Quarta crociata: differenze tra le versioni

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Il giorno dopo ebbe inizio il grande ed efferato saccheggio.
 
Mentre Bonifacio del Monferrato occupava il palazzo imperiale del [[Boukoleon]] che, secondo [[Roberto de Clari]] aveva ben 500 stanze tutte riccamente addobbate e ben trenta capelle, gli i crociati entravano nelle case e asportavano qualsiasi cosa di valore avessero trovato. Tutte le chiese vennero spogliate dei vasi sacri, delle icone, delle vite dei rifugiati, dei candelabri e quanto non si poteva asportare veniva semplicemente distrutto. Anche la basilica di S. Sofia venne completamente saccheggiata, l'altare venne spezzato, gli arazzi fatti a pezzi.
 
Un cronista dell'epoca, testimone oculare, tramanda che una prostituta, seduta sul trono del patriarca, cantava strofe oscene in lingua francese. Mentre i veneziani si concentravano su quelle cose che avevano un grande valore, i francesi arraffavano tutto quello che luccicava, si fermavano solo per ammazzare e violentare. Le cantine vennero depredate, i quasi cinquemila palazzi della città, i quali, secondo fonti, custodivano i due terzi di tutte le proprietà mondiali accumulate fino ad allora, vandalicamente saccheggiati e dati alle fiamme. La città era piena di soldataglia avvinazzata che trucidava chiunque trovasse lungo il cammino. Gli indifesi cittadini venivano torturati perché rivelassero dove avevano nascosto i loro valori.