Ferruzzi: differenze tra le versioni

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{{citazione|...Maranghi (allora a capo di Mediobanca) aveva delineato un quadro drammatico della situazione della Ferruzzi-Montedison. Aveva detto che non c'era più nulla da fare perché il debito era diventato insostenibile. L'indebitamento ammontava a 25 mila miliardi, in gran parte faceva capo alle società industriali del Gruppo che erano in ottima salute. Ed era minore di quello della [[FIAT]], di cui nessuno sosteneva la drammaticità della situazione. Inoltre noi avevamo un maggiore ''[[cash flow]]''. Dove stava dunque la drammaticità?|Carlo Sama<ref>{{cita libro| Luigi Locatelli| ''La saga dei Ferruzzi: una vicenda che inquieta ancora l'Italia'' |2004|Lo Specchio Economico|}}</ref>}}
 
In realtà l'indebitamento era di 31 mila.000 miliardi di lire.<ref>Il 13 marzo 1995 Enrico Cuccia rispose al pubblico ministero Francesco Mauro Iacoviello che lo interrogava a Ravenna: "Nella mia esperienza io non ho mai conosciuto una ristrutturazione finanziaria dell'ordine di 31 mila miliardi. L'unico precedente paragonabile (...) si riferisce al 1933 quando venne costituito l'[[IRI]] per rilevare le immobilizzazioni della [[Comit]], del Credit e della [[Banca di Roma]] per 12 miliardi di lire dell'epoca che corrisponderebbero grosso modo ai 31 mila miliardi attuali o forse anche meno. Ma occorre anche considerare che nel caso del Gruppo Ferruzzi le banche non erano 3 ma 311". Cfr Fulvio Coltorti, ''La Mediobanca di Cuccia'', Torino, G.Giappichelli Editore, 2017, p.43.</ref> Inoltre Mediobanca tentò anche di consentire alla famiglia ravennate di mantenere una partecipazione quale azionista di riferimento "ma i Ferruzzi si rifiutarono di conferire le risorse.".<ref>Fulvio Coltorti, ''La Mediobanca di Cuccia'', op.cit., p. 33.</ref>
 
=== Fersam ===