Gran Loggia d'Italia degli Alam: differenze tra le versioni
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A proposito di Palermi, Valentino di Fabio, Gran Maestro della Federazione italiana [[Le Droit Humain]] avrebbe poi scritto in una sua relazione del 1946 al Supremo Consiglio di Parigi e pubblicata l'anno successivo: "Tenne a battesimo il fascismo, non già per consigliarlo, ma con la speranza di distruggere tutte le altre istituzioni concorrenti e rimanere solo. Abolì il segreto, cambiò la formula del giuramento, fece ammissioni in massa, vendette gradi, finse riunioni del Supremo Consiglio non mai tenute; gabellò come regolarmente prese alcune sue deliberazioni e dichiarazioni di principio, in circolari di devozione al fascismo, di riconoscimento della sue gerarchie, presentò una serie di provvedimenti che ottennero persino il consenso di Mussolini, ma provocarono ribellioni aperte di Logge e di altissimi gradi, uno dei quali nel marzo 1923 scrisse testualmente: «La nostra famiglia si disgrega non già per l'opposizione al fascismo, ma per l'azione del Palermi. Egli ha tradito gli ideali supremi. Il Rito e le Logge sono in piena ribellione contro l'inaudita viltà e malafede di quest'uomo». Insomma ridusse la Massoneria a una sezione di partito politico - scrive ancora Di Fabio - e avendo le sue Logge subito destino comune, simulò il suicidio, e in seguito secondo voci sempre più insistenti e distinte fu accusato di essere entrato a servizio di spionaggio politico (O.V.R.A.). I più non ci credemmo. Ripugnava alla nostra coscienza. E quando con orrore leggemmo il nome con la sua qualità e l'attribuzioni nella lista resa ufficialmente pubblica cercammo invano tutte le ragioni per scagionarlo. E ancor oggi che per dovere di storico imparziale debbo parlarne, mi si stringe il cuore"<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Valentino di Fabio|titolo=La Massoneria italiana prima, durante e dopo il nazifascismo|collana=Il Diritto Umano|anno=1947|editore=Ardenza|città=Napoli|pp=|volume=|opera=La Massoneria italiana}}</ref>.
Per quanto riguarda gli eventi del [[25 luglio 1943]], relativi alla messa in minoranza di Mussolini nel [[Gran Consiglio del fascismo]] e il suo successivo arresto, sarebbe stato determinante – secondo Tompkins – il vincolo massonico derivante dall'iniziazione alla Gran Loggia d'Italia, che legava ancora dodici dei diciannove consiglieri contrari a Mussolini<ref>Peter Tompkins, ''cit.'', pag. 299</ref>: non a caso la vicenda si concluse con il conferimento dell'incarico di Capo del governo al ''massone non dichiarato'' [[Pietro Badoglio]]<ref>Peter Tompkins, ''cit.'', pag. 69</ref><ref>La rivista ufficiale del [[Grande Oriente d'Italia]], ''Rivista Massonica'', in un numero del 1976, (a pag. 247), conferma l'affiliazione di Badoglio ad una [[massoneria#Le logge|loggia]] del Grande Oriente d'Italia.</ref>, da parte del ''massone segreto'' di Piazza del Gesù [[Vittorio Emanuele III]].
=== Il secondo dopoguerra e la difficile rinascita ===
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