Ja'far al-'Askari: differenze tra le versioni

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Quando scoppiò il primo conflitto mondiale, Jaʿfar combatté dapprima in Libia nei ranghi dell'[[esercito ottomano]], che faceva parte della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]]. La partecipazione per lui alla campagna militare avvenne però sui [[Dardanelli]], dove si guadagnò la [[Croce di ferro]] germanica e dove fu rapidamente promosso [[generale]]. Solo dopo questa promozione fu destinato al fronte [[Libia|libico]] per assumere il comando delle forze [[senussi]]te. Nella [[battaglia di Agagiya]] Jaʿfar fu preso prigioniero dai [[Regno Unito|britannici]] e imprigionato nella cittadella del [[Cairo]] con il suo amico e futuro cognato [[Nuri al-Sa'id|Nūrī al-Saʿīd]]. Jaʿfar mise un atto un tentativo di evasione, legando insieme delle lenzuola per tentare di calarsi dalle mura della cittadella. Durante questo tentativo, un lenzuolo si ruppe (Jaʿfar non era di poco peso, infatti), provocando la sua caduta che gli provocò la frattura dell'anca, sì da consentire alle guardie di catturarlo nuovamente. In base al necrologio che di lui si fece al momento della morte, Jaʿfar si offrì di pagare il lenzuolo rotto, visto che era in buone relazioni con i suoi stessi carcerieri.<ref>Ibidem, pp. 100-103, 216-217, 273</ref>
 
Qualche tempo dopo la sua fallita evasione (o mentre era ricoverato sulla sua parola d'onore), Jaʿfar venne a sapere della [[rivolta araba]] con cui i nazionalisti intendevano scrollarsi dal dominio ottomano e che alla guida aveva il leader della famiglia [[Hashemiti|hascemita]] in [[Hijaz]], [[al-Husayn ibn Ali (sceriffo della Mecca)|al-Ḥusayn ibn ʿAlī]], [[SharifSharīf|sceriffo]] della [[Mecca]]. La rivolta era appoggiata dal [[Regno Unito]] e dall'''[[Entente cordiale]]'', per creare ulteriori difficoltà all'[[Impero ottomano]], distogliendo parte delle sue forze da altri teatri operativi. In cambio i britannici promisero ([[corrispondenza Husayn-McMahon]]) di creare una nazione araba indipendente, guidata dallo ''[[Sharif della Mecca|sharīf]]'', mentre segretamente tradivano tale impegno concordando con la [[Francia]] la spartizione a loro vantaggio dell'[[Impero ottomano]] una volta che questo fosse stato sconfitto ([[accordi Sykes-Picot]]). Dopo aver letto della rivolta araba e della crescente intromissione ottomana negli affari arabi (il suo amico Sālim al-Jazāʾirī fu giustiziato con altri importanti arabi per le loro attività nazionalistiche dal generale ottomano Jamāl Pascià), Jaʿfar decise che era rispondente ai suoi ideali schierarsi con la rivolta, unitamente al cognato Nūrī al-Saʿīd. Da principio lo ''sharīf'' al-Husayn fu titubante ad accogliere Jaʿfar, già generale delle forze armate ottomane, ma infine si convinse e Jaʿfar fu invitato da suo figlio, l'[[emiro]] [[Faysal I re d'Iraq|Faysal]] a unirsi allo schieramento arabo impegnato a combattere l'Impero ottomano. Jaʿfar combatté sotto il comando di Faysal per tutto il periodo che si concluse con la sconfitta dell'impero, compreso il riuscito attacco contro [[Damasco]] del 1918.<ref>Ibidem, pp. 5-6, 103-112, 217</ref>
 
==Governatore di Aleppo==