Josep Manyanet i Vives: differenze tra le versioni

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== Pedagogia ==
In Padre Manyanet il sacerdote e il maestro procedono uniti e l'insegnamento si trasfigura nel sacerdozio. “Lo scopo è di procurare in tutte le cose la maggior gloria di Dio, la santificazione dei suoi partecipanti e la salvezza di tutte le anime; di lavorare con ardore e con tutte le forze che ci dia il Signore, perché tutti i giovani, specialmente i più piccoli, sia ricchi che poveri, ricevano un'educazione e un'istruzione religiosa e letteraria veramente cattolica (gratuita per quanto possibile) […], di formare il loro cuore nelle virtù e i loro intelletti nelle scienze”.<ref>{{Cita libro|titolo=“Il giovane istituto della Sacra Famiglia. Notizie sullo stesso” di Giuseppe Manyanet y Vives}}</ref>.
 
Una delle grandi ispirazioni di Padre Manyanet è di sostenere la gioventù che si perde a causa di una società che trascura l’educazione cristiana nelle famiglie.<ref>Scrive nella Lettera a don Léon Carbonero y Sol, nel marzo 1889: “Lo scopo della nostra umile opera è di dedicarsi […] a rimediare a una delle maggiori attuali infermità totali. Parlo della gioventù che si perde, e che è necessario a tutti i costi rimettere sulla buona strada”.</ref>. Al fine di raggiungere questo nobile scopo, gli educatori devono studiare la psicologia, le disposizioni e le qualità naturali dei ragazzi per “conoscere bene il cuore umano, che […] accoglie in sé molte inclinazioni disordinate, facendo sì che siano rimpiazzate da nobili disposizioni". Per ottenere questo risultato, si richiede da parte dell'educatore "una fede viva, somma diligenza, grande discernimento e prudenza, vera sapienza, costante attenzione e un continuo ricorso a Dio nostro Signore. Per formare la vera cultura del cuore nei bambini […], non basta ispirare a questi l'avversione per i loro difetti e per tutto ciò che si oppone alla santa legge di Dio, ma è necessario formarli alla solida virtùvirtù”.<ref name=":0">{{Cita libro|titolo=“El Espiritu de la Sagrada Familia” di Giuseppe Manyanet y Vives}}</ref>.
 
Per il santo fondatore l’educazione dei giovani deve essere mirata all’esercizio delle pratiche cristiane, infondendo in loro un vero amore per la purezza e per la modestia interiore ed esteriore, inducendoli ad amare e rispettare il prossimo, fuggendo rancori, dispute e discordie, esercitando umiltà e pazienza, combattendo la pigrizia e le seduzioni del mondo. Le lezioni non devono limitarsi ad insegnare la religione prima delle scienze, ma, poiché “ogni scienza viene da Dio e al di fuori di Dio tutto è errore e tenebre”, nella stessa scienza si deve evidenziare la connessione con le verità cattoliche.<ref name=":0" />.
 
Il ruolo del direttore occupa nei confronti dei bambini il posto dei loro genitori, e deve, pertanto, provvedere a tutte le loro necessità. Tuttavia egli non deve sostituirsi all’educazione genitoriale, ma affiancarla nel progetto educativo. Il direttore deve essere “amabile, dolce, persuasivo, animato da una prudente indulgenza e da una soave severità”, educando alla prevenzione e all’evitamento delle mancanze per non doverle in seguito punire.<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=“Método pràctico…” di Giuseppe Manyanet y Vives}}</ref>.
 
Non sono esclusi dal metodo educativo una sana competitività, elogi, note, premi, lavori di gruppo, tempi di ricreazione, giochi, divertimento, musica, teatro e svago. I bambini e i ragazzi non verranno abbandonati finché non avranno la capacità di guadagnarsi di che vivere degnamente, divenendo utili alla società.<ref name=":1" />.
 
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