Crizia: differenze tra le versioni

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Ribaltando lo schema tradizionale, che storicamente voleva il diritto positivo fondato sulla morale divina (si pensi a [[Esiodo]]), egli con straordinaria acutezza fonda nella paura del divino il vero caposaldo del potere politico. La divinità assume così le caratteristiche di uno [[instrumentum regni|strumento politico]] atto al governo della parte più intima del popolo: la sfera personale. Secondo Crizia, il divino è stato inventato dai governanti affinché gli uomini smettessero di infrangere le leggi di nascosto, convincendoli dell'esistenza di una forza soprannaturale in grado di osservarli in qualsiasi momento e in seguito giudicarli.
 
Questa critica corrosiva va ben oltre la semplice spiegazione razionalistica della religione, dimostrando la debolezza intrinseca della legge positiva e della morale collettiva. Queste sono infatti frutto di convenzione, relative e basate sull'apparenza: come prima di lui aveva osservato il sofista [[Antifonte]], giusto è colui che, di fronte a testimoni, si comporti in ossequio alla legge per evitare biasimo e pene, ma che poi, in privato, si comporti secondo la propria natura (''[[physis]]'').<ref>DK 84B44.</ref> Qui sta appunto, anche per Crizia, la debolezza della legge, poiché essa cessa di avere valore quando l'individuo si trova solo. Qualsiasi oratore, poi, è in grado a parole di rigirare la legge a proprio vantaggio, insozzando ciò che di buono vi è in essa. Piuttosto che sul ''nomos'', dunque, una società ordinata si dovrebbe basare sulla moderazione del singolo individuo. Come scrisse nel ''Piritoo'', «un carattere nobile è più saldo della legge», poiché nessuno sarà mai in grado di storpiarlo.<ref>DK 88B22.</ref> Si noti che questo discorso è in linea con la mentalità aristocratica e oligarchica del periodo, di cui Crizia è uno dei principali esponenti. L'attacco alla religione e il richiamo alla moderazione in quanto saggezza (''sophrosyne''), di contro alla fragilità del ''[[nomos (mitologia)|nomos]]'', mostrano una critica molto forte dell’dell{{'}}''[[isonomia]]'', cardine del regime democratico ateniese<ref>Il concetto di ''[[isonomia]]'' è un caposaldo della fazione democratica e risale a [[Clistene]]. Cfr. M. Ostwald, ''From Popular Sovereignity to the Sovereignity of Law'', Los Angeles 1986, p. 27.</ref>, per la quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.<ref>A tale proposito, si vedano anche le tesi espresse dal personaggio di [[Callicle]] nel ''[[Gorgia (dialogo)|Gorgia]]'' di Platone.</ref> Come fa notare [[Mario Untersteiner]], la tesi di Crizia lo rende dunque al tempo stesso «scientificamente illuminista e praticamente reazionario».<ref>{{cita|Untersteiner|p. 508}}.</ref>
 
== Note ==