Utente:Barjimoa/Sandbox: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
|||
Riga 1 040:
* Sacra Congregatio Concilii, ''Istruzione circa le chiese ed altri enti di culto'', "in applicazione degli artt. 27 e 29 del Concordato lateranense e per la esecuzione dell’art. 14 e degli altri relativi, di cui nelle Istruzioni del 20giugno 1929", 25 giugno 1930, n. 2779.<ref>Citata da {{cita pubblicazione | autore = prof.ssa Maria Vismara Missiroli | url = https://doaj.org/article/bb291566aff44be18d099b23dcccf0c3 | titolo = L’art. 27 ultimo capoverso del Concordato lateranense e la sua applicazione al Santuario della B. Vergine delle Grazie in Brescia | pagina = 2 | capitolo = 2 - L'Istruzione della Congregazione del Concilio del 1930 | sito = [[DOAJ]] | formato = pdf | lingua = it | rivista = Stato, Chiese e Pluralismo Confessionale | data = 6 febbraio 2012 | doi = 10.13130/1971-8543/2014 | OCLC = 7180235799 | ISSN = 1971-8543 | editore = [[Università di Milano]] | accesso = 12 febbraio 2020 | via = [http://archive.is/wip/3UBIY archive.is] | urlarchivio = https://archive.today/20171202231637/https://riviste.unimi.it/index.php/statoechiese/article/view/2014 | dataarchivio = 2 dicembre 2017 | urlmorto = yes }} con riferimento a [http://archive.is/wip/Mh4RI Pio Cpriotti, 1975].</ref>
=offensiva di Aprile=
{{Infobox conflitto
|Tipo=Battaglia
|Nome del conflitto = Campagna dei Balcani
|Parte_di = della [[seconda guerra mondiale]]
|Immagine =Bundesarchiv Bild 101I-163-0332-25, Griechenland, Kriegsgefangene neben Panzer IV.jpg
|Didascalia = [[panzer|Carri armati tedeschi]] passano accanto alle colonne di prigionieri greci e britannici
|Data =6 aprile [[1941]] - 23 aprile [[1941]]
|Luogo = [[Albania]], [[Jugoslavia]], [[Grecia]]
|Casus =
|Mutamenti_territoriali = Partecipazione italiana alla spartizione di Jugoslavia e Grecia tra le potenze dell'Asse.
|Esito = Vittoria italiana parallelamente alla vittoria tedesca
|Schieramento1 ={{ITA 1861-1946}}<br />
*{{Bandiera|ALB 1939-1943}} [[Occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|Albania]]
{{DEU 1933-1945}}<br />
|Schieramento2 = {{GRC 1822-1978}}<br />{{YUG 1918-1943}}<br />{{GBR}}
|Comandante1 = [[File:Flag of Italy (1861-1946).svg|20px|border]] [[Ugo Cavallero]]<br />{{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Wilhelm List]]<br />{{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Maximilian von Weichs]]
|Comandante2 = {{Bandiera|GRC 1822-1978}} [[Alexander Papagos]]<br />{{Bandiera|YUG 1918-1943}} [[Milorad Petrović]]<br />{{Bandiera|GBR}} [[Henry Maitland Wilson]]
|Effettivi1 =
|Effettivi2 =
|Perdite1 =
|Perdite2 =
|Perdite4 =
|Note =
}}
{{CampagnaBox Seconda guerra mondiale}}
L''''offensiva di aprile''' nel 1941 fu l'ultima azione militare dell'Italia nella [[campagna di Grecia]] e nella [[campagna dei Balcani]]. Essa si svolse parallelamente alle operazioni dei tedeschi in Grecia ([[Operazione Marita]]) e Jugoslavia ([[Invasione della Jugoslavia]]).
==Contesto ==
[[File:Invasion of Yugoslavia lines of attack Why We Fight no. 5.jpg|thumb|L'invasione di Jugoslavia e Grecia da parte delle forze tedesche e italiane nell'aprile del 1941.]]
Nel marzo del 1941 si prolungava lo stallo militare in Albania, dove le forze italiane fronteggiavano l'esercito ellenico, a seguito della fallita invasione della Grecia nel novembre del 1940, e l'aeronautica britannica. Il 27 marzo, un colpo di stato in Jugoslavia rimuoveva il reggente filo-fascista [[Principe Paolo di Jugoslavia|Paolo]] dal controllo che questi esercitava sul filo-britannico [[Pietro II di Jugoslavia|re Pietro II]]. Ritenendo giunto il momento di estromettere i britannici dai Balcani e quindi da tutta l'Europa continentale, Adolf Hitler affidò a [[Walther von Brauchitsch]] il coordinamento della doppia invasione di Grecia (''[[Operazione Marita|Unternehmen Marita]]'') e Jugoslavia ([[invasione della Yugoslavia|''Projekt 25'']]) per il 6 aprile (il giorno del matrimonio della figlia del nuovo primo ministro jugoslavo [[Dušan Simović]]).<ref>''Germany and the 2nd World War Volume III: The Mediterranean, south-east Europe, and north Africa, 1939-1941'', [[Gerhard Schreiber]], [[Bernd Stegemann]], [[Detlef Vogel]], 1995, p. 484</ref> Mussolini volle che l'Italia partecipasse alla nuova "''campagna in Balcania''", in cui il capo di stato maggiore [[Ugo Cavallero]] seppe abilmente approfittare dell'azione tedesca per perseguire gli obiettivi italiani.<ref>CAVALLERO, Ugo
di Lucio Ceva - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 22 (1979)]</ref>
==Yugoslavia==
Dopo un duro bombardamento della [[Luftwaffe]] sul Belgrado ([[Operazione Castigo]]), la seconda armata della [[Wermacht]] guidata da [[Maximilian von Weichs]] invase il paese. Lo stesso fece l'armata in [[Venezia Giulia]] del [[Regio Esercito]] comandata da [[Vittorio Ambrosio]], mentre i fascisti croati ([[Ustascia]]) presero Zagabria con un colpo di mano.<ref>[[Vladko Maček|Maček, Vladko]]. ''In the Struggle for Freedom'' (New York: Robert Speller & Sons, 1957), p. 230.</ref> Le colonne italiane avanzarono in Slovenia fino a prendere [[Lubiana]], per passare in Croazia, dove, a [[Karlovac]] (12 aprile), si congiunsero con le truppe tedesche provenienti dal Reich (Austria) e dall'Ungheria. Belgrado fu occupata dall'ufficiale tedesco [[Fritz Klingenberg]], che guidava un piccolo corpo di spedizione inquadrato nella dodicesima armata al confine con la Romania. Ben cinquanta velivoli jugoslavi furono distrutti dalla Luftwaffe e dalla [[Regia Aeronautica]], quasi tutti a terra; cinque sembrarono trovar scampo volando in Grecia, ma furono raggiunti e distrutti dai bombardieri italiani all'aeroporto greco di Paramitia.<ref>Goss, Chris (2005). Dornier 17: In Focus. Surrey, UK: Red Kite/Air Research. ISBN 0-9546201-4-3.</ref>
La Jugoslavia tentò due offensive, ambedue rivolte contro possedimenti dell'Italia, ed entrambe respinte dalle forze armate italiane. La prima consistette nel tentativo di sbarcare a Zara, [[testa di ponte]] italiana in territorio jugoslavo, ma non si materializzò a seguito dei raid della [[Regia Aeronautica]] che danneggiarono prima il cacciatorpediniere [[Sebenico (cacciatorpediniere)|Beograd]] a [[Sebenico]] e poi un certo numero di navi a [[Cattaro]]. La seconda fu diretta contro [[Scutari]] in Albania, con l'obiettivo di unirsi alle forze greche. Il disegnò fallì completamente: truppe italiane dell'Albania contrattaccarono sia verso la Macedonia, dove si congiunsero con i reparti avanzati tedeschi a Dibra e Scutra, sia risalendo fino a [[Dubrovnik]] (Ragusa), dove, il 17 aprile, il generale [[Alessandro Pirzio Biroli]] incontrò la fanteria di [[158ª Divisione fanteria "Zara"|Emilio Giglioli]] che aveva disceso la Dalmazia dall'enclave italiana di Zara e occupato [[Sebenico]] e [[Spalato]].<ref>Bassetti, S. (2010). Gianfranco Chiti. Italia: Lampi di Stampa.</ref>
Grande merito nella riuscita delle operazioni ebbe anche il [[Servizio Informazioni Militare]] italiano, che decifrò i codici jugoslavi e, penetrando nel traffico radio, impartì volontariamente ordini confusionari ad aerei e truppe del nemico.<ref>Enrico Cernuschi, Le operazioni aeronavali contro la Jugoslavia, 6–8 aprile 1941, in Storia Militare no. 242, p. 33.</ref> Sbandato e circondato, l'esercito jugoslavo capitolò il 17 aprile: il generale Radivoje Janković, delegato dal [[capo di stato maggiore]] Danilo Kalafatović, firmò con tedeschi e italiani "l'armistizio di [[Belgrado]]", per poi accompagnare in esilio il re [[Pietro II di Iugoslavia]]. Tra la conferenza di Vienna (23 aprile) e il trattato di Roma (18 maggio), la diplomazia italo-tedesca frantumò la Jugoslavia nel seguente modo:
[[File:Axis occupation of Yugoslavia 1941-43.png|thumb|left|La spartizione della Jugoslavia.]]
* la Germania si annetté la parte nord-orientale della [[Slovenia]] e sottopose a un regime di occupazione militare il [[Banato]], la [[Serbia]] centrale e parte del [[Kosovo]] settentrionale ([[Territorio del comandante militare in Serbia]]);
* l'Italia si annetté la parte sud-occidentale della Slovenia (in cui venne istituita la [[Provincia di Lubiana]]), la parte nord-occidentale della [[Banovina di Croazia]] (congiunta alla [[Provincia di Fiume]]), la [[Dalmazia]] del patto di Londra e la zona della [[Bocche di Cattaro]] (che assieme a Zara, già italiana, andarono a costituire il [[Governatorato della Dalmazia]]); il Kosovo, la [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] occidentale e alcune zone nel Montenegro meridionale furono annesse al [[Occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|Regno d'Albania]], in [[unione personale]] con l'Italia;
* all'Ungheria venne assegnato il settore occidentale della [[Voivodina]] ([[Bačka]]) e il [[Prekmurje]] sloveno più alcuni piccoli territori in [[Croazia]] (ovvero nel [[Regione del Međimurje|Medjimurje]] e nella Baranja), tutte terre sottratte al [[Terre della Corona di Santo Stefano|Regno d'Ungheria]] con il [[trattato del Trianon]] alla fine della [[prima guerra mondiale]], con cospicue minoranze [[ungheresi|magiare]] ma a maggioranza [[slavi|slava]];
* alla [[Bulgaria nella seconda guerra mondiale|Bulgaria]] venne assegnata la gran parte della Macedonia, dove vennero create le nuove provincie di [[Bitola]] e di [[Skopje]], oltre ad alcune zone nella Serbia orientale;
* a [[Zagabria]] venne proclamata l'indipendenza dello [[Stato Indipendente di Croazia]], stato fantoccio di Italia e Germania, sotto la guida del capo del partito [[Ustascia]] [[Ante Pavelić]]; lo Stato era esteso su gran parte delle attuali [[Croazia]] e [[Bosnia ed Erzegovina]];
* anche in [[Serbia (1941-1944)|Serbia]], sotto la guida del generale [[Milan Nedić]], venne creato uno [[Stato fantoccio]] sotto controllo militare tedesco;
* il [[regno del Montenegro (1941-1944)|Regno del Montenegro]] divenne uno [[stato fantoccio]] dell'Italia.
==Albania e Grecia==
[[File:Italo-Grecian War 1941 04.svg|thumb|upright=1.4|L'Operazione Marita dei tedeschi (in rosso) e l'offensiva di aprile degli italiani (in verde) nel 1941]]
Contemporaneamente all'attacco italo-tedesco in Jugoslavia, si svolse l'offensiva dell'Asse contro la Grecia. La dodicesima armata tedesca, guidata dal feldmaresciallo [[Wilhelm List]], venne divisa in due corpi: uno procedette allo sfondamento della [[Linea Metaxas]] al confine greco-bulgaro; l'altro aggirò le difese greche tramite l'occupazione di [[Skopje]] nella Macedonia jugoslava. Salonicco cadde in mano ai tedeschi il 9 aprile, mentre il 10 aprile le forze di List sfondarono la linea difensiva allestita dai britannici lungo il fiume [[Aliacmone]].
Mentre la [[Wermacht]] dilagava in Grecia, l'[[esercito italiano]] riconquistò l'Albania meridionale: il 14 aprile le truppe italiane rioccuparono Coriza, seguita il 18 aprile da Argirocastro e il 22 aprile dal ponte di confine a Perati. Il 21 aprile le forze armate greche firmarono l'armistizio con quelle tedesche, chiedendo loro, al fine di non cedere terreno agli italiani, di interporsi tra l'armata ellenica e l'esercito italiano in Epiro. Mussolini rifiutò l'accordo e ordinò di invadere nuovamente la Grecia per marciare in territorio nemico: proseguì così la lotta tra italiani avanzanti e greci in ritirata, non senza momenti di tensione con i tedeschi che cercavano di interporsi tra le parti in lotta.<ref>Bollettino n. 323
del 24 aprile 1941. Fino alle ore 18 del 23 aprile, l’avanzata italiana proseguì in territorio greco senza soste. Furono messi fuori combattimento circa 6000 italiani tra morti e feriti, compresi 400 ufficiali. Unità italiane bombardarono piroscafi al porto di Patrasso e nella baia di Milo.</ref> Il 23 aprile gli italiani giunsero in vista di [[Giannina]], dove lo stesso giorno fu firmato l'armistizio ("''armistizio di Giannina''") dal generale Alfred Jodl per la Germania, dal generale Alberto Ferrero per l'Italia, e dal generale Tsolakoglu per la Grecia: quest'ultimo fu messo a capo di un regime collaborazionista che trattò la resa e l'occupazione del paese, mentre il re [[Giorgio II di Grecia|Giorgio II]] andò in esilio.<ref>Mario Cervi, Storia della guerra di Grecia, Milano, Rizzoli, 2005,</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=7lizAAAAIAAJ&q=23+aprile+in+vista+di+Giannina&dq=23+aprile+in+vista+di+Giannina&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwiCvvnI35fxAhUQGuwKHU6kB3QQ6AEwAHoECAMQAw Picone Chiodo, M. (1990). In nome della resa: l'Italia nella guerra 1940-1945. Italia: Mursia.]</ref>
La battaglia di Grecia proseguì di fatto per alcune settimane, dato che le forze inglesi e i presidi ellenici più fedeli al re continuarono a lottare. Il 27 aprile le prime unità tedesche fecero il loro ingresso ad Atene, mentre tra il 28 e il 30 aprile le truppe italiane occuparono con una serie di operazioni anfibie e lanci di paracadutisti le isole Ionie;<ref>{{cita|Bragadin|p. 143}}.</ref> entro il 30 aprile i tedeschi avevano completato l'occupazione della Grecia continentale, e il 20 maggio seguente diedero avvio all'[[Battaglia di Creta|invasione dell'isola di Creta]]: paracadutisti e forze aerotrasportate tedesche conquistarono l'isola entro il 1º giugno al termine di pesanti scontri con i difensori anglo-greci. Le forze britanniche furono quindi costrette a evacuare il paese e i Balcani.<ref>{{cita|Lombardi|pp. 126-132}}.</ref>
[[File:Map of Greece during WWII-IT.png|thumb|L'occupazione della Grecia.]]
Il territorio greco fu così spartito tra le nazioni dell'Asse:<ref name=Rochat-361>{{cita|Rochat|p. 361}}.</ref>
* la Germania occupò militarmente la [[Macedonia (Grecia)|Macedonia]] centrale e orientale con l'importante porto di Salonicco, la capitale Atene, le isole dell'[[Egeo Settentrionale]], le zone di confine con la Turchia e gran parte dell'isola di Creta;
* l'Italia occupò la maggior parte della Grecia continentale (regioni di Epiro, [[Tessaglia]], [[Attica]] e [[Peloponneso]]), oltre alle isole Ionie con Corfù, [[Zante]] e [[Cefalonia]], alle [[Cicladi]], alle [[Sporadi Meridionali]] con [[Samo (isola)|Samo]], [[Furni]] e [[Icaria]] e alla punta orientale di Creta.
* alla Bulgaria fu assegnata la [[Tracia]] e, in seguito, la Macedonia orientale;
==Conseguenze==
La [[medaglia d'oro al valor militare]] fu conferita al 5, 8, e 9 reggimento degli alpini
Nell’offensiva di aprile, con mirabile slancio travolgevano le resistenze accanite ed ostinate opposte dal nemico e il 17 raggiungevano Argirocastro, catturando prigionieri ed ingente bottino (Doliana - Vesane - Makricampos - Cippo 21 - M. Bureto - Quota 1640 - Sella Radati - Tepeleni - Lekeli). Fronte greco, 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941
==Citazioni==
{{Reflist}}
==Reflist==
|