Impresa di Fiume: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Vittoria mutilata}}A Fiume, nell'aprile 1919 l'irredentista fiumano [[Giovanni Host-Venturi]] e l'esponente nazionalista [[Giovanni Giuriati]] crearono una [[milizia]] di volontari filo-italiani per resistere in caso di annessione jugoslava della città.<ref>Giordano Bruno Guerri, ''D'Annunzio'', Oscar Mondadori, Milano 2008 pag. 223</ref>
 
Nel frattempo [[Gabriele D'Annunzio]] si era recato a [[Roma]] per tenere una serie di comizi in favore dell'italianità di Fiume. I discorsi di D'Annunzio coinvolsero un numero crescente di reduci e adolescenti<ref>Leandro Castellani, ''L'impresa di Fiume'', su Storia illustrata nº 142, Settembre 1969 pag. 35: "Sulle migliaia di giovani reduci senza lavoro le grandi parole fanno presto a far breccia."</ref>. Questa campagna diede origine al mito della [[vittoria mutilata]], un modello di [[revanscismo]] che reclamava l'annessione all'Italia dell'intera costa orientale dell'Adriatico, nonostante fosse in larga parte popolata da croatigenti slave (a sud di Fiume, la sola città a maggioranza italiana era [[Zara]], che fu infatti ceduta col [[Trattato di Saint Germain]]).
 
Tra la primavera e l'estate 1919, la situazione a Fiume divenne sempre più incandescente, a causa delle tensioni tra attivisti irredentisti (appoggiati dai militari italiani) e militari francesi, filo-jugoslavi. Il 29 giugno scoppiò un tafferuglio fra militari francesi e militanti pro-italiani, che ricevettero man forte da soldati italiani. Gli scontri, noti come "Vespri fiumani", durarono fino al 6 luglio e provocarono la morte di nove francesi.<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2014/03/16/impresa-fiume-gabriele-dannunzio/|titolo=L'impresa di Fiume|editore=ilpost.it|data=16 marzo 2014|accesso=22 marzo 2014}}</ref>