Enrico VII di Lussemburgo: differenze tra le versioni
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A metà settembre, si avvicinò molto rapidamente alla città toscana: era ovvio che la milizia della città e la cavalleria guelfa non potevano competere con l'esercito imperiale in una battaglia aperta. Siena, Bologna, Lucca e altre città inviarono uomini per aiutare nella difesa delle mura. Così ebbe inizio l'assedio di Firenze: l'imperatore disponeva di circa {{formatnum:15000}} fanti e {{formatnum:2000}} cavalieri, contro {{formatnum:64000}} difensori. Firenze fu in grado di mantenere aperta ogni porta, tranne quella dalla parte dell'imperatore assediante, e mantenne tutte le sue rotte commerciali funzionanti. Per sei settimane Enrico batté le mura di Firenze e alla fine fu costretto ad abbandonare l'assedio. Tuttavia, entro la fine del 1312, aveva soggiogato gran parte della Toscana e avevano trattato i suoi nemici sconfitti con grande indulgenza.
Nei primi di gennaio del 1313 arrivò a [[Poggibonsi]], memore della fedeltà alla causa ghibellina dei
Dopo aver ottenuto più denaro che poteva da Pisa (circa 2 milioni di [[Fiorino|fiorini]]), Enrico iniziò la sua campagna contro Roberto di Napoli l'8 agosto [[1313]]. I suoi alleati italiani erano restii a unirsi a lui e così il suo esercito era composto di circa {{formatnum:4000}} cavalieri, mentre una [[flotta]] era pronta ad attaccare il regno di Napoli dal mare.
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