Philosophiae Naturalis Principia Mathematica: differenze tra le versioni

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Nella monografia del 1674 Hooke postulò chiaramente la mutua attrazione tra il Sole e i pianeti, con una intensità che cresceva con la vicinanza fra i corpi, insieme ad un principio di inerzia lineare. Sosteneva inoltre che l’origine del moto curvilineo fosse l’azione di una forza attrattiva, ma non faceva alcuna menzione al fatto che queste attrazioni obbedissero ad una legge di proporzionalità con l'inverso del quadrato della distanza. Nel seguito, annunciava la sua "supposizione" della legge di gravitazione universale:
{{Citazione|''Assolutamente tutti i corpi celesti possiedono un’attrazione o un potere di gravitazione verso i loro stessi centri, per cui essi attraggono non solo le loro stesse parti e le trattengono dal volar lontano da loro, come si può vedere che fa la Terra, ma essi attraggono anche tutti gli altri corpi celesti che sono nella sfera della loro attività''|Robert Hooke, 1674|}}
Tale ipotesi non era tuttavia accompagnata da prove e dimostrazioni matematiche soddisfacenti. Su questo aspetto, Hookeegli glissò dicendo che avrebbe affrontato il problema al termine dei lavori che stava compiendo. Soltanto cinque anni dopo, il 6 gennaio 1679,
Hooke suppose che l'attrazione tra due corpi raddoppiasse con il dimezzarsi della distanza dei reciproci centri di massa di due corpi.
 
Nel novembre del 1679, iniziò uno scambio di lettere con Newton (il cui testo è stato recentemente pubblicato). Hooke disse a Newton di essere stato nominato responsabile della corrispondenza per la Reale Accademia, e chiedeva a Newton pareri su vari argomenti tra cui la spiegazione del moto dei pianeti tramite un moto rettilineo lungo la tangente all'orbita e una componente di attrazione diretta verso il centro oppure sulle sue ipotesi riguardo alle leggi e alle cause dell'elasticità. Newton in risposta propose un esperimento "dei suoi" che avrebbe potuto rivelare il movimento della Terra, consistente in un corpo sospeso inizialmente in aria e poi lasciato cadere per misurarne la deviazione dalla verticale e ipotizzò come avrebbe continuato a muoversi il corpo se la Terra non lo avesse fermato (in una traiettoria a spirale verso il centro).

«Il 13 dicembre 1679 Newton scrisse un’importante lettera a Hooke, nella quale si può vedere che a quella data aveva raggiunto una profonda comprensione della fisica del moto causato da una forza centrale, e fornisce la prova che aveva sviluppato un metodo matematico approssimato molto efficace per calcolare le orbite per diverse forze centrali.»<ref>{{cita web|url= https://keespopinga.blogspot.com/2016/03/hooke-vs-newton.html?fbclid=IwAR2HXGRrehVUvfTuJdiQSvzXtiL5JIHyQU6WQMQiGcXG9jj9MQ-xpHiK5CQ |titolo= Hooke vs. Newton |autore= Marco Fulvio Barozzi|data=27 marzo 2016|accesso= 20 luglio 2021}}</ref>
 
Nella prima edizione dei ''Principia'' (1687), l’ipotesi di Hooke sulla gravitazione universale non veniva citata. Pare che, dopo aver sentito delle rivendicazioni di priorità da parte di Hooke, Newton avesse eliminato molti riferimenti a Hooke dalle bozze del testo. In una lettera a Halley del 1686, Newton lamentava che: