Paolo Scheggi: differenze tra le versioni
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Si trasferisce a [[Milano]], ospite della casa-sartoria di [[Germana Marucelli]], donna colta e raffinata<ref name="F" >{{cita web|autore= Luca Scarlini|url=https://www.mariolucagiusti.it/rassegna_stampa/1166.pdf|titolo= Nei mondi di Scheggi, il fiorentino che rivoluzionò l'arte|pubblicazione=Ritratto d'autore||data =15 marzo 2018|}}</ref>, creatrice di moda di grande successo, sua conterranea e lontana parente {{#tag:ref|La nonna materna di Scheggi era cugina di primo grado di Germana Marucelli <ref>{{cita web|autore= Elisabetta Scheggi|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Mio fratello|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pag. 27 |Firenze|data =2007/2008|}}</ref>.|group=N}}, con cui stringerà un solido e proficuo sodalizio <ref>{{cita news|autore= Irene Brin|url=|titolo= La Donna - Frutto|pubblicazione=Corriere d'Informazione |data=21 gennaio 1969}}</ref>. <br />
[[File:Germana Marucelli 1962.jpg|miniatura|left|Paolo Scheggi, ''Intersuperficie curva'' in dialogo con un Abito da mare, linea Camicioni, collezione primavera-estate [[1963]] di Germana Marucelli. I motivi a stampa verde e nero su disegno di Paolo Scheggi. Installazione al [[Museo Salvatore Ferragamo|Museo Ferragamo]], Firenze, 2017]]
Attratto da questo mondo, Scheggi dipinge tessuti per alcune collezioni {{#tag:ref|La linea 'Assiria', un completo ribaltamento nella concezione del vestire, viene presentata a [[Palazzo Pitti]] nel gennaio 1962, gli abiti sono dipinti a mano da Scheggi con colori insoliti e brevi pennellate: «I capi nascono neutri e solo una volta visto il modello in movimento sull'indossatrice è decretato il colore. A volte i motivi, brevi pennellate eseguite a mano da Paolo Scheggi su shantung di seta, ricoprono l'intero abito, altre volte, invece, sottolineano soltanto alcuni dettagli, quasi a voler schematizzare la figura. La direzione del segno costituisce la struttura dell'abito e il corpo, passato ora in second'ordine, svanisce per far emergere la vera essenza dell'essere umano: il movimento, in altri termini la vita.» <ref name="F" /><ref>{{cita news|autore= Silvia Casagrande|url= http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/germana-marucelli/|titolo= Germana Marucelli|pubblicazione=Enciclopedia delle donne|data =28 aprile 2021}}</ref>
Frequenta in città numerose mostre autogestite, espressione dei tanti gruppi che andavano allora nascendo: sono attivi il ''Gruppo Zero'' di [[Düsseldorf]] {{#tag:ref|Il 'Gruppo Zero' nasce nel 1957 su iniziativa del pittore Heinz Mack e dello scultore [[Otto Piene]], ai quali si affianca Günther Uecker <ref>{{cita web|url=http://www.artantide.com/news_Articolo?idArticolo=1351|titolo= Focus sul Gruppo Zero: Realismo+Astrattismo=Zero|=28 marzo 2021}}</ref>.| group=N}} (cui aderisce anche [[Piero Manzoni]] che, con [[Enrico Castellani]] e [[Agostino Bonalumi]], è fra i fondatori del ''Gruppo Azimuth''), il [[Gruppo N (artisti)|Gruppo N]] e il [[Gruppo T]]. <br />Tutte esperienze vicine al mondo del design con cui condividono la visione dell'opera d'arte come momento e prodotto finale di un progetto che deve sempre tener conto dell'interazione e della fruizione di chi a quell'opera e a quel progetto si accosta <ref>{{cita web|url=http://www.edueda.net/index.php?title=Gruppo_Zero|titolo= Gruppo Zero|=28 marzo 2021}}</ref>.
Frequenta i primi esponenti di [[Arte programmata]] e conosce [[Bruno Munari]] e [[Lucio Fontana]]; quest'ultimo riconosce in Scheggi il talento in una lettera che verrà pubblicata nel catalogo della seconda mostra personale a [[Bologna]], Galleria Il Cancello, tenutasi nel 1962 e intitolata ''Paolo Scheggi Merlini. Per una situazione'', con opere monocrome caratterizzate dalla sovrapposizione di tre tele diversamente forate <ref name="P"/><ref>{{cita web|url=https://mucciaccia.com/it/paolo-scheggi/|titolo= Biografia di Paolo Scheggi|=28 marzo 2021}}</ref>
Di lui, nel 1963, si occupano [[Giulio Carlo Argan]] e, soprattutto, [[Lara Vinca Masini]] che lo presenta alla collettiva 'Monocroma' indirizzandolo verso una pittura che gli si dimostrerà congeniale <ref name="A" />. <br />Nello stesso anno, due sue opere sono accolte da [[Palma Bucarelli]] nella Collezione della [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]].
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<ref name= "P" />.
Nello stesso anno conosce e sposa nel mese di ottobre, Franca Dall'Acqua (1941–2020) <ref name="R">{{cita news|autore=Matteo Galbiati|url=https://www.espoarte.net/arte/franca-scheggi-dallacqua-concretezza-di-un-sogno-esaudito/|titolo=Intervista a Ilaria Bignotti in Franca Scheggi Dall’Acqua, concretezza di un sogno esaudito|pubblicazione=Espoarte|data=24 marzo 2020|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref>.
Nel gennaio 1965 presenta al 'Collegio regionale lombardo degli Architetti' il manifesto Ipotesi di lavoro per la progettazione totale, elaborato e firmato con [[Germano Celant]], [[Alessandro Mendini]], Gian Mario Oliveri, Angelo Fronzoni e [[Giancarlo Sangregorio]], che delinea una visione dell’arte inserita in contesti sempre più ampi.
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Dorfles lo ascrive tra gli esponenti della Pittura Oggetto {{#tag:ref|«La volumetria delle opere di Scheggi fa sua la pionieristica idea di ‘pittura-oggetto’, come teorizzato da Gillo Dorfles nel suo saggio "Pittura-Oggetto" a Milano» <ref name="G">{{cita news|autore=|url=https://artslife.com/2013/11/27/paolo-scheggi-in-mostra-a-londra-dopo-40-anni/|titolo=Paolo Scheggi in mostra a Londra dopo 40 anni|pubblicazione=Artslife|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref>.|group=N}} e lo accoglie nella redazione della sezione di Disegno industriale della rivista [[Marcatré]] {{#tag:ref|Scheggi fa parte della redazione della sezione di Disegno industriale della rivista Marcatrè, diretta da Gillo Dorfles, assieme a [[Filiberto Menna]] e Germano Celant <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Pagine di Design. "Gillo Dorfles e il Marcatrè"|autore = Eugenia Battisti|url=https://www.horti-hesperidum.com/hh/wp-content/uploads/2019/02/08.Battisti-HH-2018-2GilloDorfles.pdf|città = |anno = 2019|cid = capitolo=}}</ref>.|group=N}} <ref>{{cita web|url=http://www.capti.it/index.php?ParamCatID=10&IDFascicolo=395&artgal=38&key=4210&lang=IT|titolo= Marcatrè Contributi di Lara Vinca Masini, Getulio Alviani e Paolo Scheggi, 1965, Annata: III, n. 14-15|data=22 marzo 2021}}</ref>. <br />
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 02.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967-ricostruzione fedele all’orginale 2007, struttura portante di legno e fogli di legno dipinto di giallo curvati e fustellati, 540 x 435 x 320 cm, [[Museo Pecci|
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 01.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967- [[Museo Pecci|Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato (Italia)|Prato]]. Donazione di Franca e Cosima Scheggi]]
La sua attività si alterna, quindi, tra le prime ''Pitture-oggetto a elementi modulari'' e le ''Intersuperfici curve o a zone riflesse'', utilizzando per tutta la sua ricerca il [[monocromo]] <ref>{{cita web|url= http://www.colossiarte.it/index.php?option=com_content&view=article&id=575:paolo-scheggi&catid=10:itabiografie |titolo= Paolo Scheggi in Colossi Lab|=28 marzo 2021}}</ref>. <br />
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Nell’estate di quell'anno, l'opera presentata alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] sfocia nell'ambiente, concretizzandosi nell’''Intercamera plastica'' (pareti lignee fustellate curvilinee e rettilinee, di colore giallo squillante), presentata da Umbro Apollonio alla [[Galleria del Naviglio]] di [[Renato Cardazzo]]. <br />
Il 1967 inizia riproponendo alla Galleria del Naviglio (fra dicembre 1966 e gennaio 1967), la ''Intercamera plastica''; nell'estate successiva, l'opera è tinta di bianco {{#tag:ref|L’''Intercamera plastica'' sarà oggetto di una serie di lezioni intitolate ''Metaprogettualità strutturali'', tenute da [[Dino Formaggio]] nel corso 'Metoldologie della visione' alla [[Politecnico di Milano|Facoltà di Architettura di Milano]] <ref name= "IL" />. Quest'opera diventa la base per una proposta di cellula abitativa nella tesi di Carlo Ferrario, Franco Ferrari e Maddalena Montagnani, in cui il modulo compositivo si estendeva dal livello abitativo a quello [[Elemento architettonico|architettonico]] e [[Urbanistica|urbanistico]] <ref name= "IL" />.|group=N}} e proposta a [[Palazzo Trinci]] di [[Foligno]] alla mostra 'Lo spazio dell’immagine' {{#tag:ref|La mostra di Foligno del 1967, (riproposta da [[Italo Tomassoni]] nel 2009), sarà un importante evento di rottura: per la prima volta, gli artisti presentano opere plastiche in grado di interagire con gli spazi circostanti creando ambienti a volte percorribili nel proprio interno e offrendo ai fruitori punti di vista nuovi e inattesi, come ben spiegato da [[Giuseppe Marchiori (critico)|Giuseppe Marchiori]] nella prefazione del catalogo <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Il dibattito critico sulla scultura contemporanea in Italia (1960 – 2010)|autore = Diego Esposito|città = Salerno|anno = anno accademico 2012/2013|cid = |url= http://elea.unisa.it/bitstream/handle/10556/1869/tesi%20D.%20Esposito.pdf?sequence=1&isAllowed=y|formato = PDF|accesso = 28 aprile 2021|urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto =}}</ref>. La mostra sarà ricordata come «uno degli eventi più importanti degli anni Sessanta forse anche su scala [[Europa|europea]]» <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Lo spazio e l'immagine, arte italiana degli anni sessanta - catalogo della mostra|autore = Italo Tomassoni|città = Foligno, Ginevra, Milano|anno = 2009 - 2010|cid = capitolo=Lo spazio dell'immagine e il suo tempo}}</ref>.|group=N}}. <br />
In questo periodo la ricerca di Scheggi si afferma anche nei [[Scandinavia|Paesi scandinavi]] con la partecipazione alla First Scandinavian Biennale, tenutasi al [[Palazzo di Charlottenborg]], [[Copenaghen]] con la presentazione di ''Trends confronted – objectual figuration – visual art'' all’[[Istituti italiani di cultura all'estero|Istituto di Cultura]] a [[Stoccolma]] <ref name="A" />.
Negli anni precedenti era già stato presente in molte internazionali, quali:
* Intersurfaces courbes + compositeurs spatiaux + projets d'intégration plastique, Galerie Smith, [[Bruxelles]], 1964;
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Primo esempio ne è la nascita di ''Interfiore'', allestita alla [[Galleria La Tartaruga]] di [[Roma]], all’interno della manifestazione 'Teatro delle mostre', dove il visitatore diventa partecipe e attivamente coinvolto dalla performance <ref name="P" />. <br />
Alla fine ’68, Scheggi incontra [[Giuliano Scabia]] al [[Piccolo Teatro (Milano)|Piccolo Teatro di Milano]] e per lui realizza gli ''Interventi plastico-visuali'' per l’opera teatrale 'Visita alla prova dell’Isola purpurea di [[Michail Afanas'evič Bulgakov|Bulgakov]]+Scabia' <ref name="P" />
Partecipa alla mostra 'Public Eye' di [[Amburgo]] e 'Prospect ’68' di [[Düsseldorf]] <ref name="V" />. <br />
All’ambito delle sue ricerche performative, può essere ascritto anche ''Il Cannocchiale ottico percorribile'' {{#tag:ref|Il ''Cannocchiale ottico percorribile'', opera mai realizzata, era stata progettata da Scheggi per la [[XIV Triennale di Milano|Triennale milanese del 1968]] (cui partecipa come operatore visuale anche alla mostra dedicata a [[Marcello Nizzoli|Nizzoli designer]] all’interno di 'Interventi nel paesaggio'), mostra dedicata al tema del [[Mostra del grande numero|Grande Numero]] <ref>{{cita web|url=http://archivio.triennale.org/archivio-fotografico/esposizione/22066-14trn?filter_catphoto=22122&cat=22122&filter_type=image|titolo= 1968. XIV Triennale di Milano Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell'architettura moderna [Il grande numero]|=28 marzo 2021|}}</ref>. L’intento della mostra, era proporre una visione artistica del mondo in scala con lʼambiente fisico circostante e testimonia l’interesse di Scheggi verso il problema espositivo e allestitivo allargando le sue ricerche verso la scenografia e la regia. Del progetto, di cui restano soltanto due fotografie (Archivio Scheggi), fu realizzato solo un modello in acciaio cromato <ref name="CN" />. Il progetto avrebbe dovuto essere realizzato in collaborazione con l’[[Italsider]] e collocato tra la [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore]] e il [[Battistero di San Giovanni (Firenze)|Battistero]], in asse con [[Via dei Calzaiuoli|via de' Calzaiuoli]] e [[via de' Martelli]], a Firenze <ref name="O">{{cita web|url=http://www.moremuseum.org/omeka/items/show/14|titolo= Cannocchiale ottico percorribile, in MoRE MoRE|=28 marzo 2021|}}</ref>. Una sorta di tunnel, di notevoli dimensioni, di forma irregolare e zigzagante, che il visitatore avrebbe dovuto percorrere in tutta la sua lunghezza, spaesato dal tortuoso percorso e da un’illuminazione interna alquanto drammatica.|group=N}}. <br />
Nel 1969 gli viene assegnata la cattedra di [[Psicologia della Gestalt|Psicologia della forma]] all’[[Accademia di belle arti dell'Aquila]].
Il dialogo costante con [[Achille Bonito Oliva]] sfocia nella mostra di inizio [[1969|’69]] alla 'Modern Art Agency' di [[Napoli]] dove Scheggi presenta, nella relativa pubblicazione, l’intero percorso delle sue opere: dalle prime ''Intersuperfici'' alle ''Strutture modulari''. <br />
Utilizza una parete di ''Intercamera'' per realizzare la scenoplastica bianca che serve da fondo per le proiezioni delle immagini e dei video nello spettacolo ''Materiale per sei personaggi'', con la regia di [[Roberto Lerici (editore)|Roberto Lerici]] al Teatro Durini di Milano (marzo del ’69) <ref name="F" />. <br />
Alla [[Galleria del Naviglio]] di Milano mette in scena la [[Performance art|performance]] ''Oplà-stick, passione secondo Paolo Scheggi'' {{#tag:ref|Performance che rievoca nel titolo l’opera ''[[Hoppla, wir leben!]]'' di [[Ernst Toller]] <ref>
Ormai l’arte di Scheggi si muove in un ambito teatrale e performativo, dove il superamento dello spazio tradizionale della scena e della galleria lo porta a occupare altre dimensioni ed estendersi nelle città. Ne sono esempio il progetto ''Marcia Funebre'' o ''Geometria per Campo Urbano'' a [[Como]]
<ref name="C" /> e l’azione dal titolo ''OPLÀ'', dove 4 grandi lettere bianche sono portate fuori dallo spazio della galleria alle strade e piazze urbane, a Milano (primavera 1969) e poi a Firenze (novembre 1969) partendo da una sua mostra personale alla 'Galleria Flori' <ref name="L" />. <br />
Mettendo in scena l’''Autospettacolo. Atto unico del Tempo'' a [[Caorle]] (Venezia), Scheggi utilizza microfoni e registratori applicati direttamente sui corpi di amici artisti e critici, oltre che dei cittadini che si prestano a questa operazione, e ne ritrasmette voci e rumori nel Teatro Comunale, con intento "vagamente spionistico" e quindi dissacrante nei confronti del controllo del sistema, in piena linea con le polemiche e le [[Sessantotto|contestazioni del Sessantotto]] {{#tag:ref|Per la performance Autospettacolo, Scheggi si avvale di [[Raffaele Maiello (regista)|Raffaele Maiello]] per la regia, [[Franco Quadri]] per la critica teatrale, Tommaso Trini per la critica artistica e Franca Sacchi per le musiche <ref>{{Cita pubblicazione|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte|data= 2007 - 2008}}</ref>.|group=N}}.
Contemporaneamente alle sue ricerche performative, nel corso del 1969, e poi del 1970, prosegue comunque quelle concettuali, disegnando i ''Sette spazi recursivi autopunitivi'': un’opera concettuale pensata su carta, ma non realizzata, che si iscrive nel solco dell’architettura concettuale <ref name= "IL" />.
Nel 1970 nasce Cosima Ondosa Serenissima, unica figlia di Paolo Scheggi e Franca Dall’Acqua. A lei dedica l’ambiente ''Ondosa'' e ''Ondosa nera'' {{#tag:ref|''Ondosa'' e ''Ondosa nera'' sono due nomi che Scheggi dà allo stesso ambiente realmente creato a 'Eurodomus 3' <ref>{{cita web|url=https://hdl.handle.net/1889/1998|titolo=Cannochiale ottico percorribile in Università degli Studi di Parma|=28 marzo 2021|}}</ref>.|group=N}}, opera progettata, ma non realizzata, per la [[XIV Triennale di Milano|XIV Triennale milanese]] del’68 <ref name= "CN">{{cita web|url=https://www.repository.unipr.it/bitstream/1889/1998/1/scheggi_cannocchiale%20ottico%20percorribile.pdf|titolo= Paolo Scheggi, Cannochiale ottico percorribile|=28 marzo 2021|}}</ref>; sarà poi realizzata per la mostra 'Eurodomus 3' del 1970 a Milano, ma andrà distrutta.
In quell'anno partecipa alla collettiva 'Amore mio', organizzata da Achille Bonito Oliva al [[Montepulciano|Palazzo Ricci a Montepulciano]] e volta a documentare proposizioni di tipo installativo e ambientale <ref>{{cita web|url=http://www.fondazionemenna.it/menna-digit/una-originale-mostra-darte-a-montepulciano-6-8-1970|titolo= Una originale mostra d’arte a Montepulciano 6/8/1970|=28 marzo 2021 in Fondazione Filiberto e Bianca Menna}}
Nello stesso anno, a [[Roma]], partecipa a 'Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/1970', curata da Achille Bonito Oliva <ref name="M">{{cita web|url=https://www.palazzoesposizioni.it/pagine/il-palazzo-la-storia-dalle-mostre-degli-anni-settanta-allintervento-di-restauro|titolo= DALLE MOSTRE DEGLI ANNI SETTANTA ALL’INTERVENTO DI RESTAURO|=28 marzo 2021}}</ref>.
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== Omaggi dopo la morte ==
A un anno dalla morte, due sue opere – ''Tomba della geometria'' e ''6profetiper6geometrie'' – vengono esposte alla [[XXXVI Esposizione internazionale d'arte|Biennale di Venezia del 1972]] <ref>{{cita web|url=http://www.culturaitalia.it/opencms/opencms/system/modules/com.culturaitalia_stage.liberologico/templates/viewItem.jsp?language=it&case=&id=oai%3Awww.ufficignam.beniculturali.it%3AUnitaArchivistica%3A1630|titolo= Biennale di Venezia (1972)|=28 marzo 2021|}}</ref>. <br />
Nel 1976 gli viene dedicata la prima mostra antologica retrospettiva a [[Bologna]] <ref name="P" /><ref>{{cita news|autore=Tommaso Trini|url=http://www.capti.it/index.php?ParamCatID=10&IDFascicolo=838&artgal=43&lang=IT&q=838&p=2|titolo=Scheggi e altri profeti|pubblicazione=Data, p. 31|data=24 marzo 2020|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref>
Sempre nel 1976 un nuovo omaggio gli viene tributato in 'Ambiente/Arte. Dal Futurismo alla Body Art', a cura di [[Germano Celant]]. <br />
Nel [[1983]] il Comune di [[Firenze]] gli dedica una mostra alla [[Palazzo Vecchio|Sala d’Arme di Palazzo Vecchio]] <ref>{{cita news|autore=|url=https://biblio.toscana.it/catalogo/record/lista/a_paolo_scheggi_paolo_scheggi_firenze_1983|titolo=Paolo Scheggi: Firenze, Sala d'Arme di Palazzo Vecchio|pubblicazione=|data=1983|accesso=28 aprile 2021}}</ref>. <br />
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Prosegue l’attività di promozione e tutela dell'opera del marito, coordinando mostre di carattere antologico e sostenendo importanti progetti come la ricostruzione, realizzata nel [[2007]], dell’''Intercamera plastica'' (l’ambiente originale era stato disperso parzialmente nel 1966/67) e donata nel 2013 al [[Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci]] di [[Prato (Italia)|Prato]] (struttura portante in legno e fogli di legno tinteggiati di giallo e sbozzati curvi, 540 x 435 x 320 cm) <ref>{{cita web|url=https://www.stamptoscana.it/il-record-della-settimana-tre-mostre-al-pecci/|titolo= Stampa Toscana: la personale dedicata a Paolo Scheggi |autore=|data=22 marzo 2021}}</ref>. <br />
Contemporaneamente avvia un’intensa attività di divulgazione, rilasciando interviste e seguendo laureandi magistrali e dottorandi in tesi di laurea <ref name="R" />.
Fonda, con la figlia Cosima, l’Associazione 'Archivio Paolo Scheggi' pubblicando, nel 2016, il ''Catalogue raisonné'' dell’opera dell’artista, con la cura di Luca Massimo Barbero e il coordinamento di Ilaria Bignotti <ref>{{cita libro|
Nel 2013, sotto la supervisione di Franca, si celebrano prima l'omaggio a Paolo Scheggi all'interno di 'Postwar. Protagonisti italiani', a cura di Massimo Barbero (al [[Peggy Guggenheim Collection|Gugghenheim]] di [[Venezia]]) e dopo ''"Paolo Scheggi. Interacamera plastica e altre storie"'', mostra dedicata all’estensione dell’opera nell’ambiente, a cura di Stefano Pezzato (al 'Centro Pecci' di Prato) <ref>{{cita news|autore= Stefania Rinaldi|url=https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2017/04/mostra-collezione-centro-pecci-prato/|titolo= Dalla caverna alla luna. Un viaggio nella collezione del Centro Pecci|pubblicazione=Artribune||data =19 aprile 2017|}}</ref>. <br />
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== L’archivio ==
L’archivio di Paolo Scheggi nasce per volontà delle eredi Franca e Cosima Scheggi nel gennaio 2013 con la costituzione a Milano dell’Associazione Paolo Scheggi, «volta ad autenticare, archiviare, conservare e catalogare le opere, gli scritti, i documenti, i dati, le testimonianze, le notizie e qualsiasi altro materiale di interesse, avente ad oggetto l’opera e la vita dell’artista»<ref>{{cita web|url=http://www.associazionepaoloscheggi.com/associazione.htm|titolo= Associazione Paolo Scheggi|=28 marzo 2021|}}</ref>.<br />
Nel 2016 viene completato il Catalogo ragionato, atto finale del riordino delle opere <ref>{{cita libro|
== Curiosità ==
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[[File:Sanremo_1967_serata_finale.jpg|thumb|upright=1.50|Il [[Festival di Sanremo 1967]], con i fondali formati da più superfici sovrapposte con aperture circolari e diversi livelli di profondità spaziale, che erano chiaramente ispirati alle opere di Paolo Scheggi]]
* È [[Fernanda Pivano]], come lei stessa racconta, ad intervenire con Germana Marucelli affinché la stessa ospiti Scheggi a Milano. La Pivano scriverà di Scheggi in altre occasioni <ref>{{cita news|autore= Luca Scarlini|url= https://www.ilgiornale.it/news/getulio-alviani-e-larte-indossata-divisa-1663987.html|titolo= Il racconto di Fernanda Pivano in un articolo di Vittorio Sgarbi su Il Giornale.it|pubblicazione=Ritratto d'autore|data =15 marzo 2018}}</ref>.
* Nel 1966 la scenografia del Festival di Sanremo omaggia le sue ''Intersuperfici'' <ref>{{cita news|autore=|url= https://www.askanews.it/esteri/2020/10/01/per-tutto-il-mese-a-iic-parigi-prima-mostra-francese-di-scheggi-pn_20201001_00286/|titolo= Per tutto il mese a IIC Parigi prima mostra francese di Scheggi|data =1º ottobre 2020}}</ref>.
== Principali opere di Paolo Scheggi ==
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* {{Cita libro|curatore =Franca Scheggi; Deanna Farneti| titolo =Paolo Scheggi : 6 ottobre - 10 novembre 1976|editore =Comune di Bologna, Galleria d'arte moderna|città =Bologna |anno =1976}}
* {{Cita libro| titolo =Paolo Scheggi : Firenze, Sala d'arme di Palazzo vecchio, 28 maggio-26 giugno 1983|editore =Vallecchi|città =Firenze|anno =1983}}
* {{cita libro|nome=
* {{cita libro|
* {{Cita libro|titolo =Scheggi. La breve e intensa stagione di Paolo Scheggi : 23 novembre 2002 - 22 febbraio 2003 / testi di Luca Massimo Barbero e Gillo Dorfles|editore =Galleria d'arte Niccoli|città =Parma |anno = 2002-2003}}
* {{Cita libro|curatore =[[Bruno Corà]]| titolo =Paolo Scheggi: 6 ottobre 2007 - 19 gennaio 2008|editore =Catalogo, Edizioni Galleria Il Ponte|città =Firenze |anno = 2007-2008}}
* {{Cita libro|curatore =Giuseppe Niccoli, Franca Scheggi | titolo =Paolo Scheggi : 20 novembre 2010 - 26 febbraio 2011|editore =Galleria d'arte Niccoli|città =Parma |anno = 2010}}
* {{Cita libro|curatore = Flaminio Gualdoni| titolo =Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi. Una mostra : 15 marzo - 12 maggio 2011|editore =Galleria Vinciana|città =Milano |anno =2011 }}
*{{Cita libro|curatore = Elena Forin | titolo =Elementi spaziali: Bonalumi, Castellani, [[Dadamaino]], Scheggi : 16 maggio - 23 luglio 2011|editore =[[Silvana Editoriale]]|città=Galleria Tega, Milano|anno =2011||
* {{Cita libro|curatore = Stefano Pezzato | titolo =Paolo Scheggi. Intercamera plastica e altre storie : 23 marzo - 30 giugno 2013|editore =Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato|anno =2013||
* {{cita libro|
* {{cita libro|
==Voci correlate==
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