucy Skaer, [[Glasgow]], [[1975]]), la mostra bi-personale 'Paolo Scheggi – Lucy Skaer' <ref>{{cita web|url=http://moussemagazine.it/paoloscheggi-lucyskaer-cortesi/|titolo= “Paolo Scheggi – Lucy Skaer” at Cortesi Contemporary, Lugano|autore=Matteo Galbiati|data=22 marzo 2021}}</ref>.
Nel giugno 2015 in occasione di 'Art Basel', Tornabuoni Art (che
Nel 2018, tra gennaio e marzo, una verifica analoga a quella di Lugano del 2014 viene riproposta presso lo 'Spazio Arte CUBO' – Centro [[Unipol]] di Bologna con una mostra a più voci dove l’ambiente ''Interfiore'' di Scheggi viene ricostruito e messo in dialogo con le installazioni di Joanie Lemercier ([[Pithiviers]], [[Francia]], 1982) <ref>{{cita web|url=https://www.cubounipol.it/it/Documents/das.01/Catalogo%20DAS%20InBetween%20web.pdf|titolo= IN BETWEEN Dialoghi di luce|autore=Ilaria Bignotti, Federica Patti|data=22 marzo 2021}}</ref>.<br />
Nel 2019, Franca segue a [[Londra]] la progettazione della mostra antologica alla 'Estorick Collection of Modern Italian Art' dal titolo ''Paolo Scheggi: In Depth'', tenutasi dal 3 luglio al 15 settembre <ref>{{cita news|url=https://www.lastampa.it/cultura/2019/07/04/news/paolo-scheggi-rivive-tra-le-pareti-dell-estorick-collection-di-londra-1.36641242|autore= Carlotta Gallo|titolo= Paolo Scheggi rivive tra le pareti dell’Estorick Collection di Londra|pubblicazione= La Stampa, 4 luglio 2019 |data=28 aprile 2021}}</ref> e, contemporaneamente, si occupa della ricostruzione della mitica performance del ’69 ''Oplà-stick, passione secondo Paolo Scheggi'', che si tiene al Museo d’Arte Contemporanea (MSU) di [[Zagabria]], performance poi riproposta a [[Fiume (Croazia)|Rijeka]], [[Capitale europea della cultura|Capitale della Cultura]] [[2020]], dalla fine di ottobre dello stesso anno e interpretata dal collettivo teatrale BADco (a cura di Ilaria Bignotti e Jasna Jakšić, in collaborazione con l’Archivio Scheggi) {{#tag:ref|La performance apre la mostra Typoetry che si tiene presso la “Student Center Gallery”, nell’ambito della mostra internazionale Tendencies 4. «Questa rievocazione non è solo un omaggio a Paolo Scheggi
== L’archivio ==
L’archivio di Paolo Scheggi nasce per volontà delle eredi Franca e Cosima Scheggi nel gennaio 2013 con la costituzione a Milano dell’Associazione Paolo Scheggi, «volta ad autenticare, archiviare, conservare e catalogare le opere, gli scritti, i documenti, i dati, le testimonianze, le notizie e qualsiasi altro materiale di interesse, avente ad oggetto l’opera e la vita dell’artista»<ref>{{cita web|url=http://www.associazionepaoloscheggi.com/associazione.htm|titolo= Associazione Paolo Scheggi|=28 marzo 2021|}}</ref>.<br />
Nel 2016 viene completato il Catalogo ragionato, atto finale del riordino delle opere <ref>{{cita libro| nome=Luca Massimo| cognome=Barbero| titolo=Paolo Scheggi. Catalogo ragionato| città=Milano | editore=Skira | anno=marzo 2016 | pp.496ISBN=9788857228747}}</ref>.
== Curiosità ==
[[File:Sanremo_1967_serata_finale.jpg|thumb|upright=1.50|Il [[Festival di Sanremo 1967]], con i fondali formati da più superfici sovrapposte con aperture circolari e diversi livelli di profondità spaziale, che erano chiaramente ispirati alle opere di Paolo Scheggi]]
* È [[Fernanda Pivano]],
* Nel 1966 la scenografia del Festival di Sanremo omaggia le sue ''Intersuperfici'' <ref>{{cita news|autore=|url= https://www.askanews.it/esteri/2020/10/01/per-tutto-il-mese-a-iic-parigi-prima-mostra-francese-di-scheggi-pn_20201001_00286/|titolo= Per tutto il mese a IIC Parigi prima mostra francese di Scheggi|data =1 ottobre 2020}}</ref>.
== Principali opere di Paolo Scheggi ==
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