Ebrei statunitensi: differenze tra le versioni

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Alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1960]] l'83% votò per [[John Fitzgerald Kennedy]], mentre alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1964]] il 90% scelse per [[Lyndon B. Johnson]]. [[Hubert Humphrey]] raccolse l'81% del voto ebraico alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1968]], il quale però perse il duello contro [[Richard Nixon]]<ref name=JVLvote/>.
 
Alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1972]] gli elettori ebraici scelsero [[George McGovern]] al 65%, mentre Nixon vide più che raddoppiato il sostegno ebraico repubblicano al 35%. Alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1976]] gli elettori ebrei appoggiarono [[Jimmy Carter]] con il 71%, rispetto al 27% dei voti dati a [[Gerald Ford]]; ma alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1980]] gli elettori ebrei abbandonarono i democratici, con solo il 45% di sostegno, quando invece [[Ronald Reagan]] ne ottenne il 39% e il 14% andò all'indipendente (ex repubblicano) [[John B. Anderson]]<ref name=JVLvote/><ref name=voting>{{Cita web|url=http://www.jcpa.org/jl/vp446.htm|titolo=The Israel swing factor: how the American Jewish vote influences U.S. elections |autore=Jeffrey S. Helmreich|accesso=2 ottobre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080920070714/http://www.jcpa.org/jl/vp446.htm|dataarchivio=September 20, settembre 2008 <!--DASHBot-->|urlmorto=no}}</ref>. Molti ebrei statunitensi non furono d'accordo con le politiche relative al [[Medio Oriente]] dell'amministrazione Carter.
 
Alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1984]] i Repubblicani mantennero il 31% del voto ebraico, mentre il 67% andò a favore di [[Walter Mondale]]. Le [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1988]] videro il 64% del voto ebraico andare a [[Michael Dukakis]], mentre [[George H. W. Bush]] ebbe un rispettabile 35%; ma alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1992]] il sostegno ebraico per i Repubblicani scese all'11%, con l'80% di preferenze per [[Bill Clinton]] e il 9% per l'indipendente [[Ross Perot]]. Alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1996]] Clinton mantenne un alto 78%, con il 16% che invece sostenne [[Bob Dole]] e il 3% Perot<ref name=JVLvote/><ref name=voting/>.
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Gli ebrei di origini tedesche furono allarmati dal [[nazionalsocialismo]], ma allo stesso tempo erano sdegnosi nei confronti dei sionisti più accesi. I sostenitori di uno [[Stato]] e di un esercito specificatamente ebraico si attivarono pubblicamente, ma molti leader ebbero timore di un rigurgito interno dell'[[antisemitismo negli Stati Uniti d'America]] e pertanto consigliarono a tutti di mantenere un basso profilo. Uno sviluppo importante rappresentò l'improvvisa conversione della maggior parte dei dirigenti ebrei a favore di [[Israele]] al termine del conflitto<ref>Henry L. Feingold, ''A Time for Searching: Entering the Mainstream, 1920–1945'' (1992), pp. 225–65</ref>.
 
Quanto era appena accaduto nel [[Europa|continente europeo]], il tentativo di [[genocidio]] conosciuto sotto il nome di ''[[Olocausto|Shoah]]'', venne ampiamente ignorato dai [[Mezzo di comunicazione di massa|mezzi di comunicazione di massa]] statunitensi; i giornalisti e i redattori dell'epoca in larga misura non riuscirono semplicemente a credere alle storie di atrocità che cominciarono - sempre più accavallate le une alle altre - ad uscir fuori<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1= Korman |nome1= Gerd |anno= 1987 |titolo= Mass Murder Hides Holocaust: Beyond Belief: The American Press and the Coming of the Holocaust, 1933–1945 by Deborah E. Lipstadt |rivista= Reviews in American History |volume= 15 |numero= 3|pp= 474–479 | jstor=2702047 | doi=10.2307/2702047}}</ref>.
 
L'evento dell'"Olocausto" ebbe un impatto assai profondo sulla comunità, soprattutto dopo il 1960, in quanto gli ebrei cercarono di comprendere e spiegarsi tutto quel che era accaduto, ma soprattutto di affrontarlo e ricordarlo quando si volsero in direzione del futuro. [[Abraham Joshua Heschel]] ha riassunto bene questo dilemma quando ha tentato di comprendere [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]]: "''per cercare di rispondere è necessario commettere una suprema [[Bestemmia|blasfemia]]. Israele ci consente di sopportare l'agonia di Auschwitz senza una disperazione radicale, di percepire un raggio dello splendore divino anche nel mezzo delle giungle della storia''"<ref>Staub (2004) p. 80</ref>.
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La popolazione ebraica degli [[Stati Uniti d'America]] è la più grande del mondo, o inferiore solo a quella di [[Israele]], a seconda delle fonti e dei metodi utilizzati per misurarla.
 
Le cifre precise della popolazione variano a seconda che gli ebrei siano considerati sulla base di considerazioni provenienti dall'[[Halakhah]] o su fattori di identificazione secolari, di ''[[Legge del ritorno]]'' e ancestrali. C'erano circa 4 milioni di aderenti all'[[ebraismo]] a partire dal 2001, circa l'1,4% dell'intera popolazione statunitense. Secondo l'[[Agenzia ebraica]] per l'anno 2017 Israele ospita 6,4 milioni di ebrei (il 49,1% della popolazione ebraica mondiale), mentre gli Stati Uniti ne contengono 5,3 milioni (il 40,2%)<ref>{{Cita web|url=http://www.haaretz.com/hasen/spages/903585.html |editore=Haaretz Daily Newspaper Israel |titolo=Jewish Agency: 13.2 million Jews worldwide on eve of Rosh Hashanah, 5768 |cognome=Pfeffer |nome=Anshel |accesso=13 settembre 2007|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20071011130459/http://haaretz.com/hasen/spages/903585.html|dataarchivio= October 11, ottobre 2007 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref>.
 
Nel 2012 i demografi hanno stimato che la popolazione ebraica statunitense (inclusi sia i religiosi che i non religiosi) sia di 5.425.000 (l'1,73%), citando errori metodologici nelle precedenti stime superiori<ref name="Sergio DellaPergola 2012. pp. 212–283">Sergio DellaPergola. "World Jewish Population, 2012." The American Jewish Year Book (2012) (Dordrecht: Springer) pp. 212–283</ref>. Altre fonti dicono invece che il numero è di circa 6,5 milioni.
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La popolazione di statunitensi di origine ebraica è demograficamente caratterizzata da un invecchiamento generalizzato e da basse percentuali di fertilità, significativamente inferiori a quella sostitutiva<ref name="Sergio DellaPergola 2012. pp. 212–283"/>.
 
Gli [[Aschenaziti]], che sono ormai la grande maggioranza degli ebrei statunitensi, si stabilirono per la prima volta a [[New York]] e dintorni; negli ultimi decenni molti si sono trasferiti a [[Miami]], [[Los Angeles]] e in altre grandi [[Area metropolitana|aree metropolitane]] degli [[Stati Uniti meridionali]] e degli [[Stati Uniti d'America occidentali]]. L'[[area metropolitana di New York]], l'[[area metropolitana di Miami]] e l'[[Greater Los Angeles Area|area metropolitana di Los Angeles]] contengono assieme quasi 1/4 di tutti gli ebrei del mondo<ref name="metroareas">{{Cita web|url=http://www.adherents.com/largecom/com_judaism.html|titolo=The Largest Jewish Communities|editore=adherents.com|accesso=8 novembre 2008|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20081016132750/http://www.adherents.com/largecom/com_judaism.html|dataarchivio= October 16, ottobre 2008 <!--DASHBot-->|urlmorto= no}}</ref>.
 
La "National Jewish Population Survey" del 1990 ha chiesto a 4,5 milioni di ebrei adulti di identificarsi secondo la propria denominazione. Il totale nazionale ha mostrato che il 38% era affiliato all'[[ebraismo riformato]], il 35% all'[[ebraismo conservatore]], il 6% all'[[ebraismo ortodosso]], l'1% all'[[ebraismo ricostruzionista]], il 10% si legava ad un'altra tradizione e il 10% diceva di essere "solo ebreo"<ref>{{Cita libro|autore=Jack Wertheimer|titolo=Jews in the Center: Conservative Synagogues and Their Members|url=https://books.google.com/books?id=U_nEoAZ6ffgC&pg=PA68|anno=2002|editore=Rutgers University Press|p=68}}</ref>.
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|[[Aschenaziti]]
|5–6 million<ref name=Feldman>{{Cita pubblicazione|nome=Gabriel E. |cognome=Feldman |url=http://www.ima.org.il/IMAJ/ViewArticle.aspx?aId=2748 |titolo=Do Ashkenazi Jews have a Higher than expected Cancer Burden? Implications for cancer control prioritization efforts |rivista=[[Israel Medical Association Journal]] |volume=3 |data=Maymaggio 2001 |numero=5 |pp=341–46 |accesso=4 settembre 2013}}</ref>
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== Personalità di rilievo ==
Tra i più noti ebrei statunitensi che si sono distinti in vari campi quali [[Imprenditore|imprenditoria]], [[editoria]], [[Industria dello spettacolo|show business]] e [[Sport professionistico|sport]] si ricordano: [[Bob Dylan]], [[Mel Brooks]], [[David Geffen]], [[Norman Mailer]], [[Ben Bernanke]], [[Barbra Streisand]], [[Isaac Asimov]], [[Albert Einstein]], [[Louis Brandeis]], [[Groucho Marx]], [[Betty Friedan]], [[Sammy Davis Jr.]], [[Hank Greenberg]], [[Rahm Emanuel]], [[Steven Spielberg]], [[Oliver Stone]], [[Adam Sandler]], [[Joey Ramone]], [[David Stern]], [[Tal Brody]], [[Henry Kissinger]], [[Natalie Portman]], [[Gene Simmons]], [[Alan Greenspan]], [[Janet Yellen]], [[George Akerlof|George Arthur Akerlof]], [[George Soros]], [[Leonard Bernstein]], [[David O. Selznick]], [[Woody Allen]], [[J. J. Abrams]], [[Lou Reed]], [[Scarlett Johansson|Scarlett Johansonn]], [[Adam Levine]], [[Edward Witten]], [[Red Auerbach]], [[Jordan Farmar]], [[David Blu]], [[David Cronenberg]], [[Bobby Fischer]], [[Mark Zuckerberg]], [[Leslie Moonves]], [[Harvey Weinstein]], [[Josh Schwartz]], [[David Blatt]], [[Philip Roth]], [[Paul Auster]], [[Allen Ginsberg]], [[Bob Iger]], [[Saul Bellow]], [[J. D. Salinger]], [[Zac Efron]], [[Adam Richman]], [[Hillel Slovak]], [[Eli Roth]], [[David Remnick]], [[Guy Oseary]], [[Jesse Eisenberg]], [[Dustin Hoffman]], [[William Wyler]], [[Lauren Bacall]], [[Gene Wilder]], [[Liev Schreiber]], [[Louis B. Mayer]], [[Harry Warner]], [[Rachel Weisz]], [[Joseph Schenck]], [[James Levine]], [[Arthur Miller]], [[Jonathan Safran Foer]], [[Madeleine Albright]], [[Jeffrey Sachs]], [[Paul R. Ehrlich]], [[Peter Falk]], [[Bernie Sanders]], [[Paul Wolfowitz]], [[Edward Luttwak]], [[Lorin Maazel]], [[Paul Mazursky]], [[Stanley Kubrick]], [[Carl Laemmle]], [[Jeffrey Epstein]].
 
==Filmografia (parziale)==
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* Butler, Jon. "Jacob Rader Marcus and the Revival of Early American History, 1930–1960." ''American Jewish Archives'' 50#1/2 (1998): 28–39. [http://americanjewisharchives.org/publications/journal/PDF/1998_50_01_02_butler.pdf online]
* Fried, Lewis, et al., eds. ''Handbook of American-Jewish literature: an analytical guide to topics, themes, and sources'' (Greenwood Press, 1988)
* {{Cita pubblicazione|cognome1= Gurock |nome1= Jeffrey S |anno= 2013 |titolo= Writing New York's Twentieth Century Jewish History: A Five Borough Journey |rivista= History Compass |volume= 11 |numero= 3|pp= 215–226 | doi=10.1111/hic3.12033}}
* Gurock, Jeffrey S. ''American Jewish orthodoxy in historical perspective'' (KTAV Publishing House, Inc., 1996)
* Handlin, Oscar. "A Twenty Year Retrospect of American Jewish Historiography." ''American Jewish Historical Quarterly'' (1976): 295–309. [https://www.jstor.org/stable/23880299 in JSTOR]