Autoaffondamento della flotta francese a Tolone: differenze tra le versioni
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{{Campagnabox Mediterraneo 1940-1942}}
L{{'}}'''autoaffondamento della flotta francese a [[Tolone]]''' ebbe luogo il 27 novembre [[1942]] su ordine dell'Ammiragliato del [[governo di Vichy]] al fine di evitare la cattura della medesima da parte della [[Germania nazista]] nel quadro dell'Operazione Lila nel corso dell'[[Operazione Anton]]. Salvo qualche eccezione, la Marina rifiuta di raggiungere gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] o le forze dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] al fine di far conservare alla Francia di Vichy lo status di ''neutralità'' conformemente all'[[Secondo armistizio di Compiègne|armistizio del 22 giugno 1940]].
== Contesto ==
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Quando i tedeschi occuparono Fort Lamalgue, arrestando il generale [[André Marquis]], l'ammiraglio Jean de Laborde, prontamente avvisato dal contrammiraglio Dornon, ordinò immediatamente l'affondamento della flotta. Ciò mentre gran parte delle forze tedesche venivano bloccate dalle sentinelle francesi con fantasiose richieste burocratiche (dimostrando la scarsa volontà delle due parti di fare uso delle armi)<ref>Nico Sgarlato, ''L'autoaffondamento di Tolone'', articolo di "Eserciti nella Storia", pag.21: "Il grosso delle forze tedesche era in ritardo ed era stato bloccato dalle sentinelle con assurde pretese burocratiche; la situazione appariva kafkiana ma, evidentemente, entrambe le parti avevano intenzione di limitare il ricorso alle armi"</ref>.
Nel frattempo le valvole di allagamento delle navi erano già state aperte, e poco dopo esplosero anche le prime cariche esplosive. La nave ammiraglia ''[[Strasbourg (incrociatore da battaglia)|Strasbourg]]'' bruciò per diversi giorni, mentre altre navi come l'incrociatore ''Colbert'' e il ''Dupleix'' saltarono in aria. Alcuni sommergibili come il ''Casablanca'', il ''Marsouin'', ''Le Glorieux'' e l
La maggior parte della flotta francese fu resa inutilizzabile, e solo quattro cacciatorpediniere furono immediatamente recuperati; ad essi si aggiunse poco più tardi anche il ''Valmy'', che fu riportato a galla. Tutte queste imbarcazioni furono trasferite in Italia. Fu solo molto più tardi che i tedeschi riuscirono a recuperare ulteriori nove unità.
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