Cena in Emmaus (Caravaggio Milano): differenze tra le versioni
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== Critica ==
Secondo Maurizio Marini potrebbe essere la prima opera dipinta dopo la fuga da Roma, da mettere in rapporto con l{{'
[[Bernard Berenson]] richiama la ''[[Cena in Emmaus (Moretto)|Cena in Emmaus]]'' di [[Il Moretto|Moretto da Brescia]] nella [[Pinacoteca Tosio Martinengo]] di Brescia, già appartenuta all'Ospedale Maggiore e alla chiesa di San Luca.
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[[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]] scrive che l'opera ha uno stile "rapido e sprezzato", mentre il boccale a destra sul tavolo, sembra essere nei modi del maestro olandese [[Frans Hals|Franz Hals]]<ref>Roberto Longhi, Caravaggio a c. Giovanni Previtali, Roma, Editori Riuniti, 1982, p. 159.</ref>.
Alfred Moir precisa come le varianti di colore e composizione rispetto alla precedente versione di Londra, indichino "una mutata concezione del soggetto". Le figure risultano di fatto più piccole rispetto alle dimensioni della tela, mentre le mani " formano un ponte tra il nostro spazio e quello del dipinto, ma i personaggi non balzano fuori della tela". Vi è quindi un aumento del pathos che è nelle figure dolenti della ''Morte della Vergine'' e nel maggiore coinvolgimento psichico dell{{'
Rodolfo Papa, facendo riferimento ad una supposta etimologia del nome Luca, "che si eleva", "che si alza", come spiegato nella ''[[Legenda Aurea]]'' di Jacopo da Varazze, identifica il personaggio di destra, che ha le braccia puntate sul tavolo, in quello "che si alza" (passando dall'amore per gli uomini in terra, per quello di Dio in cielo), in San Luca; questa identificazione può essere resa possibile anche dal fatto che Gregorio nei ''Moralia in Job'', afferma che il compagno di Cleofa (il personaggio presente a sinistra) nella strada per Emmaus era S. Luca<ref>San Luca a cena con Cristo risorto</ref>. Lo stesso studioso afferma che Caravaggio avrebbe ripreso la figura dell'oste, presente in entrambe le versioni, dalla ''Cena in Emmaus'' di [[Tiziano Vecellio|Tiziano]], del 1540, conservata al [[Museo del Louvre|Louvre]]. Mia Cinotti rileva come la figura della vecchia serva a destra sia della stessa modella che ha posato per la S. Anna nella ''[[Madonna dei Palafrenieri]]'' della [[Galleria Borghese]]<ref>Mia Cinotti, Caravaggio</ref>. Rispetto alla prima versione notiamo il fondo alle spalle del Cristo completamente scuro, di un nero bituminoso; l'oste che nella prima versione era a sinistra, qui è a destra ed è l'ombra di Cristo che si proietta sul suo abito. Accanto all'oste è aggiunto un secondo personaggio popolare, la serva. L'oste guarda perplesso la mano di Cristo senza comprendere il gesto, la serva invece distoglie lo sguardo come se non fosse interessata.
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