Monte Terminillo: differenze tra le versioni

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Dagli [[anni ottanta]] in poi, le presenze turistiche sul Terminillo hanno subìto un forte calo, che ha portato tutta la montagna ad un progressivo declino. Le ragioni di tale crisi sono da ricercare principalmente nella sempre più forte concorrenza delle stazioni sciistiche abruzzesi che in tale periodo divennero meglio gestite ed attrezzate e che, pur essendo più distanti da Roma, in seguito alla costruzione dell'[[Autostrada A24 (Italia)|autostrada A24]] (1970) divennero più facili da raggiungere rispetto al Terminillo, servito dalla sola [[Strada statale 4 Via Salaria|statale Salaria]].<ref name="boccacci 1998">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/01/17/la-neve-dei-romani-di-casa-in.html|autore=Paolo Boccacci|titolo=La neve dei romani è di casa in Abruzzo|pubblicazione=la Repubblica|data=17 gennaio 1998|accesso=12 febbraio 2017}}</ref> Inoltre alla crisi contribuirono anche l'irrazionale gestione degli impianti esistenti<ref name="stampa 1986" /> e soprattutto la diminuzione delle [[Nevicata|precipitazioni nevose]].<ref name="boccacci 1998" />
 
Negli ultimi 5 anni c'è stata una inversione di tendenza, con nevicate particolarmente abbondanti, in particolar modo nell'inverno 2017-2018 e in quello 2020-2021.
 
Con la prima flessione delle presenze, alla metà degli anni settanta, emerse la necessità di rilanciare il Terminillo, in particolare realizzando impianti di [[innevamento artificiale]], sfruttando maggiormente il versante leonessano (orientato a nord e quindi soggetto a nevicate maggiori e più durature) e collegandolo al versante reatino con un impianto di risalita (allo scopo di unificare le due stazioni sciistiche di Pian de' Valli e Campostella).
 
I primi progetti erano particolarmente consistenti ed ambiziosi: il primo fu elaborato nel 1974 dall'ente provinciale per il turismo di Rieti e prevedeva di quadruplicare gli [[impianti di risalita|impianti]] e di triplicare le piste.<ref name="airone 1993" /> Da allora se ne sono succeduti molti altri, seguiti tuttavia da scarsi esiti: infatti la nascente sensibilità [[ambientalismo|ambientalista]] (contraria all'ulteriore sfruttamento sciistico della montagna a scapito della qualità ambientale)<ref name="airone 1993" /> e la litigiosità dell'ambiente politico e imprenditoriale locale,<ref name="stampa 1986" /> impedirono la realizzazione di [[investimento|investimenti]] atti a rinnovare, modernizzare ed ampliare gli impianti; al contrario, le strutture a servizio dei turisti arrivarono addirittura a ridursi, dal momento che molti impianti, giunti a scadenza trentennale naturale, non furono sostituiti e dovettero essere dismessi per mancanza di manutenzione, lasciando i loro ruderi alle intemperie. Tutt'oggi i resti dei vecchi impianti sono ben visibili per esempio sul Monte Terminilletto (pista Conetto) oppure in zona Rialto ed anche verso il ComiuneComune di CatanliceCantalice (pista Cardito Nord). Il calo dell'affluenza ebbe inoltre la conseguenza di rendere progressivamente sovrabbondanti le strutture alberghiere esistenti, molte delle quali sono state chiuse e riconvertite in condomini o residences.<ref name="ferriani" />
 
==== Progetto TSM ====