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====La "guerra parallela"====
[[File:France map Lambert-93 with regions and departments-occupation-it.svg|thumb|L'occupazione della Francia da parte di Germania e Italia.]]
Con la caduta della Francia imminente, il Regno Unito rimaneva l'unico vero ostacolo alla Germania. Mussolini si affacciò dal balcone di [[Palazzo Venezia]] il 10 giugno 1940 e annunciò alla folla adorante l'ingresso in guerra dell'Italia. Si trattò di un [[gioco d'azzardo]] ad alto rischio di perdere la scommessa, poiché, date le sopracitate contingenze e pervarie ragioni strutturali, un'Italia con armamenti da [[prima guerra mondiale]] sarebbe stata pronta al nuovo sforzo bellico solo a metà 1941 ed era comunque ''"l'ultima delle [[grandi potenze]]"'' in conflitto. Mussolini era però convinto che lo scontro fosse avviato ad una rapida conclusione in favore dei tedeschi e degli italiani che, ora uniti nella contesa, avrebbero costituito la duplice intesa per dominare il mondo del dopo-guerra: alla resa dei francesi, ormai prossima, sarebbe seguita in pochi mesi, così ragionava il Duce, quella dei britannici rimasti isolati. In questa ridotta finestra di tempo, l'Italia avrebbe condotto una propria "guerra parallela" per espandere il suo impero. A conferma di ciò, Mussolini avrebbe così giustificato l'intervento italiano in privato: "''ho bisogno solo di qualche migliaio di morti per sedermi da vincitore al tavolo della pace''".
 
L'Italia prese anzitutto parte alla [[campagna di Francia]] in corso, ottenendo una modesta e faticosa avanzata nella [[Battaglia delle Alpi]]. I francesi qualificarono di "pugnalata alle spalle" l'attacco fascista, che portò alla presa italiana di [[Mentone]] e di alcuni territori montanari a qualche chilometro dal confine mentre le forze tedesche s'impadronivano di [[Parigi]]. Con gli armistizi di [[Armistizio di Compiègne|Compiègne]] (22 giugno) e [[Armistizio di Villa Incisa|Villa Incisa]] (24 giugno), la Francia si arrese rispettivamente alla Germania e all'Italia. Mussolini ottenne la sua piccola zona di occupazione, l'uso del porto di [[Gibuti]], e la smilitarizzazione dei confini franco-italiani. Quest'ultima richiesta fu avanzata dai fascisti come base per una futura rivendicazione della [[Savoia]], di [[Nizza]], della [[Corsica]], e della [[Tunisia]], territori che vennero poi occupati dagli italiani nel 1942.