Omar II ibn 'Abd al-'Aziz: differenze tra le versioni
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A Damasco, il califfo al-Walīd aveva guadagnato la reputazione di costruttore e di esteta. Il figlio Sulaymān amava i piaceri della vita in genere e quelli della tavola in particolare. ʿUmar invece era religioso e ascetico. Abbandonò il sontuoso palazzo per andare a vivere in una casa semplice e, per il suo modo di vestire, fu spesso scambiato per uno dei domestici e si dice che aveva un solo vestito e quando doveva lavarlo, si chiudeva in una stanza, lo lavava e lo lasciava asciugare e dopodiché se lo rimetteva e usciva. Si raccontano numerosi aneddoti riguardanti la sua generosità e onestà. Fu uno dei primi a far compilare i ''[[ʾaḥādīth]]'' affinché non andassero perduti.
Tutte le terre confiscate dai califfi precedenti furono ridistribuite, e ʿUmar II non accettò quasi mai doni, imponendo a sua moglie di donare i propri gioielli al ''Bayt al-māl'' (l'erario pubblico). Avviò importanti riforme fiscali, tassando la proprietà anziché le persone. Durante il suo regno fece destituire diversi governatori che si comportavano ingiustamente verso i sudditi. Fece applicare rigorosamente la ''[[shari'a|sharīʿa]]'', vietando il consumo di alcolici e i ''[[hammam|ḥammām]]'' aperti sia agli uomini, sia alle donne. Organizzò servizi sociali per gli orfani e gli indigenti. Pubblicò un editto che vietò di maledire [[
La sua politica di accettare senza riserve le conversioni degli elementi non-arabi ( ''[[mawla|mawālī]]'' ), eliminando qualsiasi ostacolo alla loro integrazione sociale, ebbe però gravi riflessi sulle finanze del califfato.
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