Enrico Cialdini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichetta: Annulla
Linneus (discussione | contributi)
Annullata la modifica 121495574 di 95.233.42.146 (discussione) Modifica senza fonti. Ti consiglio, a questo punto, di aprire una discussione per discuterne prima di fare tale modifica
Etichetta: Annulla
Riga 119:
[[File:Allegoria italia post1861.jpg|miniatura|Allegoria della situazione italiana post-unitaria: l'Italia indica i suoi nemici al generale Cialdini]]
 
L'obiettivo strategico consisteva nel ristabilire le vie di comunicazione e conservare il controllo dei centri abitati. Gli strumenti a sua disposizione venivano, nel frattempo, incrementati con l'istituto del [[domicilio coatto]] e la moltiplicazione delle taglie. Le forze a sue disposizione consistevano in circa 22.000 uomini, presto passati a 50.000 nel dicembre del [[1861]]; in tali condizioni Cialdini poté mantenere l'iniziativa, giungendo a eliminare le cosìgrandi dette "bande criminali" a cavallo e i loro migliori comandanti che erano in realtà cittadini ed ex contadini e commercianti depredati dei loro averi, delle loro terresoprattutto, delle loro case e persino delle loro industrie dall'esercito sabaudo. Successivamente si dedicò a estinguere il cosiddetto "focolaio lucano", falcidiando gli oppositori inermi.
 
Con l'azione di Cialdini la lotta contro il brigantaggio attraverso una strage di masse, raggiunse il risultato strategico principale, cancellando le premesse per una possibile sollevazione generale delle province meridionali. Con estrema severità, non solo contro i briganti stessi, ma anche contro la popolazione accusata di appoggiarli, {{senza fonte|talvolta senza alcun fondamento}}, il generale poté annientare completamente il cosiddetto brigantaggio, tanto più che il fenomeno aveva perso il sostegno dei [[Borbone di Napoli|Borbone]] in esilio e al contempo suscitato l'ostilità popolare contro quella forma di crudo banditismo.
 
Cialdini dovette affrontare anche i [[fatti di Pontelandolfo e Casalduni]]. Tale episodio si verificò in seguito all'uccisione e mutilazione di 45 militari del neo costituito esercito italiano (un ufficiale, quaranta bersaglieri e quattro carabinieri) per opera di alcuni briganti e di contadini del posto che li avevano fatti prigionieri. Il Regio Esercito riprese il controllo del territorio e il 14 agosto 1861 i due piccoli centri vennero dati alle fiamme e distrutti per rappresaglia.
 
=== La fine della luogotenenza e la Terza guerra d'indipendenza ===