Nephesh: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 4:
La bibbia ebraica non ha alcuna definizione dell’anima. La parola ebraica ''nefeš'' (נפש) è fondamentale per l’antropologia biblica. Essa ricorre nelle Scritture ben 755 volte. La versione greca dei LXX la traduce per 600 volte con ''psyché'' [ψυχή] e le restanti 155 con altri termini. Già da ciò ci è possibile comprendere che anche i 70 che, secondo la tradizione, tradussero la Bibbia dall’ebraico al greco avevano rivelato una diversità di significato in alcuni passi biblici.
 
Il lettore italiano conosce ''nefeš'' con la traduzione di anima che si rifà, però, alla traduzione greca (LXX) e latina (Vulgata) delle Scritture e non all’originale ebraica. Nella Bibbia ebraica ''nefeš'' fu senza alcun dubbio adoperata sin dall’inizio in riferimento all’essere umano e per descriverlo in lacunealcune sue peculiarità. Essa compare per la prima volta in tal senso in ''Genesi'' 2:7, ove si legge:<blockquote> L’Eterno Dio formò l’uomo [הָאָדָם (''haadâm''), “il terroso”]
 
dalla polvere della terra [אֲדָמָה (''adamâh'')],