Turismo responsabile: differenze tra le versioni
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[[File:Tour_to_the_Quebrada_de_las_Conchas.jpg|thumb|destra|upright=1.4|Turismo in [[Argentina]]]]Il '''turismo responsabile''' (o '''turismo sostenibile''') è un approccio al [[turismo]] nato alla fine degli [[anni 1980|anni ottanta]], caratterizzato da una duplice preoccupazione per il luogo in cui ci si reca. Sebbene '''turismo sostenibile''' e '''turismo responsabile''' richiamino intuitivamente lo stesso orizzonte di pensiero e condividano gli stessi obiettivi pratici, può essere utile in prima analisi delineare una differenza interna di significato: si ha '''turismo sostenibile''' quando le condizioni ambientali del territorio ospitante non vengono deteriorate dall’attività turistica e quando la medesima offerta turistica può essere riproposta in modo costante negli anni senza subire e accumulare danni. Il '''turismo responsabile''' invece è quello messo in atto da turisti dall’atteggiamento consapevole che mantengono un comportamento adeguato nel rispetto dell’ambiente e delle culture ospitanti seguendo i principi della giustizia sociale ed economica.<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=FaMpupi0BII|titolo=Il turismo sostenibile e il turismo responsabile|sito=www.youtube.com|lingua=it-IT|accesso=2021-06-24}}</ref> L’accento sulla responsabilità individuale nasce dalla constatazione che il tema della sostenibilità non riesce il più delle volte a chiamare direttamente in causa le persone, così da indurle ad adottare in prima persona uno stile di vita sostenibile, per questo oggi si preferisce parlare maggiormente di turismo responsabile
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Relativamente al mercato italiano, l'indagine del 2002 ha rilevato un giro d'affari complessivo relativo all'ecoturismo stimabile al 2% del mercato turistico complessivo, con potenziali di crescita annua del 20%. Gli [[tour operator|operatori]] e le [[agenzia di viaggi|agenzie di viaggio]] specializzati nel settore ecoturistico sono numerosi, ma in genere di piccole dimensioni; in alcuni casi, prodotti ecoturistici vengono venduti da [[organizzazione non governativa|ONG]] con finalità più ampie per esempio nel settore della solidarietà verso il Terzo Mondo. Allo stesso tempo, i grandi tour operator tradizionali stanno gradualmente ampliando la loro offerta proponendo pacchetti ecoturistici o naturalistici. Le destinazioni più visitate sono in genere quelle che rivestono un interesse sia culturale che naturalistico; per gli ecoturisti italiani le mete preferite principali sono l'[[America latina]] (soprattutto [[Brasile]], [[Ecuador]], [[Perù]], [[Messico]] e [[Cile]]) e l'[[Africa]] (in particolare [[Tanzania]], [[Kenya]] e Congo). Gli operatori ecoturistici sono nettamente più presenti di quelli tradizionali (o in alcuni casi sono gli unici operatori presenti) soprattutto nei paesi in cui il turismo è meno sviluppato (per esempio [[Malawi]] e [[Mozambico]]).
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Dal 2003 l’applicabilità dell’[[Ecolabel europeo|Ecolabel]] è stata estesa ai servizi turistici e dal 2005 anche ai servizi di campeggio. Le strutture turistiche che vantano il marchio ecologico europeo si distinguono per l'impegno verso la salvaguardia dell'ambiente e, di conseguenza, della salute umana, riuscendo così a garantire benessere ed eco-qualità ai turisti. Infatti, i criteri per ottenerlo sono: limitare i consumi di energia, limitare i consumi di acqua, limitare i rifiuti prodotti, favorire le fonti rinnovabili, usare sostanze meno pericolose per l'ambiente e promuovere comunicazione ed educazione ambientale.<ref>{{Cita web|url=https://www.arpa.veneto.it/arpavinforma/pubblicazioni/a-proposito-di...-ecolabel-europeo/|titolo=A proposito di... Ecolabel Europeo}}</ref> E' disponibile online un [http://ec.europa.eu/ecat/hotels-campsites/en&sa=D&source=editors&ust=1624365946064000&usg=AOvVaw3WUjUNbdKTsGMI7N04Wf3X catalogo] delle strutture europee che hanno ottenuto tale marchio.
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Il concetto di ecoturismo non manca di destare qualche sospetto. Secondo alcuni, molto spesso gli operatori che si dichiarano formalmente "ecoturistici"<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Alex|cognome=Baumber|nome2=John|cognome2=Merson|nome3=Chris|cognome3=Lockhart Smith|data=2021/1|titolo=Promoting Low-Carbon Tourism through Adaptive Regional Certification|rivista=Climate|volume=9|numero=1|pp=15|lingua=en|accesso=2021-06-24|doi=10.3390/cli9010015|url=https://www.mdpi.com/2225-1154/9/1/15}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Loredana|cognome=Dragomir|nome2=Mirela|cognome2=Mazilu|nome3=Roxana|cognome3=Marinescu|data=2018-12-30|titolo=The connection between sustainable tourism and certification systems|rivista=Forum geografic|volume=XVII|numero=2|pp=146–151|lingua=en-US|accesso=2021-06-24|doi=10.5775/fg.2018.032.d|url=http://forumgeografic.ro/2019/2447/}}</ref> usano questa etichetta a fini sostanzialmente economici e non di rado abusivi. Il fatto stesso che il turismo possa realmente coesistere con rispetto e conservazione dell'ambiente e delle culture dei popoli indigeni è oggetto di discussione. Esistono numerose associazioni che stanno cercando di sviluppare programmi di certificazione degli operatori ecoturistici, ma il processo appare controverso e non prossimo alla conclusione.
Un tentativo di armonizzare i criteri per la certificazione del turismo sostenibile è stato fatto con l’[[
== Note ==
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