Mitridate IV di Partia: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Dopo aver ucciso il padre [[Fraate III]], regnò dal [[57 a.C.]] con il fratello [[Orode II]], il quale, essendo più anziano, ottenne di diritto il trono dell'Impero partico. Tuttavia nominò suo fratello Mitridate re di [[Media (satrapia)|Media]], un regno minore sottomesso all'[[Impero partico]]. Tuttavia lo stesso Orode, fu minacciato dal tentativo di Mitridate di spodestarlo, e chiese l'aiuto dell'abile generale [[Rostam Surena-Pahlavi]], ''[[Spahbod]]'' (''generalissimo'') dell'esercito partico, che riuscì a riconquistare il regno con il suo esercito in nome di Orode. Quest'ultimo revocò a Mitridate il titolo concessogli e lo costrinse a fuggire nella [[Siria (provincia romana)|provincia romana della Siria]] ed a chiedere asilo al governatore e [[proconsole]] romano [[Aulo Gabinio]] nel [[55 a.C.]]. Dopo aver ottenuto l'alleanza e l'appoggio di quest'ultimo, Mitridate cercò di invadere la Partia ed ottenere il trono di suo fratello.<br>
Durante la marcia verso la Partia, il proconsole Aulo Gabinio ricevette la richiesta di aiuto da un altro sovrano spodestato, il [[faraone]] egizio [[Tolomeo XII]], della dinastia dei [[Dinastia tolemaica|Tolomei]]. Aulo Gabinio decise di accettare l'offerta di denaro di Tolomeo XII e abbandonò la causa di Mitridate. Deciso a non abbandonare la sua campagna per ottenere il trono di Partia, Mitridate cercò di radunare nuovi alleati alla sua causa e proseguì la sua marcia. Assediato a [[Seleucia]] dal generale Surena, venne alla fine sconfitto e fatto giustiziare da suo fratello nel [[54 a.C.]].
 
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