Guerra d'Italia del 1521-1526: differenze tra le versioni

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|Schieramento1={{simbolo|Bannière de France style 1500.svg}} [[Francia nell'età moderna|Regno di Francia]]<br /> {{simbolo|Bandera_Navarra.svg}} [[Regno di Navarra]]<br />{{REP-VEN}}
|Schieramento2={{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg}} [[Sacro Romano Impero]]<br />{{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg}} [[Spagna degli Asburgo|Spagna]]<br />{{Bandiera|ENG}} [[Regno d'Inghilterra]]<br />{{simbolo|Coat of arms of the House of Gonzaga (1433).svg}} [[Marchesato di Mantova]]<br />{{simbolo|Emblem of the Papacy SE.svg|18}} [[Stato Pontificio]]
|Comandante1={{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Francesco I di Francia|Francesco I]]<br />{{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Odet de Foix]]<br />{{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Guillaume Gouffier de Bonnivet]]†<br />{{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}}[[Pierre Terrail de Bayard]]†<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Robert de la Marck]]<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Anne de Montmorency (duca)|Anne de Montmorency]]<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Enrico II di Navarra]]<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Francesco di Lorena]]†<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Richard de la Pole]]†<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Jacques de La Palice]]<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Louis de la Trémoille]]†<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Carlo IV di Alençon]]<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Giovanni Stewart (1481-1536)|Giovanni Stewart]]<br /> {{simbolo|Blason comte fr Angouleme (Valois).svg}} [[Andrea Doria]]<br /> {{simbolo|Flag of Republic of Venice (1659-1675).svg}} [[Antonio Grimani]]<br /> {{simbolo|Flag of Republic of Venice (1659-1675).svg}} [[Andrea Gritti]]<br /> {{simbolo|Bandera_Navarra.svg}}[[Enrico II di Navarra]]
|Comandante2={{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg}} {{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg}} [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]]<br />{{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg}} {{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg}} [[Carlo di Lannoy]]<br />{{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg}} {{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg}} [[Fernando Francesco d'Avalos|Fernando d'Avalos]]<br />{{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg}} {{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg}} [[Ferrante I Gonzaga]]<br />{{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg}} {{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg}} [[Carlo III di Borbone-Montpensier|Carlo III di Borbone]]<br /> {{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg}} [[Franz von Sickingen]]<br /> {{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor (after 1400).svg}} [[Georg von Frundsberg]]<br /> {{Bandiera|ENG}} [[Charles Brandon, I duca di Suffolk|Duca di Suffolk]]<br />{{simbolo|Coat of arms of the House of Gonzaga (1433).svg}} [[Federico II Gonzaga]]<br />{{simbolo|Emblem of the Papacy SE.svg|18}} [[Prospero Colonna (condottiero)|Prospero Colonna]]
|Effettivi1=
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[[File:Francis1-1.jpg|thumb|upright|[[Francesco I di Francia]], dipinto di [[Jean Clouet]]. Francesco, pensando di diventare Sacro Romano imperatore, spinse l'Europa in guerra]]
 
Nel mese di dicembre la Francia iniziò a pianificare la guerra. Francesco non voleva attaccare apertamente Carlo perché Enrico aveva annunciato la sua intenzione di intervenire contro il primo che avesse infranto la precaria pace. Piuttosto, offrì un sostegno più nascosto alle incursioni in territorio imperiale e spagnolo. Un attacco venne effettuato sulla [[Mosa (fiume)|Mosa]], sotto la guida di [[Robert de la Marck]]. Contemporaneamente un'armata franco-navarrese avanzò attraverso la [[Regno di Navarra|Navarra]] dopo la riconquista di [[Saint-Jean-Pied-de-Port]].<ref>{{cita|Monreal e Jimeno, 2012|p. 67}}.</ref> La spedizione venne nominalmente guidata dal diciottenne re di Navarra [[Enrico II di Navarra|Enrico d'Albret]] il cui regno era stato invaso da [[Ferdinando II d'Aragona]] nel 1512, ma effettivamente guidata da [[André de Foix]] e finanziata e armata dai francesi.<ref name="ReferenceA">{{cita|Blockmans, 2002|pp. 51–5251-52}}.</ref><ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 229-230}}.</ref> I disegni francesi si dimostrarono rapidamente imperfetti visto che l'intervento di [[Enrico III di Nassau-Breda|Enrico di Nassau]] respinse l'offensiva della Mosa, e sebbene de Foix inizialmente fosse riuscito a [[Battaglia di Pamplona|conquistare Pamplona]], fu cacciato dalla Navarra dopo essere stato sconfitto alla [[battaglia di Noáin]] il 30 giugno 1521.<ref>{{Cita|Hackett, 1937|p. 230}}.</ref><ref>{{cita|Oman, 1937|pp. 173–174173-174}}.</ref>
 
Carlo, nel frattempo, era preoccupato per le idee di [[Martin Lutero]], il quale si era confrontato alla [[Dieta di Worms (1521)#Editto di Worms|Dieta di Worms]] nel marzo 1521. L'imperatore, che non conosceva il tedesco, vedeva il [[Chiesa cattolica|cattolicesimo]] come un modo naturale di legare a lui i diversi principati del Sacro Romano Impero. Il [[papa Leone X]], da parte sua, non era disposto a tollerare tale sfida aperta alla sua autorità e pertanto entrambi furono costretti a sostenersi l'un l'altro contro Lutero, che era sostenuto da [[Federico di Sassonia]] e [[Franz von Sickingen]].<ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 230-231}}.</ref> Il 25 maggio 1521, Carlo e il cardinale [[Girolamo Aleandro]], [[nunzio apostolico|nunzio]] papale, proclamarono l'editto di Worms contro Lutero. Simultaneamente l'imperatore promise al papa di restituire [[Parma]] e [[Piacenza]] ai [[Medici]] e [[Milano]] agli [[Sforza]]. Leone X, che necessitava del mandato imperiale per la sua campagna contro quella che lui vedeva come una pericolosa [[eresia]], promise di aiutarlo a espellere i francesi dalla Lombardia lasciando Francesco con la sola [[Repubblica di Venezia]] come alleata.<ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 231-232}}.</ref>
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[[File:Battles in Lombardy (1521-25).png|thumb|upright=1.4|Battaglie in Lombardia (1521–25). Indicati i combattimenti a [[battaglia della Bicocca|Bicocca]], [[Battaglia di Romagnano (1524)|Sesia]] e [[battaglia di Pavia (1525)|Pavia]]]]
 
Da novembre la situazione dei francesi andò deteriorandosi considerevolmente. Carlo, Enrico VIII e il papa firmarono un'alleanza contro Francesco il 28 novembre. A [[Odet de Foix]], governatore francese di [[Milano]], era stato affidato il compito di resistere alle forze imperiali e papali guidate da [[Prospero Colonna (condottiero)|Prospero Colonna]], ma alla fine di novembre fu costretto a lasciare Milano e a ritirarsi in una zona facilmente difendibile nei pressi di [[Monza]] e lungo il fiume [[Adda]].<ref>{{cita|Pellegrini, 2009|pp. 164-165}}.</ref><ref>{{cita|Blockmans, 2002|p. 52}}.</ref><ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 249-251}}.</ref> Lì riuscì ad avere dei rinforzi costituiti da [[mercenari svizzeri]]; non avendo a disposizione denaro sufficiente per pagarli dovette adeguarsi alle loro richieste di impegnare immediatamente le forze imperiali.<ref>{{cita|Oman, 1937|pp. 176–178176-178}}.</ref> Saputo che la guarnigione di [[Pavia]], difesa da [[Federico II Gonzaga]], era formata solo da 1.500 fanti e 300 cavalieri, nel mese di aprile, insieme ai veneziani, [[Assedio di Pavia (1522)|assediò la città]], ma l'arrivo dell'esercito pontificio-imperiale, guidato da [[Prospero Colonna (condottiero)|Prospero Colonna,]] lo costrinse ad abbandonare l'[[Assedio di Pavia (1522)|assedio]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roberto|cognome=Vetrugno|titolo=&quot;Una lettera inedita di Mario Equicola a Isabella d’Este Gonzaga (Pavia, 11 aprile 1522)&quot;, «Quaderni Borromaici», I (2014), pp. 45-57.|accesso=2021-07-02|url=https://www.academia.edu/9763092/_Una_lettera_inedita_di_Mario_Equicola_a_Isabella_d_Este_Gonzaga_Pavia_11_aprile_1522_Quaderni_Borromaici_I_2014_pp_45_57}}</ref>. Il 27 aprile 1522, attaccò le forze di Colonna alla [[battaglia della Bicocca]]. Odet aveva pianificato di usare la superiorità nell'[[artiglieria]] a suo vantaggio ma gli svizzeri, impazienti di impegnare il nemico, nascosero i suoi cannoni e andarono alla carica contro i trincerati spagnoli dotati di [[archibugio]]. Nel corpo a corpo risultante gli svizzeri ({{formatnum:15000}} uomini) furono sbaragliati dagli spagnoli guidati da [[Fernando Francesco d'Avalos]] e da una forza di [[lanzichenecchi]] comandata da [[Georg von Frundsberg]]. Fiaccati nel morale, gli svizzeri tornarono ai loro [[cantoni della Svizzera|Cantoni]]; Odet, rimasto con pochi uomini per poter continuare la campagna, abbandonò la [[Lombardia]].<ref name="ReferenceB">{{cita|Blockmans, 2002|p. 57}}.</ref><ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 253-254}}.</ref><ref>{{cita|Taylor, 1973|pp. 125–126125-126}}.</ref><ref>{{cita|Pellegrini, 2009|pp. 165-168}}.</ref> Colonna e d'Avalos, rimasti senza avversari, procedettero all'[[Assedio di Genova (1522)|assedio di Genova]], difesa da {{formatnum:6200}} uomini, entrando in città il 30 maggio.<ref name="ReferenceB"/>
 
== La Francia in difficoltà ==
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Nel 1523, la situazione francese crollò in maniera sostanziale. La morte del [[Dogi della Repubblica di Venezia|Doge di Venezia]] [[Antonio Grimani]] portò [[Andrea Gritti]], un veterano della [[guerra della Lega di Cambrai]], al potere a Venezia. Egli iniziò rapidamente i negoziati con l'imperatore e il 29 luglio concluse il trattato di Worms, che tolse la Repubblica di Venezia dalla guerra.<ref>{{Cita|Guicciardini|Vol. IV, pp. 176-186}}.</ref><ref>{{cita|Norwich, 1989|p. 439}}.</ref> Carlo di Borbone continuò la sua schermaglia con Carlo V, offrendo l'inizio di una ribellione contro Francesco in cambio di denaro e di truppe tedesche. Quando Francesco, che era a conoscenza del complotto, lo chiamò a [[Lione]] nel mese di ottobre, finse una malattia e fuggì a [[città libera e imperiale di Besançon|Besançon]]. Infuriato, Francesco ordinò la cattura e l'esecuzione dei suoi collaboratori ma il duca stesso, dopo aver respinto una offerta finale di riconciliazione, entrò apertamente al servizio dell'imperatore.<ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 265-273}}.</ref>
 
Carlo V invase quindi il sud della Francia dai [[Pirenei]]. Odet difese con successo [[Bayonne]] contro gli spagnoli, ma Carlo riuscì a riprendersi [[Hondarribia|Fuenterrabia]] nel febbraio 1524.<ref>{{cita|Blockmans, 2002|p. 45}}.</ref> Il 18 settembre 1523, nel frattempo, un'enorme forza armata inglese sotto il comando del [[Charles Brandon, I duca di Suffolk|duca di Suffolk]] avanzava in territorio francese da Calais in combinazione con una forza fiammingo-imperiale. I francesi, dispersi dall'attacco imperiale, non furono in grado di resistere e Suffolk avanzò presto oltre il [[Somme (fiume)|fiume Somme]], devastando le campagne e fermandosi a soli 80 chilometri da [[Parigi]].<ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 265-276}}.</ref> Quando Carlo non riuscì a sostenere l'offensiva inglese, Suffolk non si sentì di rischiare un attacco alla capitale, allontanandosi da Parigi il 30 ottobre e tornando a Calais verso metà dicembre.<ref>{{cita|Gunn, 1986|pp. 631–633631-633}}.</ref>
 
[[File:Guillaume Gouffier, Seigneur de Bonnivet.jpg|thumb|upright|[[Guillaume Gouffier de Bonnivet]], disegno di [[Jean Clouet]] (c. 1516). Bonnivet comandò diverse armate francesi durante tutto il periodo della guerra]]
 
Francesco volse ora la sua attenzione alla Lombardia. Nell'ottobre 1523, un'armata francese di {{formatnum:18000}} uomini, al comando di Bonnivet, avanzò attraverso il [[Piemonte]] verso [[Novara]], dove raggiunse una forza similare di mercenari svizzeri. Prospero Colonna, che aveva soltanto {{formatnum:9000}} uomini, si ritirò verso Milano.<ref>{{Cita|Konstam, 2016|p. 44}}.</ref> Bonnivet, tuttavia, sopravvalutata la forza delle truppe imperiali, preferì ritirarsi negli acquartieramenti invernali piuttosto che attaccare la città, così i comandanti imperiali furono in grado di radunare {{formatnum:15000}} lanzichenecchi e una grande forza sotto il comando del duca di Borbone entro il 28 dicembre, quando [[Carlo di Lannoy]] sostituì Colonna morente.<ref>{{Cita|Konstam, 2016|pp. 44-45}}.</ref> Molti degli svizzeri abbandonarono i francesi e Bonnivet fu costretto a ripiegare. I francesi, sconfitti alla [[Battaglia di Romagnano (1524)|battaglia del Sesia]], dove Bayard cadde mentre comandava la retroguardia francese, dimostrarono, ancora una volta, la potenza degli archibugieri contro le truppe tradizionali; l'armata francese si ritirò al di là delle [[Alpi]] allo sbando.<ref name="ReferenceC">{{Cita|Hackett, 1937|pp. 281-282}}.</ref><ref name="Konstam">{{Cita|Konstam, 2016|p. 45}}.</ref><ref>{{cita|Taylor, 1973|pp. 53–5453-54}}.</ref>
 
D'Avalos e il Borbone attraversarono le Alpi con circa {{formatnum:11000}} uomini e invasero la [[Provenza]] ai primi di luglio del 1524.<ref name="Konstam" /> Attraversata la maggior parte delle città più piccole incontrastato, il duca di Borbone entrò nella capitale della provincia di [[Aix-en-Provence]] il 9 agosto 1524, prendendo il titolo di conte di Provenza e dichiarando la sua fedeltà a Enrico VIII in cambio del sostegno di quest'ultimo contro Francesco.<ref name="Konstam4647">{{Cita|Konstam, 2016|pp. 46-47}}.</ref> Dalla metà di agosto, Borbone e d'Avalos [[Assedio di Marsiglia (1524)|assediarono Marsiglia]], l'unica roccaforte in [[Provenza]], rimasta in mani francesi. I loro assalti alla città fallirono, e quando le truppe francesi, comandate dallo stesso Francesco, giunsero ad [[Avignone]] alla fine di settembre 1524 furono costretti a ritirarsi di nuovo in Italia.<ref name="ReferenceB"/><ref name="ReferenceC"/><ref>{{Cita|Guicciardini|Vol. IV, pp. 229-230}}.</ref><ref>{{Cita|Konstam, 2016|p. 48}}.</ref>
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Nel gennaio 1525 Lannoy ottenne rinforzi con l'arrivo di [[Georg von Frundsberg]] con 8 000-{{formatnum:9000}} lanzichenecchi che calarono lungo la [[valle dell'Adige]] e rinnovò l'offensiva.<ref>{{cita|Pellegrini, 2009|p. 169}}.</ref> D'Avalos catturò l'avamposto francese a [[Sant'Angelo Lodigiano|Sant'Angelo]], tagliando le linee di comunicazione tra [[Pavia]] e [[Milano]], mentre una colonna separata di lanzichenecchi avanzava su [[Belgioioso]] e, pur essendo brevemente fatta arretrare da un raid condotto da Medici e Bonnivet, occupò la città.<ref>{{cita|Blockmans, 2002|p. 59}}.</ref><ref>{{Cita|Konstam, 2016|pp. 70-77}}.</ref> Dal 2 febbraio Lannoy era a pochi chilometri da [[Pavia]]. Francesco aveva accampato la maggior parte delle sue forze nel grande [[parco Visconteo]] al di fuori delle mura della città, inserendole tra la guarnigione di Leyva e le truppe di appoggio in arrivo.<ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 290-291}}.</ref><ref>{{Cita|Konstam, 2016|p. 78}}.</ref> Schermaglie e sortite della guarnigione continuarono per tutto il mese di febbraio. Medici fu ferito gravemente e si ritirò a [[Piacenza]] per recuperare le forze, costringendo Francesco a richiamare gran parte della guarnigione di [[Milano]] per compensare la partenza delle Bande Nere, ma i combattimenti ebbero scarsi effetti. Il 21 febbraio, i comandanti Imperiali, a corto di rifornimenti e credendo erroneamente che le forze francesi fossero più numerose delle loro, decisero di lanciare un attacco sul [[castello di Mirabello]], al fine di salvare la faccia e demoralizzare i francesi in misura sufficiente a garantire un ritiro sicuro.<ref>{{Cita|Konstam, 2016|pp. 83-84, 88-89}}.</ref>
[[File:Musei civici pavia10.jpg|miniatura|Lastra tombale di Eitel Friedrich III, conte di Hohenzollern, capitano dei [[lanzichenecchi]] e morto nella [[Battaglia di Pavia (1525)|battaglia,]] dalla [[Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro|basilica di San Pietro in Ciel d’Oro]], [[Pavia]], [[Musei civici di Pavia|musei Civici]].]]
Nelle prime ore del mattino del 24 febbraio 1525, i guastatori imperiali aprirono delle brecce nelle mura del [[parco Visconteo]] consentendo alle forze di Lannoy di entrare nel [[Parco Visconteo|parco]]. Allo stesso tempo Leyva uscì da [[Pavia]] con ciò che rimaneva della guarnigione. Nella successive quattro ore della [[Battaglia di Pavia (1525)|battaglia]], la cavalleria pesante francese, che si era dimostrata così efficace contro gli svizzeri a [[Battaglia di Marignano|Marignano]] dieci anni prima, nascondendo la propria artiglieria da una rapida avanzata, venne circondata e frammentata dai lanzichenecchi e dagli archibugieri spagnoli (i celebri ''[[tercio]]s'') di d'Avalos. Nel frattempo, una serie di prolungati scontri di fanteria portò alla disfatta della fanteria svizzera e francese. I francesi subirono perdite enormi, la maggior parte delle loro forze. Bonnivet, [[Jacques de La Palice]], [[Louis de la Trémoille|La Trémoille]] e [[Richard de la Pole]] vennero uccisi, mentre [[Anne de Montmorency (duca)|Anne de Montmorency]], [[Robert de la Marck]] e lo stesso Francesco furono fatti prigionieri insieme a una serie di nobili minori.<ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 292-294}}.</ref><ref>{{Cita|Konstam, 2016|pp. 89-116}}.</ref><ref>{{cita|Taylor, 1973|pp. 126–127126-127}}.</ref><ref>{{cita|Pellegrini, 2009|pp. 170-172}}.</ref> La notte dopo la battaglia, Francesco diede a Lannoy una lettera da consegnare a sua madre a Parigi, in cui raccontò quello che gli era accaduto: "Per informarvi di come il resto della mia cattiva fortuna sta procedendo, tutto è perduto per me salvo l'onore e la vita, che è salva".<ref name="Konstam_A">{{Cita|Konstam, 2016|p. 117}}.</ref><ref group=N>[[Francis Hackett]] dà una definizione simile e rileva che le fonti contemporanee accorciarono la frase in "tutto perduto salvo l'onore". In {{Cita|Hackett, 1937|p. 202}}.</ref> Poco dopo, apprese che il duca di Albany aveva perso la maggior parte delle sue truppe, fra perdite e diserzioni, ed era tornato in Francia senza mai aver raggiunto Napoli.<ref>{{Cita|Guicciardini|Vol. IV, p. 275}}.</ref> I resti sbandati delle forze francesi, a parte una piccola guarnigione lasciata a guardia del [[Castello Sforzesco]] a Milano, si ritirarono attraverso le Alpi sotto il comando nominale di [[Carlo IV di Alençon]], raggiungendo [[Lione]] nel marzo 1525.<ref name="Konstam_A" />
 
== Francesco I prigioniero ==
[[File:Western Europe in the Time of Charles V (1525).png|thumb|L'Europa occidentale nel 1525, dopo la [[battaglia di Pavia (1525)|battaglia di Pavia]]]]
[[File:Pizzighettone Torre Francesco 001.jpg|thumb|La rocca di Pizzighettone, dove Francesco I fu imprigionato da [[Carlo di Lannoy]]]]