S.O.S. Meteore: differenze tra le versioni
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}}'''''S.O.S. Meteore''''' (in francese ''S.O.S. Météores'') è il quinto racconto e ottavo album della serie a [[Fumetto|fumetti]] dedicata a ''[[Blake e Mortimer]]'', scritto e disegnato da [[Edgar P. Jacobs]].
È
È la prima volta che Edgar P. Jacobs ambienta un'avventura di ''[[Blake e Mortimer]]'' in [[Francia]] . La parte intrigante della storia è [[Fantascienza|la fantascienza]] sullo sfondo della [[guerra fredda]] con il tema della manipolazione del [[clima]] da parte di uno scienziato, sotto gli ordini di una potenza straniera.
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== Analisi ==
=== Ispirazioni ===
Scritto durante la [[guerra fredda]], lo scenario di ''S.O.S. Meteore'' allude chiaramente alla situazione internazionale dell'epoca. Sebbene l'identità esatta dell'organizzazione alla quale appartiene Olrik non sia mai rivelata, molti dettagli indicano che la cospirazione è guidata [[Unione Sovietica|dall'Unione Sovietica]] (URSS). Il fisico del generale, responsabile della base, si ispira a quello del politico sovietico [[Anastas Ivanovič Mikojan|Anastase Mikoyan]]. Il professor Miloch ha le caratteristiche del drammaturgo americano [[Arthur Miller]], apparso negli anni '50 come simbolo del simpatizzante intellettuale del [[comunismo]]<ref>{{Cita libro|autore=[[René Nouailhat]]|titolo=Jacobs, la marque du fantastique|ed=Mosquito/Scéren|anno=2004|p=151|
Jacobs usa nella sua storia anche una tecnica di [[steganografia]] usata dalle spie: il [[Microdot]] (inventato da [[Walter Zapp|Zapp]] ).
Nell'album, i professori Labrousse e Mortimer avvistano un [[fulmine globulare]] a [[Villeneuve-Minervois]] in [[Aude]] . Questo è il villaggio dove [[Edgar P. Jacobs|Edgard P. Jacobs]] trascorse alcuni mesi con la sua unità durante l'esodo del 1940 in Francia dal maggio all'agosto 1940.<ref name=":0">{{Cita libro|autore=[[Edgar P. Jacobs]]|titolo=Un Opéra de Papier|ed=[[Éditions Gallimard]]|anno=1981|
Per quanto riguarda il [[fulmine globulare]], esso serviva da [[Batteria ricaricabile|accumulatore]] per il professor Miloch Georgevitch, concretizzando così le ipotesi del fisico francese [[Gaston Planté]] (quest'ultimo citato anche da questo stesso professore).
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