Morgete: differenze tra le versioni

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{{Citazione|La regione, che ora chiamasi Italia, anticamente tennero gli Enotri; un certo tempo il loro re era Italo, e allora mutarono il loro nome in Itali; succedendo ad Italo Morgete, furono detti Morgeti; dopo venne un Siculo, che divise le genti, che furono quindi Siculi e Morgeti; e Itali furono quelli che erano Enotri|in [[Dionigi di Alicarnasso]], 1,12}}
 
Secondo [[Antioco di Siracusa]], Morgete succedette ad Italo nel governo della Calabria (allora detta Italia) sino a quando essa fu invasa dai [[Bruzi]], un popolo dalle ignote origini che si stabili nella parte centro-settentrionale della regione ed elesse come capitale [[Cosenza]].
 
Informazione ripresa poi da [[Dionigi di Alicarnasso]]:
 
{{citazione|[…] la terra che ora si chiama Italia la occuparono anticamente gli Enotri. Venuto poi a trattare la forma di governo e narrando come in quel tempo Italo fosse divenuto loro Re e da lui gli abitanti presero il nome di Itali, spiega che successivamente si chiamarono Morgeti, in quanto Morgete era succeduto sul trono di Italo. Quando poi Sicelo (Siculo) si trovò come ospite presso Morgete, fatto proprio il regno, divise la nazione; Antioco conclude dicendo che per questa ragione gli Enotri si chiamarono successivamente Itali, Morgeti e Siculi.}}
 
Secondo [[Antioco di Siracusa]], Morgete succedette ad Italo nel governo della Calabria (allora detta Italia) sino a quando essa fu invasa dai [[Bruzi]], un popolo dalle ignote origini che si stabili nella parte centro-settentrionale della regione ed elesse come capitale [[Cosenza]].
 
Il [[Giovanni Brancaccio|Brancaccio]] vede nei confini fisici di Antioco una rivendicazione anti-ellenica.<ref>Vd. [[Giovanni Brancaccio|G. Brancaccio]], ''Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno'', 1991, p. 20.</ref> Questa si adatterebbe sia con una politica ermocratea, volta a proteggere l'identità della Sicilia e dell'Italia dalle mire egemoni di Atene, e sia alla politica [[Età dionigiana|filo-dionisiana]], la quale avversava la grecità italiota e mirava a sottometterla. Quella dionisiana, alla quale Antioco sarebbe relazionato, è una politica strettamente filo-[[barbari]]ca, che viene intesa dallo storico [[André Piganiol|Piganiol]] — nella figura di Dionisio I — in questi termini: