Traditionis custodes: differenze tra le versioni

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Articolo 2: comparazione con Benedetto XVI e con Giovanni Paolo II
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=== Il Concilio Vaticano II ===
Papa Francesco ha riportato di voler deplorare pubblicamente gli abusi liturgici "di tutte le parti" ed il fatto che "in molti luoghi le prescrizioni del nuovo messale non sono osservate nelle celebrazioni, ma al contrario vengono interpretate come un'autorizzazione o persino una richiesta di creatività, che porta a orribili distorsioni". Ad ogni modo papa Francesco ha aggiunto: "Sono non meno rattristato dall'uso strumentale fatto da alcuni del messale del 1962 che spesso è accompagnato non solo dal rigetto delle riforme liturgiche, ma anche dello stesso Concilio Vaticano II, pretendendo, sulla base di insostenibili asserzioni, che esso tradiva la tradizione della "vera Chiesa"." Francesco ha inoltre ribadito "il cammino della Chiesa deve essere visto come una tradizione dinamicachedinamica che si origina dagli apostoli e progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo (''[[Dei Verbum]]'', 8)." Il papa ha richiamato come lo stesso Concilio Vaticano II sia stato invece una riunione dove "tutti gli episcopati cattolici si siano trovati insieme per ascoltarsi e scegliere quale fosse il percorso della Chiesa indicato dallo Spirito Santo." Aggiunse inoltre: "Dubitare del Concilio significa dubitare delle intenzioni dei Padri Conciliari che hanno esercitato il loro potere collegiale in maniera solenne ''cum Petro et sub Petro'' nel concilo ecumenico e, in ultima analisi, dubitare dello stesso Spirito Santo che guida la Chiesa."<ref name=":0" />
 
Il papa ha riportato come le riforme liturgiche sono "basate su principi" dati dal [[Concilio Vaticano II]] e raggiungono la "sua più alta espressione nel messale romano" pubblicato da san Paolo VI e rivisitato da san Giovanni Paolo II.<ref name=":0" />